Migliaia in fuga da Beirut

Migliaia in fuga da Beirut Migliaia in fuga da Beirut (Segue dalla l'pagina) clamorose manifestazioni popolari a Tel Aviv per sollecitare la fine delle operazioni militari da parte dell'esercito ebraico. Ugualmente numerosi appaiono tuttavia i dati negativi: il persistente rifiuto dell'Olp ad arrendersi, la pazienza di Begin sempre più. in difficoltà a contenere la richiesta della destra a favore dell'intervento risolutore in quanto Israele non ha ancora ottenuto ciò che si era prefissa con l'invasione oltre la Galilea; infine il contrastante atteggiamento del mondo arabo, prima piuttosto disposto ad accettare la sconfitta strategica del suo scomodo alleato palestinese, adesso pronto invece a soccorrerlo in extremis. Nessuna meraviglia quindi, se il carosello diplomatico abbia ripreso quota, anche se in termini pratici non si riesce a ravvisare alcun avvicinamento fra le proposte palestinesi ed il piano americano mediato dall 'ambasciatore Philip Hablb in modo da renderlo accettabile ad Israele. I quattro punti attorno ai quali ruotano i negoziati sono gli stessi da oltre due settimane: l'Olp si ritira nel territorio a Sud della capitale, i guerriglieri consegnano le armi ai libanesi, ed Arafat ottiene il •foglio di via» con cui uscire dall'assedio e costituire il governo palestinese in srtlio in cambio dell'arretramento delle truppe israeliane ferme dal 13 giugno attorno alla capitale. I prossimi giorni diranno pertanto se le pressioni congiunte dell'Arabia Saudita, degli Stati Uniti e della Francia consentiranno di superare il punto morto (Gerusalemme ferma edintrastgente nell'an- teporre la neutralizzione militare dell'Olp prima di allentare la morsa su Beirut) ed indurre il governo libanese, tuttora dilaniato dai contrasti cristiano-musulmani, a rlstaJ bilire l'attesa sovranità nazionale ed espletare la missione sollecitata da tutti: convincere la dirigenza palestinese che il corso della storia è diventato inarrestabile, ergo se ne debbono andare per evitare l'olocausto di Beirut. Intanto, il generale Meir Nitzan, vicecomandante dei servizi logistici delle forze armate israeliane, ha dichiarato che nel progressivo rastrellamento in corso, in direzione di Beirut, aumenta il quantitativo di armi e munizioni della guerriglia palestinese rinvenute nel Libano meridionale e trasferite nello Stato ebraico. Il materiale bellico proverrebbe prevalentemente dai Paesi dell'Est socialista e dalla Corea del Nord, ma anche dagli Stati Uniti, dal Belgio e dalla Repubblica Federale Tedesca. Tra l'altro è stato trovato un nuovissimo tipo di mitragliatrice tedesca che solo in questi giorni viene data in dotazione all'esercito federale, ha spiegato il generale. Finora sono state trasferite in Israele 5000 tonnellate di materiale bellico. Piero de G orzaroli.

Persone citate: Arafat, Begin, Meir Nitzan, Philip Hablb