In Libano la tregua ancora rispettata ma la diplomazia non fa passi avanti

In Libano la tregua ancora rispettata ma la diplomazia non fa passi avanti I palestinesi si dichiarano favorevoli alla forza multinazionale proposta da Reagan In Libano la tregua ancora rispettata ma la diplomazia non fa passi avanti BEIRUT — Il capo delle «Forze libanesi» di destra Beshir Gemayel e il presidente del «Movimento nazionale» di sinistra Walid Joumblatt si sono incontrati ieri a Beirut e, per la prima volta dopo la guerra civile del 1975-'76, l'incontro si è svolto a quattr'occhi. L'incontro viene considerato un tentativo di trovare un accordo fra le opposte forze politiche libanesi che contribuisca a risolvere la tragedia di Beirut Ovest assediata dagli israeliani. Tanto Joumblatt quando Gemayel erano stati chiamati a far parte del «Comitato di salvezza nazionale» dal quale però il leader delle sinistre si era dimesso venerdì 25 giugno in seguito ad un sanguinoso bombardamento dell'aviazione israeliana su Beirut. Dopo un'ora di colloquio, entrambi sono stati ricevuti dal capo dello Stato libanese Elias Sarkis. -Spero si possa trovare un'intesa», ha poi di¬ chiarato Joumblatt. Ha annunciato anche la sua intenzione di incontrare 11 media* tore americano Philip Habib e di recarsi, in seguito, a Damasco «se la strada sarà aperta». Anche Ieri la tregua fra isaraeltanl e paletinesi è stata rispettata, nonostante alcuni incidenti nella zona dell'aeroporto. Non sembra però che vi siano progressi verso la soluzione politica. Una fonte governativa citata dalla radio nazionale ha smentito che le autorità libanesi possano accettare il ritiro dei fedayn da Beirut verso il Nord del Libano, che sarebbe stato proposto al primo ministro Shafiq Wazzan dal presidente dell'Olp Yasser Arafat. -I guerriglieri palestinesi devono andarsene dal Libarlo», ha detto la fonte. Ma poi la fonte stessa è stata smentita. Per 11 momento l'invio di una forza multinazionale a Beirut viene non soltanto accettato, ma sollecitato anche dalle organizzazioni palestinesi più vicine all'Urss. Ieri ili portavoce del «Fronte democratico per la liberazione della Palestina», filosovietico, ha dichiaralo di considerare l'eventuale partecipazione italiana a tale forza come un fatto positivo. Per i palestinesi, l'Intervento della forza multinazionale è una garanzia che il loro ritiro da Beirut avverrà senza incidenti e che i profughi rimasti nei campi non subiranno rappresaglie. Ora che gli Israeliani hanno reso sicure le strade, nel sud del Libano è possibile circolare dappertutto. Ma ci sono posti in cui nessun libanese va mai: i campi dei profughi palestinesi, dove decine di migliaia di donne, vecchi e bambini sono rimasti abbandona-, ti al loro destino, dopo 1 rastrellamenti dell'esercito vincitore che ha preso prigionieri tutti gli uomini in età di portare un'arma. Gli ultimi guerriglieri che ancora resistevano fra Tiro e Sidone si sono arresi per la fame, dopo aver cercato Inutilmente di convincere gli abi• tati ti libanesi a nasconderli o ad aiutarli. I campi devastati dai bombardamenti sono stati passati al setaccio dalla fanteria. Quando questa si è ritirata, raccontano i testimoni, le baracche dei profughi erano un ammasso di rovine. «Le condizioni dei profughi sono spaventose — afferma monsignor Haddad —. Molti non hanno più un tetto, ma rimangono accampati dove era la loro baracca perché non sanno dove andare. Israele non permette alle organizzazioni internazionali di intervenire. Inoltre rifiuta di pubblicare gli elenchi del prigionieri: le donne rimaste nel campi non sanno se 11 loro uomo è in prigione o è stato ucciso». La tregua è comunque precaria. Un soldato israeliano è rimasto ferito a Beirut Ovest da colpi d'arma da fuoco sparati da posizioni palestinesi.

Persone citate: Elias Sarkis, Gemayel, Haddad, Philip Habib, Reagan, Shafiq Wazzan, Yasser Arafat