Andreatta: se i nostri conti non tornano saranno le banche estere a comandare di Mario Salvatorelli

Andreatta: se i nostri conti non tornano saranno le banche estere a comandare Avvertimento del ministro del Tesoro al 50° anniversario dell'Imi Andreatta: se i nostri conti non tornano saranno le banche estere a comandare L'utile dell'Istituto mobiliare è di 72,1 miliardi - Raddoppiato il capitale (1000 miliardi) ■ Prestito obbligazionario ROMA — Il ministro del Tpsoro, Nino Andreatta, poche ore prima del «vertice» dei ministri finanziari, ha colto l'occasione del Cinquantenario dell'Imi per sottolineare la gravità della crisi in corso, e per indicare le linee sulle tiuali si dovrà muovere «la finanza pubblica», ma arche quella privata, nel 1983 e negli anni successivi. 'Il bilancio pubblico — ha dello il ministro — dovrà dare ranno prossimo al Paese il senso del cambiamento, di un'inversione di marcia, e il disavanzo non dovrà superare quello del 1<JH2». A questo scoimi. l'Italia dovrà colmare il «gap» che la separa dagli altri Paesi sviluppati nella quota d'investimenti sul prodotto nazionale, pari, negli ultimi anni, a circa il 19,5% del procioni) interno lordo, due punti in meno della ben più ricca Germania Ovest. Inoltre, le tariffo dei servizi pubblici, dai teleioni all'energia elettrica ai trasporti, gestiti dalle aziende autonome. dall'Enel e dalle aziende municipali, do vrannn adeguarsi alle tarille .•europee», lino ad annullare l'abisso che oggi separa i ricavi dai costi. Infine, la dinamica spontanea dei miglioramenti salariali dovrà ridursi della meta, se vogliamo evitare un'irrimediabile perdita di competitività sui mercati in leniazionali. Andreatta ha aggiunto che gli aumenti delle retribuzioni, collegati ai miglioramenti della produttività, dovranno seguire, e non precedere, questi eventuali progressi. Ed ha ammonito che, non seguendo queste linee-guida, «tutto andrà a finire non con uno schianto, ma con un sospiro», ma sarà un sospiro che segnerà il passaggio del nostro Paese sotto il controllo dei banchieri internazionali. E' in gioco, in sostanza, la sovranità nazionale, perche si sta ripetendo, nei confronti dell'estero, il meccanismo perverso che già da tempo, agisce all'interno, tra spesa pubblica e crescente peso sulla slessa degli interessi passivi; 11 disavanzo pubblico ha raggiunto quote, rispetto al prodotto interno lordo, che sono triple di quelle degli altri Paesi nostri coni furenti. E il quinquennio l9B:s-'87, ha detto ancora Andreatta, si preannuncia difficile. Il «pavimento» dell'inflazione media europea, calcolato nel 7';;. sarà molto difficile da sfondare, e per l'Italia da raggiungere. La crescita media annua del prodotto interno lordo, nella migliore delle ipolesi potrà aggirarsi sul 27,. La disoccupazione tenderà a stabilizzarsi sul 107< della forza di lavoro «teorica». Ricordandosi, infine, del cinquantenario dell'Imi, il nii- nistro Andreatta ne ha sottolineato le tappe, ma ha detto che oggi non si tratta di ricostruzione materiale del Paese, come nel primo dopoguerra. Oggi si tratta di creare un solido meccanismo di svilup]X>, attraverso una moderazione salariale-, una politica fiscale restrittiva, una manovra del cambio che faccia giustizia dell'apparente contraddizione tra moneta forte e svalutazione reale interna come l'esempio del Giappone! insegna. Prima del ministro Andreatta, alla celebrazione del Cinquantesimo anniversario dell'Imi, svoltasi alla presenza del Presidente della Repubblica. Sandro Pertini, Luigi Arcuti, Presidente dell'Istituto Mobiliare Italiano, ne aveva tracciato le tappe e la funzione, che oggi accetta, e pretende, di elevarsi a livelli più diversificati e utili per il Paese: diretto finanziamento i>cr l'impresa, intermediazione tra domanda e offerta di capitale di rischio. Arcuti ha, infine, annuncialo che al 30 giugno scorso, i crediti dell'Imi, in mutui, finanziamenti diretti alle imprese, finanziamenti |>cr conto dello Stato e della Ceca (Comunità europea carbone e acciaio) avevano raggiunto 1 18 mila miliardi di lire. Questa cifra segna un ulteriore progresso sul risultato del bilancio 1981 che, nell'assemblea successiva alla cerimonia del Cinquantenario, Luigi Arcuti ha evidenziato in un incremento del 28.4% degli impieghi, in un'analoga espansione della provvista clic è passata da 14.512 a 17.085 miliardi di lire, in un attivo totale che sfiora i 22 mila miliardi, e in un utile di 72,1 miliardi di lire. L'assemblea dei Partecipanti, infine, ha approvato l'aumento del capitale dell'Imi da 500 a mille miliardi, con l'emissione di un prestito obbligazionario, già interamente sottoscritto e convertibile in quote di capitale. Luigi Arcuti. a proposito della vicenda Banco Ambro siano, ha confermato che l'I mi noi) ha assunto impegni a coprire le perdite del Banco, in Italia o all'estero, ma è disunitale, sulla base degli accertamenti in corso da parte della Banca d'Italia, ad assi curare gli eventuali fabbiso gni di liquidità, che al Banco Ambrosiano si dovessero ma infestare, insieme alle altre cinque Banche che a questo scopo si sono impegnate con la Banca d'Italia stessa. Mario Salvatorelli

Persone citate: Andreatta, Arcuti, Luigi Arcuti, Nino Andreatta, Sandro Pertini

Luoghi citati: Germania Ovest, Giappone, Italia, Roma