Glemp: il Papa in Polonia quando ci sarà pace sociale

Glemp: il Papa in Polonia quando ci sarà pace sociale Il Primate spiega il rinvio concordato con Czyrek Glemp: il Papa in Polonia quando ci sarà pace sociale DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — E' stato il Primate di Polonia Jozef Glemp a spiegare ufficialmente le ragioni che hanno consigliato il rinvio, a data ancora da decidere, del viaggio del Papa in Polonia. Celebrando la Messa nella cappella polacca delle arotte vaticane, mons. Glemp ha detto che la visita non deve «cadere in un tempo di irritazione, di eccitazione», bensì «in un tempo nel quale potremo essere in grado di raccogliere ogni sua parola, ogni nostra comune preghiera con lui in spirito religioso, senza esitazioni, senza emozioni dettate da condizioni esterne». Gli ha fatto eco, da Varsavia, il generale Jaruzelski, che, nel discorso alla Dieta, ha detto che il viaggio del Papa deve svolgersi in «condizioni di calma sociale e di un certo livello di normalizzazione». Dunque il compromesso è stato raggiunto dopo un faticoso negoziato, che ha visto quali protagonisti per tre giorni da una lato 11 paziente è tenace Segretario di Stato Agostino Casaroli e dall'altro Jozef Czyrek, che ha svolto proprio in Vaticano la sua ultima missione da ministro degli Esteri prima di cedere il posto a Stefan Olszowski, cosi ricompensato per il freschissimo siluramento dalla segreteria del Poup. Il fine senso diplomatico di Casaroli (che. prima di essere Segretario di Stato, è stato, quale «ministro degli Esteri», l'architetto dell'Ostpolitik di Paolo VI) ha finito per prevalere sull'istinto pastorale di Giovanni Paolo e sul suo fortissimo desiderio di essere presente all'inizio delle celebrazioni del centenario della Madonna Nera di Jasna Gora, veneratissima in Polonia. Aiutati anche da Glemp, tornato precipitosamente dalla Sicilia alla notizia dell'improvviso arrivo a Roma di Czyrek. Casaroli e lo stesso ministro polacco hanno fatto presente al Pontefice che la situazione sociopolitica in Polonia è ancora troppo tesa perché una visita papale non comporti altissimi rischi di gravi turbamenti. Il compromesso raggiunto consiste nel fatto che la visita si svolgerà prima che terminino le celebrazioni per la Madonna Nera; e poiché tali celebrazioni durano un anno v'è un ampio ed elastico margine di tempo per trovare il momento più opportuno per la visita, la cui data perciò non è stata annunciata anche se probabilmente è già stata fissata in linea di massima (maggio o giugno). Indubbiamente, dopo questo complesso negoziato il rapporto Stato-Chiesa in Polonia diventa ancora più importante e condizionante per la «giunta» di Jaruzelski, il quale, pur avendo deluso ieri le attese di chi si aspettava l'annuncio di provvedimenti liberalizzanti alla Dieta, ha fatto capire di contare molto sulla collaborazione della Chiesa per procedere ad una sia pur gradualissima normalizzazione. E la Chiesa, a sua volta, sia nella persona di Glemp che in quella dello stesso Pontefice, può condizionare la propria «benevolenza., verso lo Stato al comportamento dei militari. In questo consisteva la delicatezza della missione di Jozef Czyrek a Roma: spiegare con sufficiente credibilità alla diplomazia vaticana, oltre che a quella italiana (Czyrek si è incontrato anche con Colombo), quali sono le vere intenzioni della .giunta» sui tempi e i modi di quella normalizzazione, che Jaruzelski sembra intenzionato a perseguire proponendosi come modello Kadar e non Husak. Nessuno sa. per il riserbo a triplice mandata con il quale si chiude in questi casi il Vaticano, quali assicurazioni Czyrek abbia dato. Comunque, sia pure con enormi difficoltà testimoniate dalla lunghezza del negoziato, pare che sia riuscito nel suo obiettivo. Non sappiamo, perché altrettanto ferreo è stato il riserbo, se Czyrek sia stato egualmente convincente con Enrico Berlinguer, che ha incontrato ieri. Smessa la feluca diplomatica, per cederla come si è detto a Olszowski. Czyrek ha indossato la veste, nuova di zecca, di segretario del Comitato centrale del Poup addetto ai rapporti con i partiti comunisti. E, subito, si è trovato di fronte ad un compito altrettanto arduo che quello svolto in Vaticano. DI tutti i pc del mondo, l'italiano è certo il più aspro critico di Jaruzelski. Anche a Berlinguer, come al Papa e Colombo. Czyrek ha chiesto pazienza e fiducia e anche un po' di collaborazione. Negativo sull'ultimo punto, pare che Berlinguer si sia dimostrato più accondiscendente sui primi Idue.