L'Opec è sempre divisa sul «tetto» del petrolio

L'Opec è sempre divisa sul «tetto» del petrolio I ministri dei 13 Paesi produttori riuniti a Vienna L'Opec è sempre divisa sul «tetto» del petrolio VIENNA — I ministri del petrolio dei 13 Paesi dell'Opec (Organizzazione Paesi esportatori di petrolio) hanno continuato ieri a Vienna la loro conferenza straordinaria iniziata venerdì non essendo riusciti a raggiungere un accordo sulle quote di produzione e sui prezzi del petrolio. Il ministro iracheno Quassem Ahmed Tagi ha detto di sperare in un accordo e ha espresso 11 parere che il tetto massimo di produzione dell'Opec fissato a marzo in 17,5 milioni di barili al giorno non deve venire modificato. Questo è il parere anche degli esperti e della maggior parte del Paesi dell'Opec, ma - si scontra con la richiesta dell'Iran, che chiede di poter estrarre tre milioni di barili al giorno. La quota fissata per l'Iran è di 1,2 milioni di barili (stessa quota che per l'Iraq). L'Iran comunque produce già, contravvenendo alle decisioni dì marzo, almeno due milioni di barili. Il ministro venezuelano Humberto Calderon Berti ha osservato che si potrebbe anche ritoccare, verso l'alto, ■ il tetto purché tutti i Paesi dell'Opec rispettino le quote stabilite, solo salvando la politica comune sull'offerta si può riuscire a mantenere 11 prezzo di riferimento di 34 dollari a barile. Secondo il segretario generale dell'Opec, Nguema, non si è finora neanche parlato di una modifica del prezzo di riferimento. SI è parlato però di una conferenza speciale dell'Opec per esaminare l'opportunità di modificare tale prezzo: 11 ministro Tagi ha detto Ieri che non è stata ancora presa una decisione In merito. L'Iran, la Nigeria e la Libia si oppongono alla proposta saudita di raddoppiare la differenza di prezzo del petrolio, di qualità superiore, prodotto da questi Paesi (dal sovrapprezzo attuale di 1,5 dollari a barile a 3 dollari a barile). Il maggior costo (37 dollari anziché 34 a barile) determinerebbe una una diminuzione della domanda di tale petrolio riportando le quote di esportazione di tali Paesi, automaticamente, verso 1 livelli fissati a marzo. L'Iran insiste però sulla sua necessità di salvare l'economia interna, rovinata dal costi della guerra contro l'Iraq. Il Venezuela ed altri Paesi dell'Opec sembrano perciò disposti a concedergli una quota più elevata di produzione (portando a 18 milioni di barili al giorno 11 tetto dell'Opec) pur di salvare la politica co nume. Se alcuni Paesi conti nueranno però a non rispettare gli accordi, 11 Venezuela, ha detto Berti, non si sentirà più vincolato dalle decisioni dell'Opec. Un'altra difficoltà è data dalla proposta iraniana di modificare, in suo favore, le quote di produzione a solo danno altri due Paesi del golfo, Arabia Saudita e Iraq (lasciando cosi inalterato tetto di 17,5 milioni di barili al giorno della produzione totale dell'Opec). Arabia Saudita ed Iraq non sono evidentemente d'accordo per ridurre unilateralmente le loro quote.

Persone citate: Humberto Calderon