Teksid-Finsider accordo «europeo»

Teksid-Finsider accordo «europeo» Un'intesa destinata a rafforzare la presenza italiana tra i colossi siderurgici Teksid-Finsider accordo «europeo» L'Italia ha un'importante presenza negli acciai speciali - Ma la produzione è dispersa tra 65 aziende - Effetti negativi sulla competitività - Le favorevoli prospettive dell'integrazione fra 2 imprese leader TORINO — L'accordo Teksid-Finsider firmalo la settimana scorsa a Roma, deve essere inquadrato nell'esigenza ri) riassetto della siderurgia nazionale. In particolare per gli acciai speciali la necessità di una razionalizzazione è emersa da tempo, tanto che già nel 1975-1976 si studiarono possibilità di integrazione tra la Téksid Acciai, la Cogne, la Breda e if Acciaierie di Piombino, senza, tuttavia, arrivare a:', una Intesa operativa. Cinque anni più tardi, l'esigenza di rafforzare la presenza italiana nei processi di moderazione della divisione europea del lavoro ha lilialmente portalo, grazie alla convergenza di valutazioni da parte delle aziende interessate e del governo, all'accordo Teksid-Finsider che soddisfa pienamente gli obiettivi aziendali, nazionali e comunitari. Con il 21 per cento del totale dell'act iaio colato. l'Italia e il Paese Cee più specializzato nella produzione di acciaio speciale, anche se questa leadership quantitativa dipende lalla forte incidenza sul totali 'ell'acciaio speciale prodotto, dei .non legati., e dei «microlegati-, che insieme rappresentano il 59 per cento del totale. Per quanto riguarda le dimensioni il mercato italiano, pur essendo rilevante, rimane comunque pari ai due terzi di quello tedesco. Questa nostra situazione presenta peraltro due tondamentali punti di debolezza, e cioè una dispersione produttiva relativamente elevata (65 produttori di acciai speciali di cui solo 16 con produzione superiore alle 20 mila tonnellate l'anno); l'incidenza della produzione da forno elettrico sul totale dell'acciaio colato, passata dal 40 per cento nel 1960 al 53 per cento nel 1979. Questo metodo, costoso, e il frazionamento produttivo, hanno portato 11 nostro prodotto ad essert> meno competitivo. 11 fenomeno trova conferma anche nelle risultanze oVIla bilancia commerciale dei prodotti della prima lavorazione siderurgica, che ha accusato un continuo peggioramento negli anni, più accentuato per i prodotti di maggior valore, in concomitanza con il progressivo passaggio da mercati nazionali relativamente chiusi a mercati sempre più aperti. L'esigenza di superare questi punti di debolezza e di fronteggiare l'aggressività della concorrenza estera ha suggerito forme d'integrazione tra la Teksid e la Flnsider. che costituiscono insieme le maggiori presenze della siderurgia nazionale nel compar lo degli acciai speciali e che insieme danno vita ad unità aziendali in grado di competere pienamente sul piano comunitario. Del resto in Europa la ri strutiurazione dell'industria siderurgica è stala avviata da tempo ed ha contemplato due tipi di strategie. La prima è quella adottata dal governo francese che ha mirato a ri durre 11 numero delle aziende, lavorendo le concentrazioni produttive: nel 1950 erano oltre 30 le imprese siderurgiche in Francia, adesso sono due (Sacilor e Usinor) che produ- oi a a e è o i e, ni le e u- cono complessivamente 23 milioni di tonnellate. La volontà del governo di Parigi è quella di fonderle in un'unica grande impresa. L'altra strategia che riguarda i Paesi del eentro Europa (Germania occidentale, Belgio. Olanda, Lussemburgo), ha avuto un processo analogo su base multinazionale, ma pilotato, anziché dallo Stato, da tre grandi gruppi siderurgici europei: l'Arbed (Lussemburgo), la Thyssen (Germania). l'Estel (Germania e Olanda) che producono sugli 11 milioni di tonnellate l'anno ciascuna. L'Estel, natii nel 1972, sparirà alla fine dell'anno poiché il governo tedesco ha deciso di finanziare solo le imprese siderurgiche ad intero capitale nazionale. Quindi la Hoesch. filiale tedesca del gruppo Eslel, si fonderà con un'altra tedesca, la Krupp Stilai A.G., dando vita alla Ruhr Stilai, che godrà cosi di vantaggiosi finanziamenti pubblici. In Italia c'è un solo grande gruppo produttore di acciaio, la Finsider, che nel 1981 ha prodotto circa 14 milioni di tonnellate e arriva a 15 milio ni con Teksid, diventando co si il primo produttore eurojjco di acciaio grezzo. Quanto è già avvenuto rappresenta, comunque, soltanto un primo passo nella ristrutturazione dell'industria siderurgica comunitaria. iKiiché a livello mondiale agiscono colossi come la -Nippon Steel, che da sola produce più di quanto produce l'Italia nel suo totale (32 milioni di ton¬ nellate l'anno contro le 25 Italiane) e l'americana «United State Steel» che ha prodotto 21 milioni di tonnellate nel 1981. Questo processo di ristrutturazione ha comportato nella Cee (Italia esclusa) una riduzione, dal 1974. di 240 mila occupati, pari al 35 per cento della forza lavoro. In Italia, invece, i dipendenti nella siderurgia sono addirittura aumentati, essendo passati da 94 mila nel 1974 a 98 mila a fine '81 i>er l'effetto combinato di due fenomeni: il ritardo nel processo di ristrutturazione e il lieve incremento di produzione. In Gran Bretagna, infine la crisi siderurgica può essere riassunta nel drammatico dato dell'occupazione: nel 1974 gli addetti erano 198 mila, alla line dell'anno scorso, 90 mila. In com|ienso la produttività e quindi la coniiietitivita sui mercati internazionali è cresciuta del 53 per cento. Per quanto riguarda gli acciai speciali in particolare, le nuove società siderurgiche, nate dall'accordo Teksid-Finsider, avranno una posizione di leadership europea negli acciai speciali non legati e dimensioni paragonabili ai leaders europei nei «legati per meccanica» e negli acciai inossidabili, ponendo cosi l< condizioni per favorire accordi con le Imprese europee. r. v. Confronto tra TEKSID-FINSIDER e i leaders europei di settore ACCIAI NON LEGATI ACCIAI LEGATI PER MECCANICA ACCIAI INOSSIDABILI piombino KRUPP IjEKSJOJ krupp ] UGINE terwnoss "1" TÈKsTd "jsias;

Persone citate: Hoesch, Krupp, Thyssen