Il disco in edicola conquista pubblico e scontenta i musicisti

Il disco in edicola conquista pubblico e scontenta i musicisti Un fenomeno che si va sviluppando, con qualche ombra Il disco in edicola conquista pubblico e scontenta i musicisti C9 E' una certa esultanza nel mondo' discografico per il dilagare del disco in edicola. Oià l'anno scorso aveva fatto un certo scalpore il successo ch'Enciclopédia del rock della Curdo e quest'anno già i primi'due numeri della serie «Profili. della Ricordi (Lucio Battisti e Mina) sono andati rapidamente esauriti. Notevoli esiti ha avuto anche l'abbinamento di alcuni V-disc della Fonit-Cetra alla rivisto Jazz, e la Fabbri s'è persino presa la licenza di ripubblicare pari pari (spacciandola per nuova) la sua vecchia serie de La Canzone Italiana, uscita con gli stessi, identici fascicoli del 1969 (solo i dischi sono cambiati privilegiando interpretazioni più recenti di un repertorio in gran parte identico). Se aggiungiamo a queste iniziative le numerose serie di Enciclopedie del Jazz e di Musica Classica, non si può non derivarne la conclusione che oggi l'edicola è diventata per i discografici un punto-vendita altrettanto importante del negozio di dischi mclassico». Diamo per scontato che comprare un disco in edicola è più comodo che andarselo a cercare in negozi di dischi spesso cronicamente sforniti oppure in altri fornitissimi ma distanti da casa. Rallegriamoci anche che la diffusione in edicola ampia uno dei mercati del. disco più •stretti* d'Europa. Ma domandiamoci anche quali problemi apre l'edicola co¬ me mercato parallelo del disco. Prima questione: i negozi di dischi specializzati (che cioè vendono solo dischi o soprattutto dischi; sono in Italia circa 350-400. C'è poi un'altra fascia di 350-400 negozi non altrettanto determinanti sul piano delle vendite, ma sempre affidabili. Per il resto si è di fronte a negozi di elettrodomestici, cartolerie, empori, cioè punti distributivi dove la presenza del disco è quasi casuale. Data questa situazione, sono anni che le compagnie discografiche cercano di stimolare la nascita di nuovi punti di diffusione e molti tentativi sono stati fatti (autostrade, supermarket, Festlvals). Nessuno di questi «punti» assicurava però la capillarità della vendita «via edicola». // canale-edicola d'altra parte è molto più rischioso: per coprire in misura sufficiente la rete sono necessari quantitativi di stampa superiori alle 35.000 copie, quindi con un notevole margine di rischio in caso di rese massicce. E' un caso campato per aria? No. Basta guardare cos'è successo al libro di musica in edicola: qualche anno fa c'erano pochi titoli in grandi tirature, oggi si preferisce stampare molti titoli in tirature limitate onde riassorbire il fenomeno «resi», fattosi clamorosamente evidente in condizioni di mercato ormai saturo. La tendenza attuale per quanto riguarda i libri di musica rock e leggera, è il ritorno in libreria, con vesti meno dimesse e prezzo aumentato. Il mercato del disco vero e proprio in edicola è anco-' ra relativamente agli inizi ma i sintomi di saturazione sono già evidenti a qualsiasi normale frequentatore di edicole: i dischi si ammucchiano attaccati ai ganci, infilati tra le riviste J E questo fa nascere un'altra questione: che qualità ci si può attendere, da dischi conservati in po-> sti non fatti per loro, in nastri esposti al sole, in album con le copertine ripiegate su se stesse? Dunque se da un lato c'è da rallegrarsi per la pre- //-: .. . senza del disco in edicola, dall'altro c'è di ette essere perplessi verso operazioni che nascono e subito diluviano nella fretta della prima imbarcata di vendite che spesso si consumano in una sola stagione e poi lasciano molti problemi inai- terati: primo fra lutti quello di garantire al prodotto disco capillarità di diffusione a standard qualitativi sempre maggiori. Gianfranco Manfredi

Persone citate: Gianfranco Manfredi, Lucio Battisti

Luoghi citati: Europa, Italia