Sott'acqua tra pareti di vetro per vedere la Pompei sommersa di Liliana Madeo

Sott'acqua tra pareti di vetro per vedere la Pompei sommersa L'antica città romana nel mare di Baia, presso Napoli Sott'acqua tra pareti di vetro per vedere la Pompei sommersa A pochi metri di profondità marmi, mosaici, stàtue e decorazioni di palazzi imperiali Creare un museo archeologico subacqueo - Le proposte per sfruttare il patrimonio DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE NAPOLI — Il primo museo archeologico subacqueo d'Europa potrebbe essere creato in questo tratto di mare, nell'insenatura fra Punta Epitaffio e il promontorio su cui è arroccato il Castello aragonese di Baia. Qui sotto, fra i 4 e i 10 metri di profondità, ci sono i marmi e i mosaici di una ricchissima citta romana, le statue e le decorazioni dei palazzi imperiali, le strade e i magazzini che le costeggiavano, le ville e le piazze della piU mondana stazione termale del Mediterraneo. E' una Pompei sommersa, sprofondata via via dentro l'acqua, per tanto tempo sepolta sotto una coltre di sabbia e fango. I pescatori hanno saputo da sempre di questi tesori nascosti: su quella piazza o questo colonnato erano soliti darsi appuntamento; e dalle loro battute di pesca tornavano raccontando le meraviglie di quanto la limpidezza del mare quel giorno o 11 flusso delle correnti avevano permesso di vedere. Anche i ladri hanno saputo fare tesoro di queste scoperte, e pazientemente, con pochissimo disturbo, per decenni hanno lavorato por tando via tutto quello che era possibile, subito dirottato sul mercato clandestino. Per gli archeologi invece le difficolta di studio e di ricerca sono sempre state forti. Già nel 1923 e poi nel '28, durante un drenaggio lungo il lido, furono recuperati a poca profondità sculture e marmi imponenti, certamente appartenenti a una villa imperiale. Ma gli ostacoli per il lavoro della sovrintendenza, oltre che per le limitate disponibilità finanziarie, sono tanti. E' lacunosa la normativa che li¬ mita il diritto a immergersi in queste acque. Non ci sono abbastanza carabinieri e guardie di finanza da destinare al controllo del comprensorio. Va perfezionato il rapporto coi volontari, i sommozzatori che hanno dato un contributo prezioso nelle campagne di scavo. Va preparato un personale statale in grado di fare immersioni: quest'anno per la prima volta il ministro del Beni Culturali ha organizzato corsi per operatori subacquei. Prima, quando un archeologo o un tecnico scendevano in mare durante una ricerca, lo facevano a proprio rischio e pericolo. All'iniziativa del ministero hanno aderito in tanti: l'avventura che l'archeolo- già subacquea si prepara a far vivere, si annuncia avvincente e pochi sembrano volervi rinunciare. La scoperta di Baia sommersa è appena agli inizi. E il mito che ha avvolto questa città scomparsa da secoli non si è mal offuscato. Tutta la zona che sta alle spalle di Baia e di questo tratto di costa ha sempre avuto un fascino particolare: gli antichi chiamarono «campi flegrel», cioè fiammeggianti, come combusti dal fuoco, questa terra di vulcani, vapori caldi, zampilli d'acqua salutare: e qui, fra Cuma e il lago A verno, posero l'antro della Sibilla e l'accesso al regno degli inferi, vedendo in caverne e spe- lonche luoghi sacri al culto dell'Invisibile e alle voci del mistero. Ma Baia, rispetto agli altri centri dei Campi Flegrei. aveva un'altra specialità: le acque termali che benissimo curavano i reumatismi. E celebri erano anche 1 suol vini e i pesci, ostriche e murene. Per questo a Baia si veniva a villeggiare, passando estati proverbialmente allegre, con grandi sbronze, canti e schiamazzi notturni, una licenziosità che indignava i benpensanti. Se ne lamenta Varrone. Lo raccontano Seneca e Clce-» rone. Properzio, tormentato dalla gelosia, malediceva Baia in cui villeggiava la sua amata. Una volta scomparso tutto sotto l'acqua, anche l'Individuazione del palazzi era ipotetica e approssimativa. Il 1981 è stato l'anno decisivo per Baia. Soltanto allora è stato fatto il primo scavo sistematico, quando — coi denari di una fondazione tedesca — è arrivata un'equipe di ricercatori dell'Università di Marburg, diretti dall'archeologo tedesco Berbard Andreae. Sono venute fuori statue, frammenti di 22 specie di marmi, un triclinio. Si è avuta la conferma che quello trovato proprio sotto Punta Epitaffio è il palazzo imperlale. E' venuto fuori il ninfeo triclinare, con la vasca rivestita di marmo e ornata di statue, Già si pensa a come far ammirare questo caso di archeologia sommersa, unico al mondo per vastità e importanza. Quattro progetti, di cui uno di una società petrolifera americana, sono già stati depositati al ministero. Uno, dell'architetto napoletano Antonio Di Stefano, prevede l'immersione stabile in mare di una calotta pressurizzata di cristallo e acciaio, ampia 22 metri e alta 3: passeggiandovi sopra si potranno attraversare sale, terrazzi, porticati del palazzo dei Cesari. Costo pre visto: 2millardi. Un altro progetto, caldeg giato dalla sovrintendenza, è molto più semplice: consorziare i Comuni della zona flegrea, e predisporre barche con fondo trasparente per portare i turisti a spasso su Baia antica. Intanto c'è da fronteggiare la minaccia di vandali e ladri. A settembre gli archeologi tedeschi riprenderanno i lavori. Per ora, dopo la campagna di primavera, tutto è stato coperto con quintali di sabbia. Liliana Madeo

Persone citate: Antonio Di Stefano, Berbard Andreae, Cesari, Seneca, Varrone

Luoghi citati: Europa, Napoli, Pompei