Vampirismus: la maledizione di una tenebrosa baronessa di Ugo Buzzolan

Vampirismus: la maledizione di una tenebrosa baronessa LA TELEVISIONE di Ugo Buzzolan Vampirismus: la maledizione di una tenebrosa baronessa Denso programma per chi passa la serata davanti al televisore. C'è poco sulle privute. ma le tre reti Rai offrono parecchie cose, la rete 1 il varietà canoro -Sotto le stelle- e un -Quark speciale- sulle scimmie nelle grandi foreste; ancora scimmie, ma in un film di fantascienza sulla rete 2, preceduto dalle atmosfere misteriose di Hoffmann. Meno ricca (obbligo istituzionale?) la rete 3 che si affida ad un telefilm poliziesco inglese. Lasciamo stare — soprattutto perchè fa caldo e non si ha mglia di scaldarsi ulteriormente con le polemicìw- — questa anomala presenza di un telefilm poliziesco inglese sulla rete 3 (fosse italiano, benissimo, ma, straniero, che ci sta a fare su una rete la cui ragione di t'ita è la differenziazione dalle altre due reti e dal¬ le private?); lasciamo perdere, perora, e richiamiamo piuttosto l'attenzione dello spettatore più esigente su Hoffmann che compare con il racconto • Vampirismus- in apertura di rete 2 per il ciclo -Il fascino dell'insolito-. Qui. invece, siamo in pieno telefilm italiano. Il titolo della rassegna è indicativo: storie che hanno il fascino degli accadimenti inconsueti ed enigmatici, ossia dell'imprevisto, della magia, del soprannaturale, dell'irrazionalità. Tipico è il telefilm di stasera ispirato ad imanovella della raccolta -1 fratelli di Seraplone-, pubr blicata nel 1821. un anno prima della morte di Hoffmann. Nella bizzarra e nera vicenda di una baronessa che ha una splendida figlia cui morendo trasmette un'atroce maledizione, c'è tutta la fan- tasiu del grande scrittore tedesco, una fantasia sottile ed estrosa, fiabesca e poetica, surreale e al tempo stesso legata alla dimensione quoti diana, capace di porre sullo stesso piano sogno e realtà. La realizzazione tv è stata uffidata al regista cinematografico Giulio Questi che. oltre ad aver laiforato per la prima serie del ciclo (un altro Hoffmann. - L'uomo della sabbia-), è autore di pellicole grottesche e. inquietanti come -La morte ha fatto l'uovo- e -Arcana-. Il ciclo merita considerazione. Ha già presentato due racconti notevoli. -La tortura della speranza- di Mario Chiari e -Impostore- dei fratelli Frazzi (die cui la settimana prossima andrà in onda -La cosa sulla soglia- che ha appena avuto il premio per la regìa al Festival di Cattolica). E'una rassegna di telefilm di stampo italiano, non girati con la cinepresa ma con la telecamera; pochi personaggi, costi bassi; c soggetti prestigiosi ispirati ai classici di una letteratura che va dal gotico alla fantascienza. L'iniziativa è da incoraggiare perché mira alla creazione di un prodotto nazioNalc oKiginale. in un settore dove il dominio straniero è schiacciante. Resta da vedere quanto pubblico riescano a catturare telefilm di intenti così raffinati (e in quale misura siano esportabili). Per cui — pur insistendo su sperimentazioni che danno un contributo alla ricerca di nuovi linguaggi televisivi — la Rai dovrebbe poter realizzare, e in serie, anche telefilm più correnti, «di largo consumo a buon livello-. Ma qui sarebbe indispensabile la stretta collaborazione con il cinema. Qualche esempio quest'anno c'è stato (due validi gialli di un'ora, entrambi di piccole case e di registi cinematografici di mestiere come Cofano e Bazzoni).

Persone citate: Bazzoni, Cofano, Frazzi, Giulio Questi, Hoffmann, Mario Chiari

Luoghi citati: Cattolica