I talenti del cinema inglese tristi e un po' perseguitati di Piero Zanotto

I talenti del cinema inglese tristi e un po' perseguitati Lamento di registi e produttori alla rassegna di Verona I talenti del cinema inglese tristi e un po' perseguitati I film impegnati o polemici non hanno mercato e gli autori si rifugiano in tv VERONA — Ha subito qualche scompiglio, il programma del nuovo cinema inglese proposto quest'anno per la Settimana veronese di fine giugno. Non a causa della guerra in sedicesimo anglo-argentina per le isole Falkland come temevano gli organizzatori, bensì per un'altra insidia che andava maturando in casa: gli scioperi delle dogane italiane e lo sciopero generale del 25 giugno. The Time Bandite di Terry Gilliam, film del 1981 che si annunciava succosamente in teressante a livello filosofico-fantastico e come puro gioco cosmico coinvolgente l'umanità di ogni tempo (dice il soggetto che l'Essere Supremo ha affidato ad un gruppo di nani il compito di rammenda-re il Creato ma gli infidi «ser-vi tori » rubano una mappa delcosmo su cui sono raffigurati i «buchi del tempo» nei quali qualcuno finisce per cadere dentro), non arriverà più. Prende il suo posto Britannia hospital di Lindsay Anderson, personalità di primo piano, l'unico in realtà sopravvissuto adesso, di ciò che è stato alla vigilia dei Settanta il «Pree cinema». Il suo produttore Clive Parsons ha voluto, dopo la vistone di Cannes e il tonfo di pubblico e critica avuto in patria, verificare le reazioni del pubblico (e della critica) italiano. Perché, ci ha detto nel corso di un incontro l'altro ieri, la materia scottante di Britannia hospital, quel suo sarcasmo anche necroforo lanciato a mitraglia contro tutte le istituzioni del Regno Unito, coinvolgente perfino la figura della regina fino all'altro ieri considerata argomento tabù, è stata proposta nel momento sbagliato: quando cioè l'In¬ ghilterra tutta si infiammava di nazionalismo. Aggiungiamo noi che T'arrabbiato» Anderson ha ripetuto con questo film gli stessi strali gridati all'eccesso che una quindicina di anni fa egli lanciò contro r «establishment» col film Se... (dove il pretesto era fornito dalla ribellione degli allievi di un college) affidandoli oggi come allora a un finale sgonfiente che lascia perplessi. Tanto rumore per nulla, insomma... Come risposta a esso, ed è stato ancora Clive Parsons a darcene avviso, si sta già preparando in Gran Bretagna un grosso film bellico di azione spettacolare sulla battaglia delle Falkland, ricavato da un libro già in vendita, e grazie alla stessa produzione del film / quattro dell 'Oca Seivaggia. Era abbastanza mesto, Parsons, nello spiegarci ciò; lui che ha anche prodotto il delizioso film visto In apertura delle domate veronesi, quel Gregory's Girl che porta alla ribalta con mille gradevolezze certa gioventù odierna inglese. Grosso successo, questo, in patria e negli Stati Uniti e in altri cinque o sei Paesi ancora. Segno che la gente vuole distendersi, al cinema, dove cerca consolazione e divertimento. Lo stesso regista. Bill Forsyth, sta ora realizzando un altro film sui giovani, appena un po' più cresciuti dei precedenti: Party party, su una festa di fine anno. Come sta, oggi, il cinema inglese? Sta per avere un altro di quei suoi periodici sussulti vitalistici che ce lo hanno reso celebre in più momenti della sua storia? Le opere che si srotolano sullo schermo vero nese parrebbero rispondere affermativamente al quesito. Anche se alcune d'esse non sono proprio freschissime, come Song o/ Summer di Ken Russell (1968), produzione televisiva dal libro di Eric Fenby Delius as I Knew Him in cui si seguono le fasi della malattia del compositore Frederick! Delius (interpretato da Max Adrian). Ma, avverte Parsons, si tratta di iniziative a carattere personale, di piccoli gruppi, talora in compartecipazione con le emittenti tv come sta avvenendo con la nuova stazione Canale Quattro. Anche da noi a prevaricare è la produzione statunitense, dice ancora, che ci impone modelli di spettacolo che monopolizzano i circuiti di sfruttamento pubblico. E' cosi che tante iniziative rimangono bloccate e tanti talenti devono rifugiarsi nella televisione. Piero Zanotto Ken Russell, il regista di maggiore spicco della rassegna

Persone citate: Bill Forsyth, Clive Parsons, Ken Russell, Lindsay Anderson, Max Adrian, Parsons, Terry Gilliam

Luoghi citati: Cannes, Falkland, Gran Bretagna, Regno Unito, Stati Uniti, Verona