Alida Valli ritrova Fogazzaro

Alida Valli ritrova Fogazzaro In una versione televisiva di «Piccolo mondo antico» Alida Valli ritrova Fogazzaro Questa volta però non sarà protagonista (come nel film girato nel '41 da Soldati) ROMA — Dopo oltre qua- rant'anni Alida Valli torna al Piccolo mondo antico. Un mondo che le fruttò la Coppa Volpi alla Mostra di Venezia del '41. Aveva interpretato il ruolo di Luisa nel film diretto da Mario Soldati e tratto dal romanzo di Antonio Fogazzaro, ed eccola ora immersa nelle stesse fastose atmosfere risorgimentali per lo sceneggiato televisivo diretto da Salvatore Nocita, ripreso dalla stessa opera narrativa. Certo non è più la bellissima fanciulla dagli occhi azzurri e ridenti, dal viso di porcellana, ma una signora dal fascino maturo, cui ben si addice il ruolo della marchesa Maironi, personaggio chiave del conservatorismo di quel piccolo mondo antico in decadimento. • Sebbene il romanzo, e dunque il film e dunque lo sceneggiato, sia un racconto di sentimenti, è anche una vicenda che rappresenta un momento storico. Spiega Alida Valli: «Soldati impostò il suo Piccolo mondo antico come una vicenda imperniata su una protagaonìsta. Lo sceneggiato televisivo invece coglie la dimensione corale, in tutte le sue sfumature. I trainagli di una società in -cui la classe aristocratica si appoggia all'Austria per difendersi dalla emergente classe borghése. Non è una storia di buoni e cattivi, ma una storia d'amore, con un discorso critico nei riguardi di un certo tipo di società e di religiosità. La marchesa è una donna che non ammette compromessi con la borghesia emergente, ma rimane chiusa nella difesa ad oltranza dei propri privilegi». Alida Valli è nata a Pola e in realtà si chiamava Anna Maria Altenburger. Il padre era un professore di tedesco e di filosofia e la sua famiglia faceva parte della nobiltà legata con un patto di fedeltà a Francesco Giuseppe. Adesso i capelli si son fatti grigi e lei li porta tagliati corti, ma all'epoca del suo primo film erano lunghi ed incorniciavano un vjso sfolgorante, fresco e pulito'.1 Fu Mario Bonnard, nel 1937, ad affidarle un ruolo secondario nel film II feroce Saladino. Titolo e tema ispirati al personaggio più ambito di una raccolta di figurine diventata uno strardinario fenomeno di moda che coinvolgeva tutti. «Ho cominciato a lavorare nel cinema per gioco — confessa ora la Valli — solo più tardi è diventata una cosa tanto importante per me da non poterne più fare a meno». Ma lo scatto del successo e della notorietà vengono col film Mille lire al mese di Neufeld, anche sull'onda di una canzone che è sulla bocca di tutti. «Se potessi avere mille lire al mese., che oggi ha un sapore grottesco. Entra quindi al Centro Sperimentale di Cinematografia per perfezionarsi nella recitazione. «E' un periodo di cui non ricordo molto — dice Alida — ero troppo giovane e tatto ruotava attorno a me in modo vorticoso, confuso. Però non posso j dimenticare che è stato prò-] prio al Centro che ho cominciato a conoscere la cinemato-1 grafia americana prendendo \ ad amarla. Allora mi trovai a 1 pensare a quel mondo come ad un mondo di grande libertà».' Sono tempi in cui per vedere i film statunitensi ci si riu- | nisce in clandestinità, da cospiratori, come i cristiani nelle catacombe. Per il Centro si fa eccezione. LI è ammessa vederli, come testi di studio, ma sempre con un rito un po' misterioso, da consorteria segreta. «Mi piacevano soprattutto i film con Ginger Rogers e Fred Astaire. Li vedevo con vero entusiasmo. Cosi quando mi proposero di andare ad Hollywood con un regolare contratto di lavoro ci andai trepidante di emozione e di paura». Per il suo primo film americano si trova col mago del brivido. Alfred Hitchcock. E' // caso Paradine. Ma poi ecco uno dei film più clamorosi, Il terzo uomo con Orson Welles. Comunque il primo impatto con la favolosa Hollywood lei lo ricorda ancora con emozione. «Entrai in uno studio, grandissimo ed ecco davanti a me Gregory Peck. Ethel Bar-] rymore, Charles Laughton.l tutti personaggi che per me\ avevano qualcosa di magico. Nel complesso fu un'esperienza straordinaria. Tutto era ordinato, preciso, calcolato, ricostruito nei minimi dettagli. Rarissimo girare in esterni, come già si faceva in Italia. Poi cominciò ad insinuarsi il tarlo della nostalgia per l'Italia, ma il contratto non era\ ancora scaduto. Pagai una fortissima penale che mi mise a terra economicamente e senza un soldo attesi di tornare al lai'oro ìiel mio Paese». Non dovette aspettare molto la fiammata della grande occasione. Visconti la volle come protagonista giovane di Senso, il suo più memorabile .contributo al cinema italiano, « Visconti fu per me Una grande'scuola. Era uno che amava gli attori e li curava al massimo, fino alla pignoleria. Ma i risultati poi si vedevano. Nella mente di Visconti il film avrebbe dovuto essere più corale, più grandioso. Venne invece molto tagliato cosicché soprattutto la vicenda d'amore acquistò ìnaggior risalto». Poi tanti altri film con Antonioni, con Chabrol. con Pasolini, con Clement, con Bertolucci, con Allegret... Ma frugando nei ricordi di chi è meno giovane Alida Valli è quella spigliata dei vent'anni quasi aerea, coi capelli lunghi, o raccolti all'indietro da un la to e lasciati a cascata dall'altro che diventano una moda imitata da tutte le ragazze. Forse il suo periodo magico anche se il film non era dei migliori, è quello di Ma l'amo re mio non muore. « Vivevo co me in un sogno che sembrava non dovesse finir mai. E invece poi ci sono stati alti e bassi, momenti di stasi e di ripresa. Sono maturata, sono' indubbiamente cresciuta, ho fatto anche teatro, con grandi registi, ho fatto lavori in teleiisione, ho perso l'aggressività di un tempo, ma non l'amore per questo lavoro». Lamberto Antonelli Alida Valli nel film di Soldati e quarantanni dopo

Luoghi citati: Austria, Hollywood, Italia, Pola, Roma, Venezia