Modena, guerra per le porte del Duomo di Marco Neirotti

Modena, guerra per le porte del Duomo Doveva essere un dibattito artistico, è finito in una vicenda giudiziaria Modena, guerra per le porte del Duomo Su denuncia della sovrintendenza, i carabinieri sono entrati nella cattedrale durante una messa per farsi consegnare i vecchi portali, sostituiti nel '74 - La città divisa DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE MODENA — Doveva essere un dibattito artistico sulla facciata del Duomo romanico, progettato da Lanfranco e decorato con le splendide sculture di Wiligelmo. Invece è divampata una vicenda giudiziaria che vede intrecciarsi provvedimenti di tre diverse autorità: Pretura, Procura della Repubblica e Tribunale amministrativo regionale. L'arce sembra smarrita tra i fogli protocollo. La polemica, vecchia di 8 anni, si scatenò a proposito dei portali in bronzo che nel 1974 sostituirono le antiche porte in legno. Dai primi interventi di Italia Nostra si passò a ricorsi e denunce, che mercoledì scorso sono culminate in un blitz di carabinieri, che alle 8 di mattina, durante la messa, si sono presentati al vescovo, Monsignor Pistoni, con l'ordine di consegnare immediatamente alla sovrintendenza ai monumenti le antiche porte, da inviare al restauro. Non soltanto: fra tre giorni Monsignor Pistoni dovrà presentarsi di fronte al pretore Manfredo Luongo. che gli ha fatto notificare un mandato di comparizione ipotizzando precisi reati. La storia è lunga e complessa. .Nel 1969 il collegio di sacerdoti presieduto dal Vescovo che ha la cura del Duomo — spiega il canonico don Au¬ gusto Bergamini — ricevette da un impiegato della Curia un lascito destinato a un intervento da scegliere in una rosa che lui slesso indicava». Si decise per la sostituzione delle porte, ritenute prive di valore e in pessimo stato, e, d'accordo con l'allora sovrintendente ai monumenti, dottor Trinci, si prepararono alcuni progetti da sottoporre al ministero dei Beni Culturali. Uno dei progetti fu accolto purché i nuovi portali mantenessero la linea sobria. Nell'ottobre 1974, i portali bronzei furono Installati. Italia Nostra reagì subito, sostenendo che la sostituzione, oltre a deturpare il frontale con eccessive decorazioni. danneggiava 11 prezioso architrave e 1 bassorilievi di Wiligelmo. All'Iniziativa aderì anche il nuovo sovrintendente ai monumenti. Angelo Caivani. Iniziò il girotondo delle perizie. Alla fine fu lo stesso ministero a stabilire che l'autorizzazione concessa nel '74 era stata fraintesa: i portali bronzei, con disegni in rilievo e borchie al loro interno, non erano perfettamente lineari, come era stato indicato. A questo punto, il Capitolo si disse disposto ad adattare i portali, mentre sovrintendente e Italia Nostra si battevano per la totale rimozione e sostituzione con quelli originali in legno. .Affermano che sono preziosi e antichi — sostiene don Bergamini — ma non è vero: in Curia c'è addirittura chi conosceva il falegname che nel 1925 li installò». Ma a quanto pare, tra gli incartamenti del pretore Luongo esistono perizie (del consiglio dei Beni culturali) che dimostrano come quelle porte furono costruite con attrezzi In disuso nel XX secolo e i chiodi furono battuti a mano e a caldo: Insomma, si tratterebbe di un lavoro eseguito nel 1778 dal falegname Manzini. Il ministero avrebbe fatto sue le tesi delle perizie e, secondo Italia Nostra, avrebbe sollecitato espressamente il ripristino delle porte in legno. Perciò il dottor Calvani nei giorni scorsi si è presentato al Duomo e ha chiesto di rientrare in possesso delle vecchie porte per esplorarle. Il custode ne ha rifiutato la consegna. Il sovrintendente si è rivolto allora al pretore per ottenere l'Intervento dei carabinieri, e Mons. Pistoni ha consentito la restituzione. Calvani ha comunque presentato contro il Vescovo una denuncia per ipotesi di reato: resistenza alla protezione di beni artistici (art. 11 della legge speciale 39) e danneggiamento di opere artistiche (art. 733 del codice penale). 11 Capitolo ha reagito denunciando alla procura della Repubblica il sovrintendente per calunnia (avrebbe attribuito danni inesistenti ai bassorilievi di Wiligelmo) e falso ideologico (avrebbe interpretato erroneamente 11 decreto ministeriale), nonché Italia Nostra. Il sostituto procuratore dottor Tibis, allora, in presenza di un contenzioso In corso, ha bloccato ogni intervento e posto sotto sequestro 1 portali. Intanto, il Tar si è pronunciato su un ricorso presentato da Mons. Pistoni a proposito della restituzione delle porte e ha sospeso l'esecutività del procedimento, in attesa di definizione della causa. Ma il provvedimento era già stato eseguito. «Si litiga sulle porte e si lascia la facciata coperta, ormali da 10 anni, senza intervenire* — dice don Bergamini — le accuse di danneggiamento sono assurde: nell'architrave di Wiligelmo c'è una spaccatura, ina c'era già prima. Una guerra senza senso». I preziosi lavori di Wiligelmo guardano i dall'alto una battaglia che sembra non riguardarli più. Marco Neirotti

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