Craxi: la grinta di De Mita può portarci alle elezioni di Alberto Rapisarda

Craxi: la grinta di De Mita può portarci alle elezioni Duro avvertimento alla de, anche se non sembra un ultimatum Craxi: la grinta di De Mita può portarci alle elezioni La segreterìa democristiana replica osservando che «ora sono i socialisti a dover mettere le carte in tavola» - L'influenza del caso Calvi sulla situazione politica ROMA — «l inargini sono consumati e il problema politico si è ormai ridotto all'essenziale. Non è tempo di manovre e di polemiche Incon» eludenti-. Dopo un lungo silenzio. Craxi ha deciso di mettere in chiaro i rapporti di fondo tra psi e de. Lo fa con un articolo (non firmato) sull'i. Avanti! » di oggi, pessimistico sulla durata dell'alleanza tra i due maggiori partiti di governo se la de continuerà a sfoggiare la -grinta» del nuovo segretario. Se De Mita insisterà con le sue «manifestazioni ostili verso i socialisti», con le ^analisi acrimoniose e cervellotiche'-, con le «im'siative di provocazione- e con i tentativi di «disarticolare' la convergenza del fronte laicosocialista, si assumerà anche la responsabilità di portare il Paese ad elezioni politiche anticipate. L'avvertimento, che non è presentato col tono di un ultimatum, ma come un pacato ripensamento sulla difficile convivenza di psi e de nel governo, cade non casualmente alla vigilia del Consiglio dei ministri che dovrà decidere mercoledì come assestare il bilancio per il 1982. Impresa ardua che nell'incontro di venerdì scorso a palazzo Chigi si concluse con una quasi rissa tra Andreatta (de) da una parte e socialisti e socialdemocratici dall'altra. Fin da domani si potrà quindi vedere se è arrivato il momento della resa dei conti tra democristiani e socialisti o se invece Craxi vuole rinviare il dibattito al «vertice» da tanto tempo annunziato. Certo è che il psi non pare più intenzionato a subire la pressante iniziativa democristiana che si presenta con la «linea di un presunto rigore rispetto ad un presunto lassismo, di una presunta capacità e volontà decisionale contrapposta tid una presunta indecisione e incerteesa>-, scrive Craxi. I socialisti, spiega invece il segretario, sono stati pazienti e «guardinghi". Avevanochiesto sei mesi fa la «verificama poi non ne hanno affrettato i tempi perché «le cose erano state spinte ad un punto tale che una verifica calata in un clima pervaso da un rarefatto spirito di collaborazione si sarebbe condannata da sola ad un fallimento certo». Ora «spelta in primo luogo ad altri» ricucire la situazione politica. Cioè, deve essere la de a cambiar rotta. «Noi abbiamo assunto una posizione chiara in politica economica» ribattono i collaboratori di De Mita. «Ora spetta agli altri, e prima di tutto ai socialisti, a fare altrettanto mettendo le carte in tavola». Pare, insomma, di as¬ sistere ad un dialogo tra sordi. La de non vuole comunque la crisi di governo ed è anche disposta ad un cambio di ministri, il cosiddetto «rimpasto», pur di evitarla. Questa è la linea annunciata da De Mita domenica e confermata a più voci ieri. In questa disponibilità ad uno scambio di poltrone, qualcuno vi ha visto la decisione di De Mita di togliere il ministro Andreatta dal governo. Questa interpretazione è quella dei socialdemocratici i quali dicevano ieri (Cuojati) «che la de ha capito finalmente che la posizione del ministro Andreatta è divenuta ormai insostenibile». I democristiani escludono però che Andreatta venga sacrificato per far piacere a Craxi e a Longo. D'altra parte sembrerebbe strano «punire» proprio ora il ministro che ha avallato la ferma azione di pulizia della Banca d'Italia nel confronti del Banco Ambrosiano di Calvi. La torbida vicenda del Banco Ambrosiano è. indubbiamente una variabile che può influire sugli sviluppi della situazione politica, anche se in modo sommerso, ispirando cautela ai maggiori partiti di governo. E' quello che. con tono di velata minaccia, fa capire, per esempio, il presidente della de Piccoli in una Intervista a «Gente» quando dice: «Vi c chi strumentalizza il ca.,n. intendendo a torto di farne un'arma politica. Consiglierei alla prudenza perché si potrebbero avere brutte sorprese». Alberto Rapisarda

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