Un caso Falkland a rovescio di Ferdinando Vegas

Un caso Falkland a rovescio OSSERVATORIO Un caso Falkland a rovescio li' (lassata quasi inosservata, pochi vinmi fa, la notizia che il nuovo governo di Mauritius hit accettalo l'accordo simulalo il 27 marzo tra il precedente governo e lu (ìian Bretagna, relativo alriiideiiiiiz/.o di quattro milioni ili stelline per la sistemazione ile^Ji abitanti dell'isola di Diego Garcia, trasferiti appunto ,.a Mauritius. Chiusa la partita economica, rimani: invece, aperta quella politica, dato che il governo muuri/.iano mantiene lu riserva formale circa la sovranità sull'isola, sostenendo che questa lu arbitrariamente staccala da'Mauritius nel 1%5, tic aiiiti prima dell'indipendenza. 11 Per il nidniento, dunque, l'orizzonte s'I e schiarito sulla «scena della mini-Falkland». per usare l'espressione delVEcommusi, il quale però non aggiunge .che i due casi erano a termini perfettamente rovesciali. Nelle Falkland, infatti, Londra, e intervenuta militarmente per sostenere, contro l'aggressione argenti¬ na, il diritto dei isim abitanti delle isole di restare «soggetli britannici»; a Diego Garcia, invece, i circa 140(1 abitanti hanno dovuto piegarsi alle superiori esigenze politico-militari della Gran bretagna e degli Stati Uniti e quindi, come detto, sono stati strappati alla loro dimora abituale per essere insediali a Mauritius, 1200 miglia a Sud-Ovest. La questione di Diego Garcia si colloca quindi -mi due piani, uno locale, semplicemente umano, e l'altro di portata strategica generale. Sul primo piano è indubbio che gli ìlois, come si chiamano gli abitanti nel linguaggio creolo-francese (sono infatti negri e creoli), hanno subilo un gravissimo torto: la loro modesta vita, fondata sulla pesca e sulla coltura delle piantagioni di copra, è stata distrutta; né hanno potuto inserirsi nella più evoluta società di Mauritius, restando altresì confinati nelle misere baracche da essi stessi costruite all'arrivo. Le 650 mila stelline versale nel 1973 dal governo di Londra a quello di Mauritius per la sistemazione degli ilois si sono rivelate, secondo un rapporto ufficiale britannico, appena sufficienti come misura iniziale; si spera ora nell'impiego dei quattro milioni concessi da Londra in forza dell'accordo del 27 marzo. Il quale e stalo raggiunto non da ultimo per considerazioni politiche, in vista delle elezioni parlamentari che si sarebbero tenute a Mauritius l'I 1 giugno. La Gran Bretagna voleva cosi dare un appoggio al governo laburista di nome, ma conservatore di fatto, dell'ultra ottantenne primo ministro Rangoolam; ina la mossa non ha impedito la vittoria travolgente (conquista di lutti i 60 seggi) del «'Movimento militante muuriziano» di l'aiti Herengcr. Questi, smentendo le previsioni di chi ne faceva un estremista, si e smorti rivc'alo prudente perché sa buie che la questione della sovranità investe un altro piano, quello della strategia politico-militare di Londra e di Washington. La prima nel 1965 ha compreso Diego Garcia nel «territorio britannico dell'Oceano Indiano» e poi l'ha affittala per cinquanl'anni agli Stati Uniti, i quali hanno trasformato la piccola isola (35 chilometri quadrati) in una formidabile base aeronavale. Ferdinando Vegas ■ ■Clmyos . S E ' .9 ^ Dingo Garcia '"O"* " OCEANO INDIANO ' Jf O/ ^7 'Mauritius <J 4 Reunion J' %j§-J Tropico del Capiicorno t: lì

Persone citate: Diego Garcia, Garcia

Luoghi citati: Gran Bretagna, Londra, Stati Uniti, Washington