Il sindacato sollecita il sì ai due gasdotti

Il sindacato sollecita il sì ai due gasdotti Il sindacato sollecita il sì ai due gasdotti ROMA — La Federazione Cgil-Cisl-Uil si è schierata a favore del gasdotto sovietico, con una lettera inviata ieri al presidente del Consiglio. Il dibattito sulla questione avviene ora in modo più disteso e non si registrano importanti reazioni politiche alla presa di posizione dell'Eni, che l'altra sera aveva reso esplicite le proprie ragioni per il si, con una lettera a Spadolini. Il documento sul quale i sindacati hanno trovato l'accordo invila il governo a decidere -senza più dilazioni- per ambedue i gasdotti, quello sovietico «con le opportune definizioni delle condizioni-, e quello algerino «nel rispetto di un prezzo compctitiiKt». Se il governo tardasse ancora si porrebbe -l'esigenza di una mobilitazione massiccia dei lavoratori, non solo di quelli minacciali nel posto di lavoro, ma nell'impegno di tutto il movimento sindacale», perchè si rischierebbero «conscguente rilevanti su tutta l'economia del Paese-. Il parlilo socialdemocratico fa uscire oggi sul proprio quotidiano un corsivo (in replica a critiche di provenienza pei) dove cita come «j>ri?no risultato positivo» la decisione di Spadolini secondo la quale -l'Unione Sovietica non avrà più dall'Italia crediti dilazionati ed aget>olati, come se fosse un Paese povero del Terzo Mondo». Ai comunisti viene dato atlo di •porre il problema con serietà», anche se le posizioni sono mollo diverse. Irrisolta è la questione che preoccupa di più in questi giorni gli uomini dell'Eni. Concludere prima con i sovietici potrebbe vincere la resistenza degli algerini, che chiedono un prezzo troppo alto. Se ci si accordasse, invece, prima con Algeri e poi con Mosca, gli oneri in più sarebbero pagati dallo Stato: il metano che arriva dal Nord Africa, già celebralo come fonte di energia a buon mercato per il Mezzogiorno, sarebbe in realtà sovvenzionato dal contribuentc. s, i.

Persone citate: Spadolini

Luoghi citati: Italia, Mosca, Nord Africa, Roma, Unione Sovietica