Al Mundial di Madrid poesia e scienza: 1 a 1

Al Mundial di Madrid poesia e scienza: 1 a 1 Poeti di cinque continenti si interrogano su potere, tecnologia e pace Al Mundial di Madrid poesia e scienza: 1 a 1 MADRID — Per le strade e sul giornali di Madrid il Mundial .non è ancora un ricordo. Sul Paseo del Prado a spray spiccano i nomi di Rossi e Conti, negli angoli di Plaza de la Lealtad. a cercar bene, sono rimasti i mozziconi dei toscani di Soldati, borracce di grappa di Brera, scarpe dalle suole consumate di Del Buono, epigrammi feroci di Arpino. Solo gli intellettuali spagnoli hanno archiviato velocemente la festa del pallone perché dovevano pensare a un loro Mundial, il sesto, dedicato ai poeti di tutto il mondo, nell'Ateneo di Madrid, dal 21 ad oggi. Più di duecento poeti, dall'andaluso Rafael Alberti al cileno Nicanor Parrà, dal brasiliano Carlos de Andrade al francese Pierre Emmanuel, da! norvegese Rolf Jacobsen ai' cubani Heberto Padilla e Luis Cartana. all'inglese John Silkln. all'indiano Krishna Srinivas, sono arrivati, trascinandosi dietro borse di manoscritti, mogli, bambini. Nato del '68 a Manila il Congresso mondiale del poeti si è riunito, poi. a Taipeh (Formosa) nel '73, a Baltimora nel '76. a Seul in Corea nel '79, e a San Francisco neH'81. L'impegno che lo sostiene è la difesa dei Diritti umani, la pace nel mondo, lo scambio di opinioni sul grandi temi culturali ed esistenziali; una Internazionale della Poesia che riunendo poeti del cinque continenti si informa e informa sulla condizione umana e sul lavoro letterario nei singoli paesi. Quest'anno, per desiderio di re Don Juan Carlos. l'ospitalità è toccata alla Spagna, che ha accentuato i suol inviti alle aree latino-americane e asiatiche. Sono mancate le grandi stars internazionali della poesia, gli show-men come Ginsberg, Ferlinghetti, Evtuscenko, i santoni come Borges, Octavlo Paz. Sedar Senghor. Se la loro assenza ha reso il Convegno meno spettacolare e carismatico, ne ha guadagnato 11 tono medio del discorso fra 1 poeti presenti, più concreto sul ruolo del poeta nella società contemporanea. Le assenze più vistose e discusse erano in campo spagnolo, dove le diverse correnti e frazioni vedevano esclusi al¬ cuni fra i poeti e gli intellettuali di punta, da Claudio Rodriguez a José Maria Castellet. da Leopoldo Maria Panerò a Pedro Gimferrer: quella generazione che negli Anni 60 ha contribuito a un sensibile rinnovamento della cultura iberica. Presieduto da un giovane poeta e manager. Justo Jorge Padron. il Congresso si è aperto con un saluto di Rafael Alberti, drammatico e civile: ..Benvenuti poeti del mondo, in questo meraviglioso e insicuro paese, nei suoi giorni meno luminosi della sua democrazia non ancora salda... Il suo discorso sulle terre oggi insanguinate. l'Af¬ ghanistan. l'Iran. l'Iraq, il Libano, il Salvador, il Guatemala segnava subito quali potevano essere i confini del dibattito e il tono delle letture. «Qual è la funzione della poesia nell'era tecnologica?», «La poesia come linguaggio universale, forma di comunicazione, conoscema e rivelasione>, «Il poeta e la nascita della creazione poetica-: questi i temi sui quali si sono divisi i poeti presenti. Padron affronta subito il discorso dicendo che «ti linguaggio della poesia è quello della pace, che .<i( poeta non appartiene a nessun blocco politico, ma deve affrontare la realtà del suo tempo». Per Francisco Mato Paoli di Portorico, la poesia «è una esperienza totale.., che va scritta «con la lingua di tutti», e che «atrrarerso il lirismo si interpreta e si riscatta il dolore umano». Chi scandalizza e provoca è Alicia Yaragosian, poetessa armena residente in America, con 11 suo "decalogo., sulla poesia ..metadimensionale.., un giochino tardofuturista su come scrivere poesie e su cosa. Lo scenario deve essere quello della tecnologia, dello spazio extraterrestre, delle macchine spaziali. Il poeta deve abolire la rima perché non genera sorpresa, controllare gli aggettivi, essere sintetico, abbandonare la descrizione dei paesaggi e affrontare l'intangibile. Le reazioni sono immediate, alcune poetesse spagnole, che navigano astoricamente fra amore e solitudine, agitano le loro borse e i loro manoscritti. Ma la relazione dell'armena Yaragosian introduce il tema che sarà poi quello di fondo del Congresso: il rapporto poesia e scienza. Il guatemalteco Arturo Diaz risponde che lui «viene da un Paese dove la tecnologia sta creando molte preoccupazioni. Un Paese in cui è ancora viva la memoria della tecnica degli antichi Maya». Dice: » Come è possibile coniugare questa tecnica con quella che ci viene imposta oggi? Ma è fatale che il Potere inventi dei limiti, delle costrizioni, siamo noi, i poeti popolari, che abbiamo l'impegno di violarli». Un poeta cubano interviene: non vuole sentire parlare della tecnica, da cui l'uomo viene sempre mutilato, ma di ciò che sente un altro poeta, un altro uomo, sui temi della vita, dell'amore, della morte. Antonio Colinas, giovane critico e poeta spagnolo, risponde che l'impasse in cui si dibatte oggi la poesia è dovuta all'idea di morte delle avanguardie e a quella di crisi della civiltà occidentale. Bisogna ristabilire un nuovo tipo di rapporto con 11 mondo, un modello diverso di società in cui i valori umani non vengano continuamente calpestati e dove la tecnica sia al servizio dell'uomo. E' il giapponese Fumiaki Noya. studioso di letteratura spagnola, critico dell'»Yomiuri-Shinbun. e della rivista «Unii... professore al «Tsuda College., di Tokyo a trarre le prime conclusioni: «In questa era tecnologica, credo che i poeti soffrano molto. Te¬ mono di perdere con lo sviluppo industriale così acce- ' lerato le loro capacità umane e sensibili. Ma è un modo di vedere forse superficiale perché la tecnologia non sa presagire ti futuro: la sciema scopre i buchi neri, ma sono i poeti a conoscerne il valore simbolico. Partiremo per altri pianeti? Questo lo scienziato lo può sapere. Ma lo scienziato ufficiale può anche occultare questa verità. E allora, chi può saperlo davvero? Credo che l'unico sia, ancora oggi, il poeta che ha la sensibilità e l'immaginazione. Perché il poeta può vedere ciò che lo scienziato occulta. E'il poeta che deve dire al popolo ciò che non gli viene detto. Se non sa vedere queste cose, il poeta è solo un poeta ufficiale. La funzione del poeta nell'era tecnologica è di vedere, interpretare e parlare di ciò che prepara la scienza». Ma a Noya si contrappongono le riflessioni del rumeno Georges Astalos : «Nell'epoca della tecnologia, la funzione della poesia è quella di fornire, attraverso ì mezzi d'espressione che le sono propri, temi di meditazione al sapere comune e scientifico. Così la poesia avrà non solo un ruolo di complice nel cammino della ricerca scientifica ma ne diventerà innegabile ispiratrice. Attraverso il suo linguaggio, le sue metafore, i suoi ritmi interni, la sua carica di follìa, la poesia diventerà veicolo d'astrazione e d'utopia, anticipatrice di quei miracoli della tecnica che ci sorprendono e affascinano ad ogni nuova scoperta. La poesia deve essere progetto, progetto utopico, perché solo le utopie hanno la forza di realizzarsi». Più appartati i poeti della Cina di Taiwan, presenti con una delegazione numerosa e compatta. Fra i suoi componenti due ragazzini ; uno. carico di scatoloni, distribuiva opuscoli, biografie del poeti, l'altro, poeta in miniatura, declamava versi. Assenti gli italiani che. sulla carta, vantavano un'ottima nazionale: Sereni. Luzi, Sanguinetl. e Raboni. Forse, paghi degli interventi di Zoff e compagni, hanno preferito rimanere a casa. NicoOrengo «La colomba della pace», dipinto da Picasso nel 1948 per l'appello di Stoccolma