«Scuola, la riforma non è di facciata»

«Scuola, la riforma non è di facciata» LETTERE AL DIRETTORE «Scuola, la riforma non è di facciata» Signor direttore, Francesco Barone ha espresso, sulla riforma della scuola media superiore (La Stampa, 20 luglio), valutazioni negative, die rischiano di alimentare — specialmente fra gli insegnanti — riserve pericolose e non giustificate. Il testo in discussione alla Camera è diverso risotto a quello già votato nel 78: perche' fissa un punto di equilibrio tra formazione generale e professionalizzazione più corretto e più rispondente alle esigenze della società e perché introduce elementi di flessibilità e di adattabilità assenti dal testo precedente. Di questi miglioramenti Francesco Barone dà atto. Sbaglia peraltro — a mio avviso — a parlare anche di questo nuovo testo come di un testo di facciata e a presentare la riforma con scetticismo quasi si potesse procedere con piccoli aggiustamenti degli attuali ordinamenti. Certo, nel nostro Paese le riforme sono spesso dichiarazioni di intenti prive di concrete capacità di trasformare, migliorare, razionalizzare la realtà. Ma questo non ci può autorizzare a sostenere che non occorra, oggi, un grande sforzo di riforma della scuola media superiore. Guardando al prossimo trentennio e ai problemi delle società ad alto livello di sviluppo occorre: — unificare la formazione culturale dei giovani, estende re a tutta la scuola media su periore il filone storico-critico che caratterizza la formazione liceale, aggiungendovi in tegrazioni culturali indispen sabili per la comprensione della realtà contemporanea (alludo soprattutto all'economia, alle scienze sociali, ai moderni linguaggi di comunicazione e di elaborazione delle informazioni); — eliminare la dicotomia tra cultura e professionalità per dare sbocchi operativi a qualsiasi tipo di formazione, per garantire che la cultura sia anche attitudine ad intervenire sui fenomeni, che capacità critiche e capacità operative si saldiìio; — assicurare che la professionalità dei quadri intermedi della nostra società si fondi su una cultura tecnico-scientifica più solida e sicura di quella mediamente oggi fornita dalla scuola media superiore: il quadro delle professionalità e delle mansioni cambia continuamente a ritmi sempre più intensi e va ricercata non tanto la preparazione a specifici «mestieri» quanto—per grandi aree e per alcuni fondamentali indirizzi — l'acquisizione dei contenuti e delle metodologie atte a garantire capacità di aggiornamento continuo. Questi sono gli obiettivi della riforma, il quadro strutturale ne deriva conseguentemente. Si può certo discutere — ed esprimere perplessità — sulle concrete formulazioni legislative, sui tempi necessari a realizzarla, sulle scelte operative che presupporrebbero una struttura ministeriale agile ed efficiente. Ci sembra invece pericoloso minimizzare le esigenze di cambiamento, prospettarle in termini di semplici razionalizzazioni. Il sistema formativo italiano ha bisogno di interventi profondi di ammodernamento strutturale: sarebbe grave se all'opinione pubblica non venisse prospettato — in tutte le sue implicazioni — il nesso che passa tra sviluppo sociale ed economico ed adeguamento del sistema scolastico. Con viva cordialità. Aldo Gandolf i deputatopri man bro commissione /'. Istruzione della Camera

Persone citate: Aldo Gandolf, Francesco Barone