L'effetto mannaia

L'effetto mannaia L'effetto mannaia Alcune decisioni in tema di pensioni si impongono in tempi brevi. Il governo deve coprire il «buco» di circa 4000 miliardi esistente quest'anno tra le pensioni erogate dall'lnps e le risorse assicurate, E deve definire al suo interno, mediando tra le diverse posizioni politiche, il pacchetto di emendamenti al disegno di legge sulla riforma del sistema pensionistico in discussione alla Camera. Sono decisioni difficili. 11 buco di quest'anno non può che essere coperto, per la maggior parte, con un ricorso alla fiscalità, poiché non sarebbero sufficienti eventuali ritocchi dei contributi delle categorie di lavoro autonomo e non sembrano percorribili aumenti dei contributi sul lavoro dipendente per le negative ripercussioni economiche. D'altra parte, non avrebbero apprezzabile effetto nell'anno eventuali e pure auspicabili riduzioni delle sperequazioni nelle pensioni. La correzione del disegno di legge di riforma delle pensioni appare necessaria, non affronta il nodo gravissimo del riequilibrio tra le entrate e le spese, che. anzi, contribuisce ad aggravare. E' stato calcolato che, in base alle tendenze previste per il prossimo ventennio, la spesa per pensioni a fine secolo raggiungerebbe il 19% del reddito nazionale, circa 7 punti più di oggi. La quota delle pensioni non coperta dai contributi sociali, che oggi è quasi il 30*?, supererebbe il 50%. L'onere per la finanza pubblica passe rebbe da circa 3 punti del red dito nazionale (oltre 15.000 miliardi) a oltre 9 punti (circa 45.000 miliardi di lire attuali). Il peggioramento della situazione finanziaria delle gestioni pensionistiche è in parte attribuibile al progressivo invecchiamento della popolazione italiana e in parte all'esplicarsi dei meccanismi adottati nelle leggi che hanno allargato il campo di copertura, accrescendo il numero e l'importo delle pensioni. Non serve a ricondurre gradualmente in equilibrio le gestioni il provvedimento all'esame del Parlamento. Alcune disposizioni allargherebbeo il previsto squilibrio, mentre altre, che in teoria dovrebbero contribuire a ridurre i futuri disavanzi, non sembrano avere un impatto apprezzabile. Le norme che certamente accrescerebbero la spesa sono quelle che provvedono ad aumentare i minimi per le gestioni degli artigiani, dei commercianti e dei coltivatori diretti: e quelle che maggiorano il trattamento pensionistico per gli ex combattenti. Si valuta che queste disposizioni farebbero aumentare la spesa e il disavanzo di circa 2800 miliardi. Tra le disposizioni che non provvedono al desiderato riequilibno, particolarmente criticabili appaiono la norma che rivede l'età pensionabile e quella che pone un tetto generale alle retribuzioni pensionabili. In base al disegno di legge l'età pensionabile (60 anni per gli uomini e 55 per le donne), di fatto, non viene modificata per i lavoratori dipendenti. Anzi, essa viene estesa anche alle altre gestioni, per le quali oggi è applicata una età più elevata. Sarebbe, invece, opportuno che l'età pensionabile fosse gradualmente elevata. Certamente è da evitare ogni abbassamento dell'età pensionabile oggi in vigore. Il («tetto» di retribuzione pensionabile è esteso a tutti i regimi, salva la facoltà di sottrarvisi entro il termine di un quinquennio. Questa facoltà indurrebbe molti lavoratori, che pure non lo desidererebbero, a dimettersi il giorno prima dello scadere del quinquennio. Simili effetti perversi «di annuncio» avrebbe anche l'ap¬ provazione della nonna che elimina i benefici di pensionamento anticipato di cui godono oggi i dipendenti pubblici quando stabilisce che sino al 31 dicembre 1990 varrebbero le attuali normative di favore. E' facile prevedere che una norma siffatta determinerebbe un esodo quasi generale con una grave caduta di efficienza della macchina pubblica. La norma andrebbe corretta, mantenendo l'eliminazione dei benefici di pensionamento anticipato che rappresentano un ingiustificato privilegio, ma eliminando l'effetto ^mannaia» previsto dal disegno di legge. Nel settore delle pensioni una vera riforma è davvero necessaria, se si vuole riequilibrare le gestioni e nello stesso tempo rivedere le posizioni di privilegio ingiustificate, accrescendo la protezione del minimo vitale. A queste esigenze, tuttavia, il disegno di legge all'esame della Camera non risponde adeguatamente. Si impone un momento di riflessione tra le forze politiche per una sua adeguata revisione. Le conclusioni della Commissione Castellino indicano le strade su cui muoversi. Franco Reviglio Napoli. Pupetta Marasca arrestata dai carabinieri (Tel. Ansa) A pag. 2 servizio di Luciano Curino «La guappa che non perdona»

Persone citate: Castellino, Franco Reviglio, Luciano Curino

Luoghi citati: Napoli