Visconti, un tappezziere di Mario Melloni

Visconti, un tappezziere Visconti, un tappezziere Non ero digiuno di cinema. Deputato al Parlamento, direttore di II Popolo e membro della direzione de — fui scacciato da Fanfani nel '54 —frequentavo con De Gasperi e su invito di lìndreotti (ventottenne sottosegretario alla presidenza del Consiglio e responsabile dello spettacolo) la saletta di proiezione di via Veneto ove allora aveva sede la direzione generale della cinematografia. Ricordo che, dopo aver visto Governante rubacuori con Clifton Webb, chiedemmo a De Gasperi se gli era piaciuto; senza la minima ironia rispose: «SI, ma non è verosimile». Nel '48 venni così designato da lindreotti quale membro della giuria di Venezia insieme a Chiarini (presidente), lìristarco, Consiglio, Gromo, Lanocita, Marinucci, padre Morlion, Prosperi. Eravamo tutti ospiti dell'Excelsior del Lido ove si frequentava il bel mondo che aveva nella contessa Cicogna, nata Volpi di Misurata, un affascinante e raffinato polo d'attrazione. Sì, è vero, non demmo un premio importante a La terra trema di Visconti (in proposito, però, vi furono delle lunghe discussioni) ma non me ne pento: considero infatti Visconti un grande tappezziere, sia pure nel senso più alto della parola. Ricordo che mi colpì molto Duello ai sole con Jennifer Jones, e che demmo il premio per la migliore interpretazione femminile a Jean Simmons, la stupenda Ofelia dell'Amleto di Olivier. Chiarini teneva saldamente in pugno le riunioni della giuria, era vivacissimo e intelligente... aristarco era severo e rigoroso, mentre padre Morlion — uomo di mole imponente — si vantava di aver ottenuto dai suoi superiori il permesso di poter mangiare -doppio* di tutto: due primi, due secondi, due frutta, due dolci... Mario Melloni

Luoghi citati: Misurata, Venezia