Chirac contro Mitterrand nella battaglia di Parigi di Paolo Patruno
Chirac contro Mitterrand nella battaglia di Parigi Il sindaco gollista non vuole la «riforma» della capitale Chirac contro Mitterrand nella battaglia di Parigi DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — -Roma e Parigi unite per sempre costituiscono nella loro perennità due sfide vittoriose al tempo die tutto dissolve e al disprezzo sempre rinnovato della distruzione»; la frase del sindaco della capitale francese, Chirac, è caduta come una freccia avvelenata nel discorso di benvenuto rivolto l'altro ieri nella sala del municipio al presidente Pertini. L'indiretta polemica del sindaco Chirac contro il governo socialista si è arrestata qui. Ma Pertini ha potuto rendersi conto di persona dell'asprezza della lotta politica in Francia, agitata in questi giorni da un progetto di riforma governativo teso a mutare radicalmente lo statuto della capitale e a diminuire sensibilmente, di conseguenza, i poteri del suo sindaco, che è anche 11 leader dell'opposizione. Formalmente, il governo socialista agisce nell'ambito della riforma di decentramento che dovrebbe metter fine al secolare centralismo francese. Nuovi poteri amministrativi saranno concessi al cantoni, ai dipartimenti, alle regioni. E naturalmente anche Parigi, la potente capitale, non deve sfuggire alla regola generale. Il governo si propone quindi di «balcanizzare» la capitale, creando venti consigli di «arrondissement» (quartieri) del tutto indipendenti. In pratica, come hanno rilevato gli stessi giornali di sensibilità di sinistra come «Le Monde» e «Le Matin» questa riforma amministrativa non riesce a celare una precisa manovra politica diretta contro Chirac. Sindaco di Parigi dal '77. quando superò 11 can- didato glscardlano D'Ornano, Chirac s'avvale di questo centro di potere per affermare ancora di più 11 suo ruolo di capo dell'opposizione di fron-' te alla maggioranza di sinistra. La prossima primavera si svolgeranno le elezioni municipali, e Chirac, che ha ben gestito la capitale in questi anni, non sembra correre rischi, dovrebbe essere confermato sindaco. E qui rispunta la secolare rivalità fra due centri di potere, lo Stato e Parigi, di cui la storia francese è ritmata. A partire da Etienne Marcel (il primo rivoluzionarlo parigino) che nel febbraio del 1358 Invase il palazzo del reggente e costrinse il futuro Carlo V a un precipitoso ritorno dalla provincia per pacificare l'inquieta capitale, attraverso la sanguinosa rivoluzione del 1413 di Simone Caboche e via via nei secoli con la Comune di Parigi durante la rivoluzlo ne e Robespierre rifugiato all'Hotel De Ville nel tentativo di guidare un'insurrezione con l'avallo del sindaco Bailly, fino al Jules Ferry della Comune del 1870, Parigi ha ritmato spesso un potere autonomo in contrasto con quello della Francia statale. S'inserisce quindi in una lunga tradizione l'attuale conflitto tra la capitale (e chi l'Impersona) e lo Stato. Ma davanti alle manovre del governo, la reazione di Chirac è stata talmente energica (con la richiesta d'un referendum in difesa della «sopravvivenza di Parigi» e una serrata cam pagna politica e pubblicitaria nelle strade) che il potere socialista sembra costretto oggi a far marcia indietro, a ipotizzare una rinuncia al suo primitivo progetto di suddivide re la capitale in mini-comuni autonomi. Ma tutto è ancora da giocare e la «battaglia di Parigi» si preannuncla aspra come tutte le precedenti, perché lo Stato è tentato di portare la capitale sotto la sua diretta tutela, come avveniva fino al 1977. Paolo Patruno
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