Il presunto assassino di Patrizia: «Ero con lei alla roggia, si sentì male, io persi ta testa» di Claudio Cerasuolo

Il presunto assassino di Patrizia: «Ero con lei alla roggia, si sentì male, io persi ta testa» Roberto Ravazzanì, interrogato da quattro giorni, si contraddice davanti al magistrato e cambia versione Il presunto assassino di Patrizia: «Ero con lei alla roggia, si sentì male, io persi ta testa» L'inchiesta sul giallo della quattordicenne, annegata un anno fa tra Rivalta e Orbassano, forse è alle battute finali - Il giudice Oggè è andato a cercare sul posto i pantaloncini della vittima - Era già morta quando, con i polsi legati, è stata gettata in acqua? Ore decisive per la soluzione del giallo di Patrizia Esposto, la quattordicenne scomparsa di casa il 3 luglio '81 e ritrovata cadavere in una roggia tra Rivalta e Orbassano, le mani legate dietro la schiena con la cordicella dei bermuda che però non indossava più, gli slip, la camicetta e il reggiseno intatti, il corpo privo di qualsiasi segno di violenza. . Alle 4 del mattino di sabato scorso il giudice istruttore Oggé, che ha continuato a indagare sulla morte di Patrizia nonostante i periti indicassero il suicidio come la causa più probabile della morte, ha spiccato mandato di cattura per omicidio volontario aggravato nei confronti di Roberto Ravazzanì, 30 anni. Quel pomeriggio del 3 luglio il giovane aveva atteso Patrizia nella ditta del padre per consegnarle un documento (che in realtà non era pronto) che riguardava la sorella e le aveva poi dato un passaggio fino all'autobus per tornare a casa. Tra sabato e domenica Roberto Ravazzani. che un anno fa era stato indiziato e arrestato ma subito scarcerato per insufficienza di indizi, avrebbe cominciato a fare delle ammissioni. Il magistrato non parla, i difensori di Ravazzani. avvocati Nisi e Zancan. non si fanno trovare, i funzionari di polizia tacciono ma quanto sta accadendo ò trapelato, sia pure senza nessuna conferma ufficiale. Roberto Ravazzani. dopo il confronto con un amico che assieme a lui frequentava la roggia attorno a cui ruota questa vicenda, avrebbe ammesso di non aver dato soltanto un passaggio a Patrizia, fino alla fermala dell'autobus, ma di averla portata alla roggia, in un luogo appartato, per tentare con lei approcci amorosi che la ragazza aveva fino ad allora respinto. La coppia si sarebbe appartata in un prato vicino alla roggia e gli approcci amorosi sarebbero cominciati: cosi si spiegherebbe il fatto che Patrizia non avesse più i bermuda. A quel punto e accaduto qualcosa che forse non sapremo mai. Roberto Ravazzani avrebbe detto che la ragazza improvvisamente sarebbe svenuta e lui si sarebbe ritrovato con quel giovane corpo apparentemente privo di vita tra le braccia. Avrebbe perso la testa, cercato di cancellare la realtà, seppellendola nelle acque della roggia. Presa la eorda dei bermuda e legate le mani di Patrizia dietro la schiena, l'avrebbe fatta scivolare nell'acqua, gettando poi i bermuda e le scarpe nelle sterpaglie vicine. Una ricostruzione agghiacciante che. ripetiamo, deve ancora trovare conferme ufficiali. Troppe cose sono accadute negli ultimi giorni, da quando sabato all'alba Roberto Ravazzani 6 stato arrestato, e tutte si spiegano soltanto se il giovane ha fatto delle ammissioni. Sabato nel pomeriggio il giovane è stato nuovamente interrogato e in quella occasione ha forse deciso che non poteva più continuare a dire di non conoscere la roggia. Ma ormai, imboccata la strada della verità, non poteva più fermarsi. Patrizia era salita nella sua ..600» e finalmente gli si presentava l'occasione di avere con lei quegli approcci che la ragazza aveva sempre rifiutato, magari soltanto di passare piacevolmente un'ò'ra, niente di più. come succede a ogni giovane coppia. Nel suo racconto al magistrato. Roberto Ravazzani ha tentato di frapporre ancora un diaframma tra sé e il fatto di cui è stato protagonista. Avrebbe detto: «Patrizia ha cam biato idea ed è fuggita. Non l'ho inseguita, perché sapevo che non avrebbe potuto andare lontano senso i bermuda. Non l'ho più vista da allora. Ho preso i bermuda e le scarpe e le ho gettate nei rovi. Sulla roggia ho sempre mentito, perché avevo paura che quel particolare potesse incriminarmi». Cosi si potrebbe spiegare anche il suicidio, come descritto dai periti. Patrizia vaga disperata lungo la roggia, capisce di non poter tornare a casa senza i bermuda, si lega le mani dietro la schiena, entra nell'acqua e si lascia morire. Domenica scorsa il magistrato, accompagnato dal perito e dai funzionari di polizia, è andato a cercare i bermuda e le scarpe nelle sterpaglie lungo il canale. Impossibile ritrovarli a distanza di un anno. Forse la ricerca, che si sapeva infruttuosa, è slata ugualmente tentata per dare ancora un po' di tempo a Roberto Ravazzani. Ieri, infine, la svolta decisiva. Nuovo interrogatorio, sempre più pressante, domande alle quali non si poteva evitare di rispondere. Come poteva Patrizia essersi legata i polsi dietro la schiena con la cordicella dei bermuda che erano rimasti sul prato insieme alle scarpe? Un altro passo verso la verità, il più difficile da praticare. • «Si è sentita male, ho perso la testa, non ho capito più niente», potrebbe aver detto Roberto Ravazzani. ../io preso la corda dei bermuda, le ho legato i polsi e l'ho fatta scivolare in acqua, forse era già morta, almeno a me sembrava così». Con questa ricostruzione si spiega tutto: l'assenza di qualsiasi segno di violenza, la morte per annegamento, i polsi legati dietro la schiena, il ritrovamento del cadavere contro la griglia, a 14 giorni di distanza. Il magistrato ha fatto dragare la roggia e i sommozzatori hanno recuperato un sasso a cui erano legate delle corde. Ma forse il corpo non ò stato ancorato a quel sasso e si è semplicemente impigliato in qualche anfratto. La corrente è riuscita a smuoverlo dopo giorni e giorni. E' il solo particolare da accertare in un giallo che ha diviso l'opinione pubblica tra colpevolisti e innocentisti, tra sostenitori della tesi del delitto e di quella del suicidio. Se le fonti ufficiali confermeranno questa ricostruzione, il giallo è risolto. Restano da capire tante cose, il dramma di Roberto Ravazzani, un incontro d'amore che si è trasformato in un delitto, un momento di follia, il macabro rituale dei polsi legati dietro la schiena, lo scivolare del giovane corpo di Patrizia, 14 anni, nelle acque della roggia. Claudio Cerasuolo

Luoghi citati: Orbassano, Rivalta