Ora è l'Eni nei pasticci

Ora è l'Eni nei pasticci Ora è l'Eni nei pasticci Dopo hi lunga riunione di venerdì presso la sede della Banca d'Italia — presenti il ministro del Tesoro, il Governatore Ciampi e i rappresentanti di sei qualificate banche — conclusasi con un accordo di massima che garantisce al Banco Ambrosiano la liquidità necessaria al normale svolgimento delle sue funzioni, non vi è stata ieri quell'agitazione Tra i risparmiatori e gli operatori che le allarmanti notizie apparse sui giornali alla fine della scorsa settimana lasciavano prevedere. E' questo un punto all'attivo di non trascurabile importanza. L'assalto agli sportelli avrebbe potuto provocare uno stato di straordinaria tensione neutralizzabile solo con provvedimenti straordinari sempre dannosi. Ora comincia a delinearsi la strategia dei commissari confortata dall'assenso della Banca d'Italia e del Tesoro. Innanzitutto una decisione di massima sarebbe stata presa circa l'esposizione sull'estero del gruppo Ambrosiano. La banca milanese risponderà dei suoi impegni diretti mentre quelli in atto presso il Banco Ambrosiano holding del Lussemburgo e sue controllate non saranno riconosciuti e i creditori dovranno vedersela direttamente col loro debitore. Non è improbabile perciò che il consiglio di amministrazione della holding chieda alle autorità lussemburghesi l'amministrazione controllata che potrebbe essere l'anticamera del fallimento. Un triste domani si presenta quindi per quegli istituti di credito, società finanziarie o altri operatori che dovranno iniziare lunghe e costose controversie legali per cercare di recuperare i loro crediti. Fra questi figura, ad esempio l'Eni per il suo prestito al Banco Andino garantito da notes (quasi delle cambiali) che l'Eni stesso ha poi girato a terzi. Non è difficile immaginare lo sconcerto e le reazioni dei creditori che accuseranno il nostro Paese di non far fronte ai suoi impegni. Sarà compito della Banca d'Italia sceverare il grano dal loglio e far capire che si tratta di due cose ben distinte: se vi è un garante — potrebbe essere la risposta — questo è lo lor, la Banca del Vaticano. Tolto di mezzo il debito contratto dal Banco Ambrosiano holding, per la capogruppo italiana le cose sono molto alleggerite e gli impegni dimezzati. Sarà più facile, perciò, per i commissari riportare ordine e tranquillità nei conti, tanto più che la linea di credito illimitata fornita da Bnl, Credito Bergamasco. Banco San Paolo di Brescia, Banca Popolare di Milano, Istituto Bancario San Paolo di Torino, Imi, solleva gli amministratori da qualsiasi preoccupazione di cassa. Passato il primo momento di confusione, comincia ora il lungo lavoro di ricognizione e di restauro dei danni provocati da un decennio di amministrazione accentrata nelle mani di una sola persona e finalizzata alla conservazione di un potere assoluto. Occorreranno certamente mesi e forse anni per mettere tutto a posto, esaurire i conflitti legali e giudiziari, che non saranno pochi, e riportare l'Ambrosiano alla normalità completa. La questione più spinosa rimane quella dei suoi azionisti. Per gli attuali vi è una sola speranza: che alla Tuie rimanga qualcosa in termini di capitale, soprattutto se non è perduto il considerevole valore di avviamento che per le banche costituisce una importante posta del totale. Vi è poi la questione del nuovo assetto di controllo. L'esperienza della Banca Privata Italiana, che nel 1974 doveva essere trasformata in una costituenda banca d'oltremare avente come azionisti le tre banche d'interesse nazionale e l'Imi, douebbe servire da ammonimento: fra beghe, discussioni e ostacoli di ogni genere il progetto dovette essere abbandonato, furono perduti mesi preziosi e alla fine non rimase che la liquidazione coatta. In queste circostanze non si deve cercare di fare un buon colpo o di allargare il proprio potere ma di concorrere a turare una falla che può danneggiare il sistema sia all'interno. sia all'estero. Renalo Cantoni

Persone citate: Ciampi

Luoghi citati: Brescia, Lussemburgo, Torino