Difficile colloquio tra mons. Marcinkus e i 3 commissari del Banco Ambrosiano di Ezio Mauro

Difficile colloquio tra mons. Marcinkus e i 3 commissari del Banco Ambrosiano Chi deve rispondere del «buco» lasciato scoperto da Roberto Calvi? Difficile colloquio tra mons. Marcinkus e i 3 commissari del Banco Ambrosiano , .—,—:—, Il presidente dello Ior pare voglia riconoscere «solo» un debito di 250 milioni di dollari verso il Banco Andino Una lettera di Calvi libererebbe la banca della Santa Sede - La Procura milanese ritira il passaporto a Rosone ROMA — Adesso tra il Banco Ambrosiano e lo Ior (l'Istituto per le opere di religione, presieduto in Vaticano da monsignor Paul Marcinkus) è incominciato il confronto decisivo, attorno al buco di 1275 milioni di dollari, coperti da garanzia della banca della Santa Sede. Venerdì mattina, i commissari del Banco sono arrivati in Vaticano, per un incontro con gli amministratori dello Ior, Marcinkus e Luigi Mennini. Non è stato un incontro facile. Per la seconda volta, il Banco è andato a chiedere allo Ior di far fronte ai suoi impegni dì garanzia, per 1275 milioni di dollari. E per la se-, conda volta, gli uomini dell'Ambrosiano si sono sentiti rispondere dal vescovo Marcinkus che lo Ior è pronto a riconoscersi impegnato soltanto per 250 milioni di dollari (una cifra che rappresenta il debito diretto della banca vaticana con il Banco Andino), ma al di la di questa cifra non intende andare. La prima volta che Marcinkus aveva illustrato questa strategia della banca vaticana dall'altra parte del tavolo c'era Roberto Rosone, il vicepresidente del Banco Ambrosiano. Davanti al rifiuto della Santa Sede. Rosone aveva ricordato agli amministratori dello Ior che l'Ambrosiano era in possesso del documento firmato da Marcinkus e da Mennini per sottoscrivere l'impegno di garanzia. Ai suoi più stretti collaboratori, una volta rientrato a Milano, Rosone aveva rivelato la secca risposta di Marcinkus: -Quel documento non vuol dire niente. Lo abbiamo firmato per Calvi: Non solo: a Rosone, Marcinkus annunciava di avere in mano una lettera di Calvi che 'liberava* lo Ior dai suoi impegni di garanzia nei confronti dell'Ambrosiano. Venerdì mattina, secondo indiscrezioni di buona fonte, questa lettera firmata da Cal•I vi è stata mostrata da Marcinkus ai commissari del Banco, per bloccare la richiesta allo Ior di far fronte ai suoi impegni. Ma i commissari, a quanto risulta, non sembrano affatto disposti a riconoscere la banca vaticana 'libera* dai suoi debiti nei confronti dell'Ambrosiano. Prima dell'incontro con Marcinkus, i commissari avevano infatti esaminato con molta cura tutti i dettagli dell'operazione. Dal Lussemburgo, la holding dell'Ambrosiano aveva finalmente trasmesso a Milano 11 documento che certifica l'impegno dello Ior. Secondo quanto sostengono gli uomini della vecchia gestione del Banco, in questo documento lo Ior dichiara addirittura che 'le società debitrici del Banco Andino (e quindi dell'Ambrosiano) sono di sua proprietà*. Un impegno preciso e documentato, dunque, che i commissari hanno voluto ricordare a monsignor Marcinkus proprio nel momento in cui il ministro del Tesoro Andreatta, in Parlamento, auspicava a nome del governo «uno c/tiara assunzione di responsabilità da parte dello Ior*. Ma la strategia vaticana sembra andare in tutt'altra direzione. Marcinkus (che si è intanto dimesso dal Consiglio di amministrazione del Banco Ambrosiano Overseas Limited di Nassau, sciogliendo cosi il piii imbarazzante ed evidente rapporto diretto e personale con Calvi) ha infatti ripetuto la sua intenzione di onorare gli impegni fino a 250 milioni di dollari, e non di più. In proposito, ha esibito la let¬ tera «liberatoria» con cui Calvi annulla gli impegni di garanzia assunti dallo Ior. riducendo di fatto la banca vaticana a fiduciaria in un'operazione in cui il titolare è lo stesso Ambrosiano. Ma questa lettera di Calvi potrebbe essere un boomerang per lo Ior. La vecchia gestione del Banco sostiene infatti che il Consiglio di amministrazione non era a conoscenza di questo accordo incrociato tra Calvi e Marcinkus, e quindi prestava fede agli impegni di garanzia dello Ior per 1275 miliardi. Impegni che erano invece fasulli, e annullati in partenza dalla strana lettera con cui Calvi liberava da ogni peso debitorio la banca vaticana: in pratica, il Consiglio di amministrazione del Banco potrebbe essere stato truffato, quando confidava nel documento sottoscritto dallo Ior, senza conoscere l'altro documento «segreto» rilasciato da Calvi a Marcinkus. E' su questo schema che i commissari potrebbero, secondo alcune voci, promuovere un'azione legale nei confronti dello Ior. Intanto, anche gli amministratori dell'Ambrosiano rischiano di venir chiamati a rispondere del «buco» a cui 11 Banco non riesce a far fronte: e un'avvisaglia in questo senso potrebbe essere il provvedimento con cui il giudice Sica, il 21 giugno, ha ordinato il ritiro del passaporto al vicepresidente del Banco, Roberto Rosone. Ezio Mauro Mons. Marcinkus

Luoghi citati: Lussemburgo, Milano, Nassau, Roma, Rosone