Genova, non ci fu dolo nella mancata notifica ai quattro brigatisti

Genova, non ci fu dolo nella mancata notifica ai quattro brigatisti Genova, non ci fu dolo nella mancata notifica ai quattro brigatisti Non furono rintracciati in tempo • Non saranno processati per l'omicidio di 4 carabinieri DAL NOSTRO CORRISPONDENTE GENOVA — Sono soltanto quattro, e non dodici come s'era scritto alcuni giorni fa, i presunti brigatisti rossi che — accusati di -concorso moraleper l'omicidio del carabinieri Battagllni, Tosa, Casu e Tuttobene (in due agguati sanguinosi, realizzati nel novembre 1980 e nel gennaio del 1081. a Genova) — sono risultati di fatto prosciolti da ogni accusa e. quindi, non saranno giudicati in corte d'assise, L'Ufficio istruzione di Genova, infatti, ne aveva chiesto l'assoluzione non avendo essi preso parte materialmente al fatto. Contro questa decisione aveva presentato appello il pm Roberto Pucigna, ma la cancellerìa della Procura della Repubblica non aveva notificato il ricorso entro i trenta giorni prescritti dal codice di procedura penale. L'episodio, esploso in un momento estremamente delicato e in piena polemica tra polizia e magi stiratura, aveva provocato nuove tensioni e un'inchiesta immediata della Procura Ge nerale per accertare le cause della mancata notifica dell'appello.- Ieri mattina è stato accertato che l'errore della cancelleria sarebbe stato causato dai frequenti spostamenti di alcuni imputati in diverse ca se di pena:, per cui la notifica avrebbe «rincorso» alcuni con tutti 1 prevedibili ritardi d'ordine burocratico, lungo la penisola. I quattro che non saranno processati sono: Antonio Sa vasta. Luca Nicolotti, Vincenzo Gagliardo e Maria Massa. La sezione istruttoria della Corte d'appello di Genova ha invece rinviato a giudizio per •concorso morale* in omicidio Barbara Balzaranl (che è lati' tante). Patrizio Péci, Nadia Ponti, Anna Marta Briaschi, Mario Moretti, Rocco Micaletto, Bruno Seghetti e Bruno Piccioni. Questi otto brigati sii, pur non avendo eseguito materialmente gli omicidi (il «commando» assassino era guidato da Riccardo Dura morto poi nello scontro a fuoco con 1 carabinieri, nel covo di via Pracchia), erano però i capi della colonna genovese p. 1.

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