«Non ci sono soldati iraniani in Iraq»

«Non ci sono soldati iraniani in Iraq» Nel quartier generale di Baghdad sul fronte meridionale dopo le offensive di Teheran «Non ci sono soldati iraniani in Iraq» Un ufficiale racconta gli attacchi suicidi dei khomeinisti e le migliaia di morti - A Bassorah la vita è normale TEHERAN —Anche se ieri Baghdad ha denunciato nuovi attacchi sul fronte dello Shat El-Arab. l'.Operazione Ramadan», la grande offensiva di Teheran, contro l'Iraq, sembra arenata. Il comandante delle forze aeree iraniane, ha ammesso che l'aviazione nemica si è notevolmente rafforzata: il ministro della difesa ha parlato di -infiltrazioni» come unico risultato dell'offensiva: Khomeini ha dichiarato che le operazioni dell'Iran sono -esclusivamente difensive», e il premier Mussavi, parlando della mediazione algerina, si è limitato ad affermare che l'Iran chiede soltanto il ritiro iracheno senza elencare le durissime condizioni di pace poste stono a ieri. NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE FRONTE DI SHALAMSHAH — Davanti al quartier generale iracheno è esposta una piccola parte delle armi catturate al nemico: mitragliatrici, Kalashnikov, lanciamissili anticarro, tutto di fabbricazione sovietica. «Materiale fornito da libici e siriani» commenta il colonnello Hekmat. Sopra, uno striscione con lo slogan in vigore dal giorno dell'offensiva iraniana del 13-14 luglio: «Sotto la guida di Saddam Hussein le nostre frontiere saranno la tomba dell'aggressore». Nel suo ufficio, Hekmat fa accendere un televisore, e per un quarto d'ora sullo schermo si snodano le immagini riprese sabato mattina, poche ore dopo la terza grande offensiva delle forze khùmeiniste: corpi distesi, corpi contratti, amputati, dila¬ niati: volti sfigurati, maschere livide, teste carbonizzate, crani esplosi. Uno spettacolo insostenibile. Il colonnello parla di 2500 morti in questa battaglia, una cifra che sembra enorme. Ma dopo aver visto queste immagini ci si chiede se dopo tutto non sia vera. Per la prima volta dall'inizio della guerra, nel settembre '80, un ufficiale superiore spiega nei dettagli ai giornalisti che cosa è accaduto, indicando sulla carta i luoghi degli scontri. Poco prima dell'offensiva, dice, gli iraniani avevano ainmassato alla frontiera 5 divisioni di circa 12 mila uomini ciascuna, oltre a -irregolari»: guardiani della rivoluzione e volontari, molti dei quali (lo appureremo più tardi all'ospedale) hanno fra 13 e 16 anni. Alcuni di loro mi diranno di non aver ricevuto alcun addestramento militare e di aver imparato a maneggiare un fucile solo al fronte. Confermeranno inoltre che i loro capi li mandano all'assalto a ondate successive, il che spiega l'alto numero di vittime. «La notte fra il 13 e il 14 luglio — dice l'ufficiale — gli iraniani lanciano due divisioni regolari e 4 irregolari nel settore di Husseynieh, secondo una linea quasi perpendicolare alla frontiera, con l'obiettivo di tagliare la strada Bassora-Baghdad. Altre truppe sono ammassate attorno al posto di confine di Shalamsha, più a Sud. pronte ad accerchiare Bassora se la prima offensiva riuscirà, per privare l'Iraq del suo unico porto sul Golfo. Gli assalitori sono annientati, i morti sono il 50-70 per cento». La seconda offensiva, la notte fra il 16 e il 17 luglio, è sferrata da due divisioni regolari e due irregolari: «In realtà li abbiamo attirati in una trappola lasciandoli entrare nel nostro territorio, perché il terreno è sfavorevole. Nostro scopo è infliggere loro il massimo delle perdite prima di respingerli». E il colonnello cita il bilancio già fornito dal vice premier Tarek Aziz: 10 mila uccisi, 817 prigionieri, 200 carri armati fuori combattimento, 60 blindati distrutti, 3 aerei abbattuti. «La terza offensiva si è svolta in due fasi su entrambi i versanti della strada Bassora-Muhammara (Khorramshahr), all'altezza del ponte di Shalamshah, a circa 18 chilometri da Bassora», precisa Hekmat. Il primo attacco, alle 22,30 del 23 luglio, sarebbe stato respinto in 90 minuti. 1124 alle 0,30 altri due assalti, con l'obiettivo di tagliare in due le forze irachene. «Vi sono stati molti morti e pochi feriti: gli iraniani hanno impegnato una sola divisione, hanno attaccato allo scoperto e non sono riusciti a raggiungere le nostre linee lungo la frontiera. Questo attacco è fallito, e non vi sono truppe iraniane in territorio iracheno». Per ora gli abitanti di Bassora non sembrano preoccuparsi del cannone che tuona quasi tutte le notti. Il cuk non mi è mai sembrato così pieno di ogni sorta di prodotti, né tanto frequentato: Paul Balta Copyright «Le Monde» c per l'Italia «La Stampa»

Persone citate: Hekmat, Khomeini, Paul Balta, Saddam Hussein, Tarek Aziz