La Grecia cambia, ma con prudenza

La Grecia cambia, ma con prudenza NOVE MESI DALLA SVOLTA ELETTORALE CHE HA PORTATO AL POTERE IL SOCIALISTA PAPANDREU La Grecia cambia, ma con prudenza La sinistra attua solo in parte il suo programma per dar prova di moderazione, l'opposizione di destra le rimprovera di non tener fede agli impegnicene pure avversa) • Ma intanto il governo di Atene si è messo sulla strada delle riforme progressiste: diritti sindacali, parità uomo-donna, divorzio, scala mobile « Rispetto alla Nato e alla Cee i mutamenti sono più verbali che sostanziali NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE ATENE — Un'opposizione di destra che rimprovera amaramente al governo di non tener fede agli impegni elettorali, che pure quella stessa destra presentava come altrettante minacce all'avvenire del Paese. Una maggioranza socialista che da rilievo alla grande saggezza con la quale non applica interamente il suo programma, per dar prova della propria serietà di gestione e della sua volontà di unità nazionale. E' questa la situazione paradossale in cui si trova, a nove mesi dalla sua elezione, il governo di Andreas Papandreu. Sarebbe d'altronde eccessivo, e in ogni caso prematuro, lamentare che i socialisti del Pasok non abbiano mantenuto, e non intendano mantenere, nessuna delle loro promesse. Grazie a un buon lavoro legislativo, sono stati preparate, discusse e votate parecchie leggi che hanno incominciato a modernizzare il quadro giuridico delle consuetudini e delle relazioni del lavoro. Nel caso del divorzio, dei diritti della donna, dei rapporti con l'amministrazione e con la polizia, del diritto sindacale o dell'insegnamento, è stata manifestata una chiara vo lontà di liberalizzazione, e forse ancor più di regolare l'orologio con quello delle democrazie occidentali. E c'erano dei campi, quello del costume in particolare, in cui la Grecia, per via dell'influenza della Chiesa ortodossa e delle tradizioni mediterranee, ave va una difficile china da rimontare: da questo punto di vista, il cammino dalle parole al fatti sarebbe stato molto breve. In campo sociale è più sfumata, ma resta favorevole. La volontà di abolire certe ingiustizie non lascia molti dubbi. Ma è spesso più difficile, in ogni caso più lungo, cambiare la legge dell'economia che la legge tout court. Spiega un direttore di ministero, membro del comitato esecutivo del Pasok: -Abbiamo diminuito le ore settimanali di lavoro, abbassato l'età della pensione, aumentato i minimi salariali, introdotto la scala mobile, nonostante i rischi che ciò rappresentava». La reazione degli industriali a queste misure non è stata naturalmente entusiasta ma, osserva ancora l'alto funzionario con fair play, «nell'insieme, i dirigenti industriali hanno ammesso che bisognava vivere al passo con i tempi e che alcune disuguaglianze sociali avevano raggiunto il limite della tollerabilità». Ad eccezione, si dice a sinistra, degli armatori; il che non è poco, è vero, In un Paese che possiede la prima flotta mercantile al mondo.... Quanto all'unità nazionale, che Papandreu ha sempre dichiarato di considerare essenziale, non sembra aver subito nuovi attentati. Prima di tutto perché una buona parte della popolazione, visto che le istituzioni repubblicane hanno consentito perfettamente l'avvicendamento, si sente rappresentata al governo, senza che gli elettori della precedente maggioranza possano aver l'impressione, almeno finora, che lo Stato non sia più «loro» Stato. Poi perché i socialisti greci hanno saputo, molto abilmente, cancellare le conseguenze di precedenti divisioni (in particolare la guerra civile) non celebrando più ufficialmente certe feste che erano legate alle vittorie di un gruppo su un altro e ad anniversari controversi. La grande amnistia, che era uno dei progetti segreti di Papandreu, non è però ancora stata decisa. Ma essa presupporrebbe, per motivi giuridici e psicologici, l'accordo dell'opposizione. E la Nuova Democrazia sembra poco favorevole ad appoggiare un progetto che darebbe «un colpo di spugna» non solo sul regime del colonnelli, ma anche sulla secessione comunista dell'immediato dopoguerra Molti membri dell'ala sinistra del Pasok si opporrebbero an ch'essi a un progetto che all'estero apparirebbe prima di tutto come un perdono accor dato ufficialmente ai golpisti, anche se riguarderebbe poche decine di faziosi, da una parte, e parecchie decine di migliaia di comunisti greci e di loro discendenti dall'altra.... Per quanto riguarda gli impegni Internazionali, l'arrivo del Pasok al potere non sembra averli modificati profondamente, per ora. E' vero che prima dell'elezione e a maggior ragione in seguito ad essa, Papandreu aveva dimostrato a questo proposito un'ambiguità voluta. Un'ambiguità che gli consente oggi di affermare che non si era mal impegnato a far uscire il Paese dall'Alleanza Atlantica o dalla Comunità europea. Contemporaneamente la Grecia ha assunto, in varie istanze, soprattutto europee, posizioni più concilianti del suoi partner nel confronti dell'Est, soprattutto durante la crisi polacca, o del mondo arabo, con 11 quale Atene intrattiene da tempo strette re lazloni. Ma nell'Insieme il rovescia mento diplomatico e militare temuto dagli alleati della Grecia non c'è stato. Papandreu continua a chiedere per 11 suo Paese impegni e garan¬ zie, si tratti della presenza militare americana o dei diritti comunitari. I suoi collaboratori insistono sul fatto che, se sarebbe eccessivo presentare 11 capo del Pasok come antieuropeo o un avversarlo dell'Occidente, lo sarebbe altrettanto se gli americani credessero 11 problema risolto, ie definitiva la fedeltà della Grecia alla Nato o alla Cee. Ma basta pensare a come si è comportato Papandreu a 'Bonn, al recente vertice della Nato, per convincersi che la Grecia non intende certo rinunciare a svolgere un ruolo in sede atlantica o comunitaria. A meno che 1 suol rapporti con la Turchia non si inaspriscano, come farebbe temere alcune dure dichiarazioni di Atene nei confronti di Ankara. In particolare sulla questione delle acque territoriali nell'Egeo, sulla violazione dello spazio aereo greco da parte turca e sul problema di Cipro. La Grecia potrebbe allora tentare di far pressioni sulla Turchia attraverso Washington. Il vertice di Bonn aveva fornito delle Indicazioni: le delegazioni greca e turca avevano parlato della loro volontà di dialogo In termini stranamente cortesi. Ma poi la guerra delle «piccole frasi» è ripresa. Il disaccordo tra il presidente cipriota Kyprlanou, che si è recato ad Atene, e 11 capo del governo greco sul modo per porre fine all'occupazione turca nel Nord dell'isola non è probabilmente destinata a facilitare le cose. Questa relativa continuità nella politica estera greca, che segue gli allarmi suscitati I dai proclami elettorali de) Pasok, non è bastata a rassicurare un'opposizione di destra, del resto per nulla dispiaciuta di dimostrare la propria inquietudine. Ma ha contribuito ad accelerare la rottura tra i socialisti e il partito comunista (filosovietico). Una rottura che illustra li disaccordo tra «Melina» e «Mlkis», cioè tra il ministro della Cultura, la signora Mercourl. e Theodorakis, deputato del Kke. E' vero che la Nuova Democrazia è ancora sotto lo choc della sconfitta subita l'ottobre scorso. Il partito si è dato un nuovo capo. Averof: miglior oratore dell'ex primo ministro, certo (lo stesso Rallis riconosce con senso dell'umorismo che non è difficile) ma il suo savoir /aire politico e la sua cultura non possono far dimenticare che egli Incarna una certa tradizione della vecchia destra ellenica. Questa continua a denunciare l'influenza crescente sull'amministrazione e sull'informazione delle nuove «guardie verdi» (il colore scel¬ to dal Pasok per i suoi manifesti), cioè 1 «militanti d'urto» della sinistra che si sono installati non solo nel ministeri, senza che 11 ministro interessato ne fosse necessariamente entusiasta, ma anche in numerosi posti normalmente non politici, e alla televisione. Spesso massimalisti, senza esperienza nè formazione amministrativa o giuridica, non si sono fatti che nemici tra i funzionari che pretendono di «guidare» o consigliare. Per Papandreu si tratta di prepararsi all'appuntamento dell'autunno: il bilancio di un anno di socialismo alla greca. Ben sapendo che, in caso di una grave sconfitta, una certa «giovane destra», che comincia ad affilare 1 denti, tenterà di occupare il posto lasciato libero dal disincanto. Bernard Brigouleix Marc Marceau Gipyright Le Monde e per l'Italia La Stampa

Persone citate: Andreas Papandreu, Bernard Brigouleix Marc Marceau Gipyright, Papandreu, Theodorakis