Francesco De Gregori: quando la poesia è «una dolce inquietudine da ascoltare»

Francesco De Gregori: quando la poesia è «una dolce inquietudine da ascoltare» Quattro chiacchiere con il personaggio della settimana Francesco De Gregori: quando la poesia è «una dolce inquietudine da ascoltare» In un mondo In cui II distacco è minimo, e la competitività massima, De Gregori viene considerato dal suol stessi «colleglli» uno sereno, che ha mantenuto la sua dimensione umana. «Tltanic» lo conferma: scritto lungo due anni In cui c'è stato molto tempo per letture, viaggi, e II ruolo di papa, è un album semplice, riflessivo, dettagliato, quasi artigianale. Come sempre, Insomma. |"*V— lo ho dei ritmi che non mi permettono di tare un disco all'anno. E importi al mercato non è difficile per uno che non vede i dischi Icome-.l'unico scqpo.nella. vita. Fare "musica è il mio lavoro e la cosa fhe mi piace di più. ma sicuramente non un patto con la ricchezza, il successo, le classifiche... il diavolo! i Quand'è scartato questo meccanismo? ' « — Più passano gli anni e più sono sereno. Più riesamino il mio lavoro passato, e più mi rendo conto che non c'è motivo di preoccuparsi. A 25 anni vedi il disco come una cosa immane, che ti sovrasta; a 33 lo vedi per quello che è, uno strumento che hai a disposizione per dire certe cose e che vale unicamente per le cose che dici''. ' Ora a scuola si studiano I testi dei cantautori. Se tu fossi un liceale qualsiasi, che impressione ti farebbero, 1 tuoi? * — Probabilmente chiederei di sentire i dischi... Non è un caso cfte non laccio libri di poesie. Questi testi hanno un valore collocati all'interno di una musica; se li leggi cosi sono piatti, mentre la poesia non lo è mai. si muova da sola sul piano detta pagina. Ma i miei testi sono nati per essere ascoltati, non letti. Presi cosi manca la musicalità — che è data ovviamente dall'interpretazione e dalla musica —, gli «a capo» sono legati al ritmo della canzone, non c'è punteggiaturaSe la poesia è comunicazione, e io lo credo, dai film di Fellini ai Tg, lo sono. Ma se per poesia intendiamo Pascoli o D'Annunzio, allora certamente no. Se tu scrivessi prosa, e non canzoni, che romanzo potresti o vorresti scrivere? « — Sicuramente un romanzo "storico", collegato a cose accadute. Molto più difficilmente avrei scritto un romanzo intimo, o personale». I dischi che si tanno adesso in Italia mi sembrano abbastanza "positivi". Come si pone "Tltanic" nel panorama Italiano? « — E' un disco duro da metttere sul giradischi. Non è tranquillizzante e richiede attenzione in un momento in cui i dischi meno attenzione hanno e più vendono». Una delle tue frasi-chiave degli Anni 70 era "fossi stato un po' più giovane l'avrei distrutto con la fantasia". Ma la fantasia si può costruire, oppure ce l'hai e basta? « — Fare questo mestiere soma fanfasiaè come correre in macche na avendo paura di superare gli 80 all'ora. Però per arrivare a un risultato non basta da sola, bisogna avere la volontà di dirigerla: sul Ti¬ tanio avrei potuto fare un album doppio, invece ho sintetizzato tutto in tre canzoni. La fantasia rimane un ingrediente fondamentale da cui si parte, ma non si può lavorare solo su quella. Ci vuole anche un po' di intelligenza...». Ma saresti ancora capace di «distruggere» con la fantasia? « — Nella vita normale (ride), vedo che la gente ancora sbanda, quando dico e taccio certe cose...». I dischi più ascoltati da De Gregori nell'ultima settimana: ~jl«*fSimon & Gaclunkol, in.JZenr trai Park»; 2. «Franco Madau»; 3. Tom V/aits •Heartattàckand vVne»; 4. Bob Dy/an «Sfreef Legai»; 5. «Il meglio di Battisti», voi. I.