STERMINATORE DI GATTI A ROMA UN BARBONE ARGENTINO: «AVEVO FAME»
STERMINATORE DI GATTI A ROMA UN BARBONE ARGENTINO: «AVEVO FAME» STERMINATORE DI GATTI A ROMA UN BARBONE ARGENTINO: «AVEVO FAME» Quattro bestiole uccise nel suo sacco - Finisce in carcere: per il coltellaccio «proibito» che ha usato ROMA — A tradire l'assassino, dopo tanti «delitti perfetti., è stato, come spesso avviene, il caso, impersonato questa volta dalla curiosità di un pensionato che, nei giardini di Colle Oppio, a pochi passi dal Colosseo, aveva visto un barbone scrutare con troppa attenzione viali e cespugli. Poi, seguendo da lontano le mosse dello sconosciuto, il vecchietto ha avuto di colpo un moto d'orrore: dal sacco che il barbone aveva in spalla e scivolato fuori il corpo dell'ultima vittima. Anch'essa, come le altre (forse più di venti) sgozzata con un coltellac¬ cio. Il pensionato, allora, è corso da un vigile, ha indicato l'uomo che si allontanava guardingo, ha accusato: lui lo sterminatore». La carriera criminale di Oscar Serto Lupinaz, 42 anni, cittadino argentino, si è conclusa cosi. Nel sacco, i vigili hanno trovato i porpi delle sue ultime vittime: quattro gatti randagi. 'Li ho ammassati per mangiarli — ha spiegato gelido il Landru dei felini —non ho altro modo per sfamarmi». Il barbone argentino adesso si trova in carcere, ma non per la storia dei gatti: il reato che gli è stato contestato (vio¬ lenza ad animali) è di quelli che al massimo si risolvono con una multa, da 4 a 120 mila lire. A Regina Coeli Oscar Lupinaz è finito per l'arma del delitto, un coltellaccio a sega di genere proibito. Ma già sulla testa dell'affamato vagabondo si vanno addensando nuovi sospetti. E' lui l'autore della «strage» di felini scoperta pochi giorpif a a Piazza Vittorio? In uno scatolone, erano stati scoperti 1 corpi di una ventina di gatti, decapitati e poi bruciati. Altri, dopo questo arresto, hanno improvvisamente notato che da qualche tempo, soprattutto nella zona del Colosseo, la popolaziooe dei «mici» si sta assottiglianndo. E' colpa del •killer» argentino e della sua fame, o è perché sono scomparse le «gattare», queUe anziane donne che tradizionalmente «adottavano» i randagi preoccupandosi ogni giorno del loro cibo? L'occasione è servita anche per qualche rapido excursus storico, con tanto di date (11 gatto fu portato a Roma dall'Egitto intorno al 150 a.C.) e commosse rievocazioni dell'antica solidarietà tra l'Urbe e i gatti del Colosseo.
Persone citate: Di Gatti, Oscar Serto Lupinaz
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