Non temevano gli dei

Non temevano gli dei Non temevano gli dei GIULIO Cesare parla di cinque divinità maggiori presso i Celti, assimilabili per attributi e gravità a quelle del proprio popolo: qualcosa come un Giove, un Mercurio, un Marte, un Apollo e una Mi-' nerva gallici. Altre divinità celtiche ci sono note dall'epigrafia e dall'iconografia, un pantheon di divinità locali e tribali sembra diramarsi e frantumarsi per molti rivoli. Ma quel popolo religiosissimus, dotato di una potente e colta casta sacerdotale, ebbe certamente un'alta cosciensa del divino. Assai caratteristica è l'esistenza di coppie e soprat¬ tutto di triadi divine: tre divinità materne appaiono lungo il Reno, in Provenga, in Irlanda: nei miti sono frequenti i terzetti di fratelli: qualche raffigurazione ci mostra un dio tricefalo. In complesso, «non un monoteismo ebraico ma un semplice politeismo simile a quello delle altre popolazioni indogermaniche». E' la conclusione del serio studio di Jan de Vries. sistematica analisi soprattutto delle fonti letterarie ed esposizione prima del pantheon celtico nelle sue varie componenti, poi dei culti (coi templi, i sacerdoti, i riti sacrificali, le feste e l'escatologia: i Celti dicevano di non temere nulla e nessuno, se non che il cielo crollasse loro sul capo).

Luoghi citati: Irlanda