Arrivano 3 commissari di Marco Borsa

Arrivano 3 commissari Arrivano 3 commissari MILANO — Sema perdere tempo, la Banca d'Italia ha nominato i tre commissari definitivi e i tre del comitato di sorveglianza che prenderanno il posto del commissario straordinario, Vincenzo Desario, nominato provvisoriamente, come vuole la legge bancaria, al momento in cui sono stati sciolti gli organi dirigenti della banca. . La scelta di Antonio Oc¬ chiuto, Giovanni Arduino e Alberto Bertoni, in qualità di commissari, non poteva essere plU. felice e opportuna. Occhiuto, un napoletano di 70 anni appartenente a quella razza in via di estinzione dei meridionali grandi funzionari dello Stato, ha fatto tutta la sua carriera in Banca d'Italia dove è entrato con una borsa di studio. Arrivato al grado di vicedirettore generale, al tem- po di Sindona fu uno dei più accaniti avversari del finan-\ ziere siciliano, contrario ai tentativi di salvataggio die invece avevano ottenuto un blando assenso del Governatore, Guido Carli. Lasciò la Banca d'Italia diventando direttore generale onorario per ricoprire l'incarico di presidente dell'Istituto Fondiario, che, per un breve periodo, ricopri insieme a quello di presidente dell'Icipu, dove era stato mandato a svolgere compiti commissariali. Le doti di carattere e l'esperienza di Occhiuto si fondono con l'esperienza di banche che hanno gli altri due commissari, Giovanni Arduino, ex dirigente del Credito Italiano, presidente del Credit-West, attualmente presidente della banca Manusardi, un'ottima esperienza nel settore cambi, e Alberto Bertoni, commissario al Banco San Marco, dopo lo scandalo Marzollo, commissario alla Cassa di Risparmio di Livorno, professore di tecnica bancaria e grande esperto di malversazioni. Felice anche la scelta del comitato di sorveglianza, dove spiccano le figure di Gaetano Lazza ti (personaggio della migliore finanza cattolica, capace di ricucire i rapporti con il mondo dal quale l'Ambrosiano era sorto e da cui si era allontanato durante la gestione Calvi) e di Francesco Cesarinl, coautore, tra l'altro, del recentissimo rapporto sul sistema bancario italiano negli Anni Ottanta, insieme a Monti e Scognamiglio; infine Mario Cattaneo, ordinario di tecnica bancaria alla «Cattolica*. Il primo compito di questa squadra messa tempestivamente in campo dalla Banca d'Italia sarà quello di fare l'inventario del «buco» lasciato in eredità da Roberto Calvi. Come è noto il problema centrale riguarda una esposizione dì 1400 milioni di dollari (quasi 2000 miliardi di lire) del Banco Andino e di quello del Nicaragua verso una serie di società che, di fatto, ma non di diritto, fanno capo al Vaticano. A fronte di questi debiti ci sono i titoli del vecchio giro Sindona (come la ZitropoPacchetti), affari sballati (come quello della Capitalfin), partecipazioni estere (come il 10 per cento del Banco Occidental di Madrid, messo in liquidazione) e soprattutto titoli dell'Ambrosiano (5,1 milioni circa), il vero segreto di Calvi che, attraverso il Vaticano, con trottava se stesso. Il valore di tutta questa roba oggi è assai modesto, pur comprendendo anche partite decisamente attive, come il 51 per cento del settimanale «Sorrisi e Canzoni tv. (ribattezzato per l'occasione «Sorrisi e massoni tv»), da oggi l'unico nel campo dei periodici di musica leggera che può vantare la proprietà del Vaticano, o Marco Borsa (Segue a pag. 2 - 8' col.)

Luoghi citati: Livorno, Madrid, Milano, Nicaragua