Colpa degli editori e della pubblicità? di Mario Baudino

Colpa degli editori e della pubblicità? Colpa degli editori e della pubblicità? Una media di almeno due manifestazioni alla settimana, con un minimo di 60 persone sempre presenti, e a rotazione, ne hanno fatto un centro culturale importante. E hanno incrementato le vendite? «Befc, indubbiamente chi viene alla sera alle manifestazioni è prima spettatore, poi in un secondo tempo cliente. Insomma l'attività culturale stimola molto, e insieme a lei lo spazio. Molte delle nostre iniziative sono nate direttamente su sollecitazione di chi partecipava a conferenze e dibattiti come spettatore — conclude Femore —. Però non facciamoci illusioni; il pubblico dei libri non si è allargato. La Torino che compera è sempre la stessa, borghese e colta, che ha sempre consumato libri: Se un ampliamento dell'utenza non c'è stato, la colpa, secondo i librai, è più degli editori che non loro. Su questo Angelo Pezzana (il «fondatore» della Hellas. la prima libreria anglo-americana in citta, ora passato alla «Luxemburg») è categorico: «La funzione per la trasmissione della cultura delle librerie è indiscussa. Se poi la loro struttura tradizionale abbia e non abbia un senso è questione di opinioni. Quel che è certo, però, è che è rimasto entro limiti artigianali il comportamento degli editori di fronte ai mass-media. Non cercano un mercato nuovo attraverso la pubblicità, sono fermi alle formule di 30 anni fa, e le cose non direi vadano bene. E'un po' il serpente che si mangia la coda: il libro è poco reclamizzato, non entra nei bisogni primari, e il consumo diminuisce». Mario Baudino (6. Continua)

Persone citate: Angelo Pezzana, Femore, Luxemburg