II sindacato svolse atti antisindacali? Il pretore lo deciderà solo a novembre

II sindacato svolse atti antisindacali? Il pretore lo deciderà solo a novembre Interrotto il processo intentato con procedura d'urgenza dall'Unione Industriale II sindacato svolse atti antisindacali? Il pretore lo deciderà solo a novembre Il rinvio dovuto al fatto che gli avvocati vanno in ferie ad agosto, il pretore ha fissato le vacanze per settembre e ieri c'era solo più un'ora per otto arringhe perché i carabinieri in pretura smontano alle 18 TORINO — Gli avvocati vanno in ferie in agosto, il pretore Denaro in settembre. Erano le 17, ieri. Sarebbe rimasta soltanto un'ora per discutere la causa: alle 18 la pretura chiude perché i carabinieri finiscono il servizio. Cosi, di fronte alla prospettiva di tenere le arringhe in una manciata di minuti (otto avvocati iscritti a parlare), 1 legali dell'Unione Industriale e quelli del sindacato grafici hanno convenuto di rinviare l'udienza al 18 novembre. Questa la singolare sorte toccata alla causa cominciata al mattino con una procedura d'urgenza chiesta dall'Unione Industriale contro la Fulpc (Federazione unitaria lavoratori poligrafici cartai). Obiettivo: far cessare le forme di intimidazioni, di scioperi selvaggi, alternati alla lusinga di riprendere regolarmente la produzione, esercitate nei confronti di molte imprese per convincerle a dissociarsi dall'Assografici e dalla linea finora seguita dalla Conftndustria per il rinnovo dei contratti. Come è noto un gruppo c)l 35 aziende (Mondadori e Rizzoli comprese) ha concluso il 23 luglio scorso un contratto con i sindacati di categoria. Nei confronti di quello che viene defi¬ nito il gruppo dei «dissidenti» la Confindustria e l'Assografici hanno minacciato l'espulsione. Le manovre per arrivare all'accordo siglato dai «dissidenti» (un 'anticontratto nazionale», l'ha definito l'avvocato Scognamiglìo. che assieme a De La Foresi difende l'Unione Industriale) hanno creato un clima pesante in molte aziende del settore. Esemplare per tutti il caso di una industria torinese, la «Arti Grafiche Vincenzo Bona», 11 cui amministratore delegato e presidente Giulio Bona ha deposto ieri davanti al pretore Denaro, «ti 15 giugno il Consiglio di fabbrica mi chiese di dissociarmi dalla Con/industria e di aderire al gruppo che slava, trattando. Ho riflettuto bene prima di rispondere e poi ho deciso: non potevo uscire dall'Unione soltanto perdié minacciato», ha detto Bona. «Sono cominciati gli scioperi selvaggi, con fermate di mezz'ora, con l'arresto improvviso delle rotative e danni enormi per la produzione. Sono arrivali a sospendere la compilazione dei tagliandi rclatwi alle singole lavorazioni, mettendomi nell'impossibilità di fatturare. Dopo la firma del contralto del 23 luglio il Consiglio di fabbrica mi ha proposto di inviare una lettera alla Confiìidustria coti un mio invito a trattare. Se allessi aderito tutti gli scioperi selvaggi sarebbero finiti. La proposta aveva un termine die scade venerdì 30 luglio», ha concluso Bona. Prima di lui avevano deposto le due parti in causa, il dottor Panzani per l'Unione Industriale e Valerlo Pellegrino, segretario provinciale per la Ful|)c. Panzani: «Da quando nel giugno scorso alcune aziende milanesi e venete hanno cominciato a trattare abbiamo registralo numerosi episodi di intimidazione, nei confronti degli industriali aderenti all'Assografici, perché passassero nel campo dei dissidenti. Per qualche azienda, come la "Bona", la pressione fu particolarmente decisa». «In un incontro con i sindacati — ha aggiunto il responsabile dell'Unione Industriale — li ho invitati a cessare da questa azione scorretta. O si sceglie la strada del contratto nazionale, o quella del contratto aziendali: ma sempre tra le parti legittimate a furio. L'anomalia dall'accordo stipulato dai dissidenti sta proprio in questo: aver fatto un contratto nazionale con delle singole aziende». Per il segretario provinciale della Fulpc, Pellegrino, fu la Mondadori a chiedere al sindacato l'avvio di trattative. -Altre aziende adetirono al gruppo dei dissidenti — ha ricordato Pellegrino —. Quando fummo conmcati all'Unione Industriale, per discutere il caso della "Dona", replicammo che interesse del sindacalo non era quello di rompere il fronte dell'Assografici ma quello di stipulare un contratto di lavoro. Anche i lavoratori hanno pagato un costo nelle lotte di questi ultimi mesi: 70 ore di sciopero a lesta». Alle 16 |>er il pretore Denaro la causa e sufficientemente istruita. Ha interrotto i battibecchi tra gli avvocali (particolarmente accesi quelli ira Scognamiglio per l'Unione e Ventura por il sindacalo, il cui collegio di difesa comprendeva Bascone, Bettin, Chiarloni. Giugni. Volontà). Di 1) a poco i legali avrebbero tenuto le arringhe conclusive. Il magistrato avrebbe dato il suo verdetto in un paio di giorni. Alla ripresa d'udienza il colpo di scena. Gli avvocati chiedono un rinvio. Tulli d'accordo per il 18 novembre. La procedura d'urgenza segna I orzatamente il passo. Claudio Ccrasuolo

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