Il presidente Sordillo lascia capire che l'amnistia questa volta ci sarà

Il presidente Sordillo lascia capire che l'amnistia questa volta ci sarà Il presidente Sordillo lascia capire che l'amnistia questa volta ci sarà ROMA — Stanco, sudatissimo, a tratti ancora emozionato, l'avvocato Federico Sordillo ha raccattato residue e riposte energie per indire una vera conferenza stampa al tavolo pregevolmente antico dell'usciere di palazzo Chigi. Il presidente federale era affiancato dal presidente della Lega, onorevole Mattarese; che con il suo stile conciso e stringato è intervenuto un paio di volte nel lungo monologo presidenziale. Proprio in chiusura Sordillo ha dato, pur con una certa cautela, l'annuncio che amnistia federale ci sarà, sema precisare assolutamente né le dimensioni, né i tempi, né le modalità. Questa la sua frase: «Quindici giorni dopo la mia nomina mi cominciarono a chiedere da un lato la testa di' Bearzot e dall'altro l'amnistia. Non ho concesso né l'una né l'altra, difendendo cosi la Nazionale e la dignità del calcio. Italiano. Adesso slamo sicuramente in presenza di un fatto eccezionale, non so cosa 11 consiglio direttivo deciderà, ma questa volta io non porrò condizionamenti ». Matarrese annuiva soddisfatto visto che da parte delle società ci sono state pressioni abbastanza forti per ottenerel'amnistia. «Slamo alla ricerca dello spettacolo — ha detto il parlamentare barese — e adesso abbiamo 1 campioni dei mondo rinforzati da due stranieri per squadra Direi che è il nostro momento: noi abbiamo fatto il nostro dovere vincendo un campionato; del mondo, ora è tempo che 1 politici facciano il loro aiutandoci nella gestione delle società». Sordillo, esaminando più direttamente il campionato, aveva detto con il consueto linguaggio lievemente retorico: «Per la federazione è stata un'avventura meravigliosa. Sono stato sorretto prima dalla speranza, poi ho cominciato a sognare e mi sono svegliato domenica sera di fronte ad una realtà meravigliosa e meritata. Questa realtà è stata frutto dell'Impegno, della" volontà, della dedizione di ventldue giovani leoni, guidati da un grande tecnico che io ho sempre sostenuto. Personalmente penso di aver contribuito soltanto in piccola parte al successo, stabilendo un buon rapporto con i giocatori e ricordando loro che si trovavano a recitare non da comparse ma da grandi attori in uno spettacolo che trascendeva la realtà dello sport». Sordillo ha spiegato la trasformazione della squadra e ha fatto il punto sui difficili rapporti tra giocatori e giornalisti. «Dalla prima alla seconda fase c'è stata una lunga maturazione. All'Inizio i giocatori arrivano da diverse realtà di club, poi subentra la vita della Nazionale. Si sono creati affetto e stima reciproci ed ecco il risultato. Indubbiamente può aver agito da elemento di coesione anche la decisione di smettere ogni contatto con i giornalisti, ma non è stata una decisione che io ho approvato. Qualche giornalista avrà sbagliato, ma non è corretto troncare i rapporti con tutti per colpa di pochi. D'altro canto i giocatori sono uomini, maggiorenni, e io non avevo diritto di Inter-, venire. Mi auguro soltanto che presto tutto si normalizzi nell'interesse di tutti che è coincidente». Sordillo ha voluto ringraziare gli uomini politici che si sono interessati al Mundial (un po'meno quelli che hanno sollevato i problemi dei premi troppo vistosi) e soprattutto ha avuto parole di affetto pert Pertini: «E' 11 vero primo cittadino, l'autentico rappresentante di tutte le classi sociali del Paese, di ogni componente di età, di ogni regione, città e Paese. E' un uomo fantastico che sa mettere allegria e che ci ha confermato come la nostra Nazionale abbia giocato si se per stessa, per entrare nella storia del calcio, ma anche e soprattutto per il popolo italiano». g vigì

Persone citate: Bearzot, Federico Sordillo, Matarrese, Pertini, Sordillo

Luoghi citati: Roma