E il 1982 si presenta più difficile dell'81 di Francesco Bullo

E il 1982 si presenta più difficile dell'81 E il 1982 si presenta più difficile dell'81 TORINO — -Le prospettive generali per V82 non sono favorevoli. La ripresa dei mercati europei sembra più lontana di quanto noìi sipotesse pensare fino a qualche tempo fa.,. Lo lia detto ieri il presidente della Fiat Spa. Giovanni Agnelli, all'assemblea degli azionisti presentando il bilancio dell'esercizio '81 chiuso con un utile di 97 miliardi contro i 51 miliardi dell'esercizio '80: un fatturato complessivo, al netto dell'interscambio, di 22.032 miliardi di lire: investimenti per 1128 miliardi; 314.845 dipendenti: bilancia valutaria netta del Gruppo Fiat in Italia positiva per 31G0 miliardi di lire con un incremento di oltre il 35% rispetto all'anno precedente. Presenti 227 azionisti, rappresentanti 263 milioni di azioni ordinarie e 21 milioni di azioni privilegiate. Prospettive che trovano conferma nell'andamento del primo trimestre '82, con un'intensificazione della concorrenza internazionale che porrà vincoli ancora più stringenti sul piano della produttività e dell'efficienza. «Le difficoltà del futuro però — ha aggiunto il presidente — non ci trovano impreparati. La Fiat esce irrobustita dalle difficoltà del passato: più solidu finanziariamente, più innovativa nel prodotto, più aggressiva sul piano della pene trasione commerciale*.. In questi anni, ha attenuato Agnelli, la Fiat ha dovuto combattere su due fronti: del prodotto, attraverso uno sforzo di innovazione, e delle condizioni competitive, attraverso un grande sforzo di aumento di produttività. Superato il periodo di crisi, la dimensione del successo dipenderà dal costante sforzo del Gruppo e dall'appoggio che il Paese gli riserverà... 1 La Fiat lia avuto e continua ad avere un peso rilevante nel tessuto produttivo italiano, ed era «inevitabile che negli Anni 70 il Gruppo fosse particoìarmenteesj>ostoal cre- i scendo di tensioni, di distorsioni e di crisi d'identità che si diramavano in tutta la società italiana e che trovavano nelle grandi imprese il bersaglio più visibile e il punto più vulnerabile. Ma il degrado non era una fatalità a cui non ci si potesse opporre. La reazione del sistema delle imprese ha avuto tempi non brevi: oggi la Fiat, come altre grandi imprese, testimonia al Paese che il sistema industriale italiano ha incominciato a recuperare le posizioni perdute». Proseguendo, Giovanni Agnelli ha detto che la Fiat non lia mai avuto la presunzione di credere di «bastare a se stessa.. piuttosto «è stata costretta a muoversi contando soprattutto sulle proprie risorse... Ma una strategia di aumento della competitività non può non coinvolgere 1? grande impresa privata e quella pubblica. Tutto ciò è però insufficiente se manca un quadro complessivo di politica industriale, e in Italia «purtroppo non si vede — ha detto Agnelli — una politica industriale attenta ai punti di forza e di debolezza del sistema industriale e che riesca a realizzare la concentrazione degli impegni e la mobilizzazione delle risorse. Come 7ion si vede ancora una razionalizzazione nella struttura della spesa pubblica e una riduzione del deficit di bilancio. Proprio nella ricerca dell'efficienza, come condizione per misurarsi col mercato, la Fiat, «contestualmente alla razionalizzazione della componentistica e al recupero di efficienza interna, ila dedicato un grande sforzo al consolidamento della propria presenza commerciale. I risultati sono stati notevoli in guusi tutti i settori di attività del Gruppo. Purtroppo — ha concluso — il perdurare di un differenziale di inflazione tra l'Itatiu e i Paesi concorrenti rende molto più faticoso raggiungere gli obiettivi di penetrazione all'estero, mentre, facilita l'azione sul nostro mercato di altre case europee... Ai termine l'assemblea ha deliberalo di corrispondere un dividendo di 140 lire per azione sia ordinaria sia privilegiata (125 lire nel 1980) in pagamento dal 19 luglio e. constatato il successo dell'operazione di offerta di azioni Fiat a quadri e dirigenti (17 milioni e mezzo di azioni prenotate contro i 5 milioni disponibili), ha deciso di porre in vendita le azioni che residuano in portatogli (1.200.000 ordinarie e 1.840.000 privilegiate). Nel nuovo consiglio d'amministrazione (triennio 82-85) sono stati confermati Giovanni Agnelli (presidente), Umberto Agnelli (vicepresidente). Cesare Romiti (amministratore delegato). Ferdinando Bori etti, Guido Carli. Gianluigi Gabetti. Regeb A. Misallati. Omar Muntasser, Egidio Ortona (consiglieri!. Entrano inoltre Henry C. M. Bodmer. presidente e proprietario della Abegg Holding Ag.; Franzo Grande Stevens. presidente della Spa P. Ferrerò e C: Bernard Kapp. vicepresidente della conlmdustria tedesca; Waller Mandelli, vicepresidente Confindustria; Giorgio Pelliccili, direttore della scuola di amministrazione aziendale dell'Università di Torino; Richard A. Voell, presidente del Rockefeller Center, che sostituiscono Simon Aldcwereld. Bruno Beccaria, Francesco Rota. Felix Schulthess e Nicola Tufarelli. Francesco Bullo All'assemblea ueyli azionisti Fiat parla il presidente Giovanni Agnelli: a sinistra Umberto Agnelli, a destra Cesare Romiti

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