Miliardi degli industriali grafici al sindacato nazionale di categoria

Miliardi degli industriali grafici al sindacato nazionale di categoria Un aspetto sorprendente dell'accordo scissionista di venerdì Miliardi degli industriali grafici al sindacato nazionale di categoria Le aziende si sono impegnate a versare a Cgil-Cisl-Uil 20 mila lire per dipendente (grafici) oppure 40 mila (periodici) per «quota servizio» - L'Assografici contesta i calcoli di Formentoni il tetto del 16 per cento abbondantemente sfondato ROMA — Strappando un accordo nazionale alle aziende grafiche scissioniste il sindacato non ha soltanto conseguito un successo, ha fatto anche un ottimo affare. Infatti le aziende firmatarie dovranno versare nella cassa del sindacato unitario parecchi milioni. E' una prassi che nella categoria è in vigore da tempo; nessuno però ne parla volentieri. Nell'accordo di venerdì è stato concordato, «a lato della trattativa, che le aziende verseranno al sindacato 40 mila lire per ogni dipendente se appartenenti alla categoria dei periodici e 20 mila lire per ogni lavoratore se grafici. Formalmente questo «fi""nziamento surrettizio» va sotto il nome di «quota di servizio... Cioè 11 sindacato stampa il nuovo contratto e le aziende lo acquistano per distribuirlo ai dipendenti. Il guadagno sta nella differenza tra le 2-3 mila lire per ogni copia del contratto e le cifre stabilite con lettere di impegno che non vengono mai rese pubbliche. I grafici sono 160 mila. Nell'ipotesi che solo 100 mila siano «raggiungibili dal sindacato» e che la media sia di 30 mila lire a testa, le aziende verserebbero al sindacato circa 3 miliardi. E' una prassi che riguarda anche i poligrafici dei quotidiani. Risulta che dopo la stipulazione del recente contratto nazionale è stata fissata una «quota di servizio* di 50 mila lire a testa. Poiché i poligrafici dei quotidiani sono 15 mila significa che le aziende editoriali verseranno al sindacato 750 milioni ripartiti in tre anni. Anche i giornalisti, che sono 5 mila, hanno una -quota di servizio»; sarà fissata dopo la stesura definitiva del contratto che è in corso. I metalmeccanici si comportano in un altro modo: nei precedenti contratti hanno stampato il libretto a loro spese ed hanno soltanto chiesto alle aziende di collaborare nella distribuzione ai dipendenti. Che cosa accadrà alle aziende dissidenti, tra le quali ci sono Mondadori e Rizzoli? Lo abbiamo domandato al presidente nazionale dell'Assografici. Piero Olivotto: «Ho convocato la giunta per venerdì: metà della categoria, secondo quanto ho potuto accertare finora, è per l'espulsione; l'altra metà è titubante e dice che forse non conicene. A norma di statuto penso che dorremo procedere. L'assemblea nazionale che sarà convocata per la metà di settembre potrebbe poi dare la sanzione definitiva^. Nella sua azienda (Olivotto ha uno stabilimento grafico con 600 dipendenti a Vicenza) come vanno le cose? «Lunedì mattina hanno cominciato con un quarto d'ora di sciopero ed un quarto d'ora di lavoro. Al pomeriggio il secondo turno ha smesso. Ho avvisato il consiglio di fabbrica che piuttosto che firmare l'accordo scissionista chiudo la fabbrica. Non per rivincita ma perché non posso firmare la morte della mia impresa. Cori questo accordo uscirei definitivamente dal mercato. Noi stampiamo per tutto il mondo: dagli arabi agli americani. L'SO per cento della nostra produzione è per l'estero. Gli ordini sono già diminuiti e ho avi'isato il sindacato che dovrò procedere a licenziamenti, forse 200.Dersone». Il vicepresidente nazionale dell'Assografici. Pierfranco Giuncaioli, contesta i costi dell'accordo che l'amministratore delegato della Mondadori, Formenton. ha dichiarato domenica in una intervista a «La Stampa» : • Macclié 16 per cento. Il signor Formenton si limita a fare i conti per la sua azienda. Però ha trascinato nella trattativa anche altri, specialmente grafici comìnerciali. Il costo, a tenerci prudenti, sarà di cinque punti sopra il tetto del 16 per cento, cioè almeno il 21 per cento. Nei due anni successivi ci sarà lo stesso "sfondamento" del tetto programmatico: 18 per cento, invece del 13 nel 1983; 15 per cento, invece del 10 nel 1984-. Questi conti sono stati confermati dall'Unione Industriale di Torino secondo la quale il costo sarà ancora più elevato: circa 27per cento soltanto per il 1982. Il vicepresidente dell'Assografici. Giuncaioli. rivolge a Formenton un rilievo: «Ha trascinato alla trattativa aziende con le quali ha rapporti di lavoro. Abbiamo le prove di queste pressioni. Non doveva farlo perché poi ha stipulato un accordo die forse va bene per la Mondadori ma sarà pesante per i grafici che hanno firmato". E' vero che gli editori «scissionisti» hanno concordato di versare al sindacato una «quota di servizio»? «Se le cifre che circolano sono vere risulterà che le aziende verseranno al sindacato una cifra superiore a quella che pagano per associarsi all'Assografici». Il sindacato sta Impegnandosi al massimo per sfruttare il successo conseguito venerdì. Per esemplo, conta su una risposta positiva dell'Aie (Associazione italiana editori) che oggi a Roma avrà la riunione del direttivo nazionale, dove sono rappresentate le case editrici. A Torino si attende l'adesione dell'Ilte all'accordo nazionale: «La lite —ci ha dichiarato un sindacalista — ha preso qualche giorno di tempo per far valutare i costi dai suoi esperti". Nella Pretura di Torino, infine, domani si discute la denuncia presentata dall'Unione Industriale contro il sindacato per «comportamento antisindacale »: gli industriali accusano il sindacato di aver fatto pressioni affinché le aziende si dissocino dalla Conflndustrla. -Mercoledì — ha annunciato un sindacalista — faremo quattro ore di sciopero in tutte le aziende grafiche torinesi e porteremo in Pretura a mezzogiorno, ora dell'udienza, tutti i consigli di fabbrica». Sergio Devecchi

Persone citate: Formenton, Giuncaioli, Mondadori, Olivotto, Pierfranco Giuncaioli, Piero Olivotto, Sergio Devecchi

Luoghi citati: Roma, Torino, Vicenza