In panne l'orchestra Rai un altro direttore lascia

In panne l'orchestra Rai un altro direttore lascia I sindacati protestano, l'azienda è insensibile In panne l'orchestra Rai un altro direttore lascia £' quello del coro, che se ne va a Bologna - Da dieci anni manca il direttore stabile, da uno quello artistico - Un prestigio perduto Preoccupazione negli ambienti musicali torinesi. 'Troppi I segnali negativi sulla sorti dell'orchestra sinfonica della Rai», denuncia il sindacato dei musicisti Italiani (Smi). «Du diaci anni è priva dal direitora stabile o. da quando Roman Vlad sa ne è andato noll'81 all'Opera di Roma, anche la sedia dal direttore artistico è vuota. Come lo sarà tra poco, a luglio, quella dal direttore dal coro: il maestro Fulvio Anglus ha dato Intatti la dimissioni, preterendo II Teatro comunale di Bologna, a ancora non si sa chi lo sostituirà. Ma ci sono "diserzioni" anche tra gli orchestrali. Abbado, per la sua Filarmonica di Milano, ci ha preso II primo violino Mollnaro; per altri c'è una situazione precaria, con contratti limitati a sai masi», puntualizzano Gilberto Bosco e Silvana Di Lotti, segretari regionali delio Smi, nonché compositori e insegnanti al Conservatorio di Torino. Un altro fiore all'occhiello della città è destinato lentamente ad appassire? Torino «espropriata» ancora una volta di un importante pezzo del suo patrimonio cultura- le? 'Non ci vuota molto a capire I danni provocati dalle attuali carenza; In mancanza di un direttore artistico, la programmazione — pur volenterosa — non può affrontare discorsi di vasto respiro. E senza un direttore stabile che segua costantemente I musicisti, l'orchestra non può acquistar» quella fisionomia artistica a quella fusione d'Insieme Indispensabili per reggere II peso di una storia prestigiosa», aggiunge Bosco. Attualmente tutto ricade sulle spalle del responsabile di struttura. Michele Messerklingor. che da solo si trova a fronteggiare una marea di impegni: un compito particolarmente difficile. Eppure, fin dal 1931, annodi nascita a Torino della prima orchestra sinfonica della Rai (le altre tre quelle di Roma, Milano e Napoli furono costituite solo tra il '46 e gli Anni Cinquanta), i direttori stabili non sono mai mancati. . Lidia Palomba, critico musicale e insegnante di conservatorio, che ultimamente ha curato un ciclo di trasmissioni radiofoniche proprio sulla storia dell'orchestra sinfonica di Torino, ricorda tempi più felici, quando sotto la direzione stabile e artistica del maestro Mario Ressi, dal '46 al '69, era considerata la prima orchestra in Italia e tra le prime in Europa. «Tuff/ / più grandi maestri erano felicissimi di poterla dirigere: tanto per citarne alcuni, Bruno Walter, Protra. Lo stesso Kara/an, da me Incontrato a Venezia nel '74, mi disse: e l'unica che dirigerei In Italia». Tra i ricordi di Lidia Palomba c'è anche una cena verso la fine del '69 con il maestro Riccardo Muti: »MI confesso che avrebbe fatto volentieri II direttore stabile dell'orchestra sintonica Rai di Torino». Un'altra grossa occasione mancata, tra le tante (ad esempio, negli ambienti musicali ci si chiede come mai la Rai si lasci scappare un maestro stimato come Angius, e pare per pochissimi soldi, che col suo coro è stato chiamato alla Scala da .Berio In occasione de «La vera storia»). Perche? Senza scomodare I «dietrologi», la spiegazione sembra semplice: banalmente, problemi di soldi. Non è un mistero che da tempo la Rai si lamenta dei costi che deve sopportare per mantenere i suol quattro organismi musicali. Due anni fa in occasione del rinnovo della convenzione con lo Stato, tirò fuori anche le dire: le costavano complessivamente 16 miliardi all'anno (6 milioni al giorno quella to.inese). Ma è anche vero che solo l'orchestra di Torino è stata «punita»; le altre tre, infatti, non hanno le sua situazione anomala. «La Rai deva difendere e potenziar» la sua presenza nel campo della produzione musicale, realizzando uno del suol scopi istituzionali, come deve attuar» una programmazione attenta alle esigenze culturali del territorio», ricordano però ai Sindacato musicisti Italiani. E' altrettanto vero, però, che di fronte ai segnali di «abbandono» dell'orchestra sinfonica di Milano da parte della Rai, I milanesi sono andati a gara per sostenerla. Colpa allora anche dei torinesi che assistono Impassibili al declino della loro orchestra? 'Slamo alla peri feria » non ci facciamo sentir» per valorizzar» I nostri pregi, le nostre attiviti d'avanguardia», lamenta il maestro d'orchestra Alberto Peyretti. Ultimamente sono corse voci di un possibile intervento della Regione, ma questa eventualità non gode molti favori: «La vedremmo con sospetto, sia perché sancirebbe Il disinteresse della Rai nel confronti della produzione musicale torinese, sia perché, neoessariameni», andrebbe a detrimento di altra attività artistiche eh» già pesano sul bilanci regionali, come quelle del Regio, del Teatro Comunale di Alessandria, delle diverse e ottime stagioni concertistiche cosiddette "minori"», sottolinea Bosco. 'Vorremmo eh» la Rai si pronunciasse In modo chiaro e definitivo sul futuro dell'orchestra sinfonica», interviene Lidia Palomba «£ naturalmente che si decidesse a ricoprir» I posti vaganti. Nel febbraio di quest'anno, Emilio Pozzi, direttore della sede Rai di via Verdi, promise eh» nel giro di pochi giorni la sedia del direttore artistico non sarebbe più rimasta vuota. Stiamo ancora aspettando», aggiunge Bosco. Stefanella Campana