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tzzia tzzia La piccola casa editrice nata dal nulla ha oggi i suoi libri, scelti e presentati con molto gusto, bene esposti ' nelle vetrine e sui banconi di ogni libreria. «Adesso avere una casa editrice è bellissimo. Molti ci offrono testi, la gente ci cerca», dice Elvira Selleria nell'elegante ufficio invia Siracusa, dove sta con entusiasmo. Quali i maggiori successi? L'affaire Moro: 118 mila cotte (Sciascia sempre disinteressato: i suoi diritti sono ondati all'Università). Poi l'opera prima di Bufalino e Balla parte degli infedeli, ancora di Sciascia. La media àfi raffinati tascabili della collana .La memoria» («Questi volumetti mi piacciono anche perché mi ricordano le mentine dell'infanri&», dice Elvira Selleria) è di sàydiecimila copie. Cinque (Stianti, e si vendono bene anche i grossi volumi monoorafici illustrati di Eneo Selkìio, che tutti trovano bellissimi. I lettori aumentano. «Due anni fa: 48 titoli, venduto 105 mila copie; l'anno «corso: 36 titoli, venduto 290 mila copie. Questi dati per me,sono di grande orgoglio». Ecco i motivi del successo, fecondo Elvira Selleria. Anzitutto, il gusto per le cose fotte bene, il libro curato amorevolmente. Poi la scelta titolo, sempre inventiva e stenta, e qui si fa sentire Sciascia, con la sua cultura e lo sua passione di ricercatore nelle biblioteche e negli archivi. E' il consigliere, oltre che l'amico, ogni giorno ca¬ pita in via Siracusa e se è fuori Palermo telefona quotidianamente. Libri stampati in maniera elegante (il merito è di Enzo Sellerio) e a prezzo contenuto: quelli di »La memoria» costano meno di un biglietto del cinema. Dice Elvira Sellerio: «Se volevamo arricchire non facevamo questo mestiere». Dice che quando Bufalino ha vinto il "Campiello", ha dovuto fare una ristampa e la carta nel frattempo era rincarata. «Mi hanno consigliato di aumentare Il prezzo di copertina, ma ad Enzo e a me è sembrata una cosa volgare. Abbiamo preferito mantenere il vecchio prezzo, guadagnando un po' meno». Dice che le cose vanno bene anche perché si è in pochi. «Non ci vuole molta gente per fare buoni libri». La Sellerio editore non ha consiglio di amministrazione, comitati di lettura, ufficio pubblicità. La sua dimensione è di tipo familiare. I dipendenti sono tre, piii un ragazzo che si occupa del magazzino. Elvira Sellerio conta molto su II mirto e la rosa di Gamila Ghàti, che esce in questi giorni. «Il manoscritto mi è arrivato misteriosissimo. Non so chi sia l'autore. Ganula Ohàll è sicuramente uno pseudonimo, e Immagino sia una donna». Programmi? «Ho in mente due nuove collane, che spero di varare entro l'anno. Intendo fare una specie di "La memoria" illustrata, a basso prezzo». La sua giornata in ufficio e di dodici, tredici ore e perfino di più, qualche volta: non è faticoso? «No, la sola cosa che mi dà fastidio nel mio lavoro e pubblicare un libro che poi non si vende. E' tremenda la carta scrìtta. Quando vado In magazzino e vedo libri invenduti, c'è da piangere. Porse uno sbaglio nostro, forse è il pubblico che non ha capito. In ogni caso, un lavoro inutile, e constatarlo mi mette tristezza». Luciano Carino

Luoghi citati: Palermo, Siracusa