Un Platini sull'allegro-moderato
Un Platini sull'allegro-moderato Il capitano della nazionale francese non si esalta troppo per la qualificazione Un Platini sull'allegro-moderato «Anche il nostro calcio, ammette Michel, riflette il campionato» - La squadra di Hidalgo ha molte radici spagnole DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE VALLADOLID — Gli azzurri con stiracchiati pareggi, la Polonia con una resurrezione nell'ultima partita, la Francia grazie ad un salvataggio sulla linea del giovane terzino Amoros già nei minuti di recupero: ci sono modi diversi per arrivare alla seconda fase del Mundial. Il giorno dopo la qualificazione, nel ritiro di El Montico, il capitano della Francia riprende un discorso avviato a Font Romeu alla vigilia delle partite e dice: •L'importante è aver fatto la nostra parte con coerenza. L'avevo detto in anticipo che eravamo inferiori all'Inghilterra, superiori al Kuwait e più o meno dello stesso valore della Cecoslovacchia. Sono arrivate la sconfitta, la vittoria e il pareggio. Adesso non chiedetemi la schedina, neppure quando arriverò a Torino». Michel Platini è soddisfatto, sia delle previsioni confermate che del gioco della squadra e ovviamente della qualificazione. «Saint Etienne, nazionale francese, la Juventus domani, per ogni maglia ci vegllono professionismo, cuore, voglia di sacrificarsi. Ma io del calcio, che mi piace molto, faccio anche una questione personale. Andare presto fuori dal Mundlal come da una Coppa, per me è una sofferenza». Accomuna Francia, Italia e altre in un giudizio globale: «Noi. voi Ungheria. Cecoslovacchia, la stessa Polonia malgrado la goleada al Perù, sinora slamo stati sul colore grigio. Altre volte abbiamo giocato meglio, altre peggio. Diciamo che non slamo stati brillanti, abbiamo riflesso le Indicazioni del nostri campionati». Un Platini sull'allegro moderato, insomma, come si conviene ad un giocatore di classe, di cervello più che di muscoli anche se contro la Cecoslovacchia ha davvero dato il massimo, sia in copertura che nel condurre i contrattacchi, per arrivare al passaggio del turno. Platini non dice che, rispetto agli azzurri, la Francia ha giocato con ben altro spirito una partita in cui le bastava il pareggio. E' stato questo importante particolare a colpire piacevolmente nella squadra di Michel Hidalgo. Difesa e contropiede come linea di principio, ma una applicazione coraggiosa, sorretta dalla precisa volontà di assumersi dei rischi. Ed il premio era ar¬ rivato con il gol di Six, la partita è stata rimessa in discussione soltanto in extremis da un rigore persin severo per un inutile fallo di Bossis. Attorno alla classe di Platini, la Francia ha ingredienti spiccioli che sul momento servono e vivacizzano la manovra: il granello di pazzia di Didier Six ora brillante ora assente, la vivacità e la tecnica del centrocampista Giresse (uno dei migliori del Mundial nel ruolo), la velocità di Soler, la grinta di Janvion, la freschezza di Amoros. Tutto serve a rendere frizzante la squadra. Un pizzico di fuoco — che bene si sposa alla freddezza del capitano — arriva dal sangue spagnolo che molti giocatori francesi hanno nelle vene. Manuel Amoros. il difensore del Monaco, è nato ad Alicante pochi mesi prima che la sua famiglia si trasferisse a Nimes, dove lui ha preso la cittadinanza francese. L'altro difensore Lopez deve arrivare al bisnonno per trovare uno spagnolo, ma la corrente di sangue è certa. I nonni di Larios erano di Malaga, poi emigrati in Algeria. Attraverso questo lungo giro lui è arrivato in Francia. Pelle olivastra, capelli nerissiml, occhi grandi, Larios è uno spagnolo in tutto e per tutto. In casa Soler, il papà dello sgusciante attaccante parla un francese pieno di parole catalane, mentre a Ciudad Condal non lontano da Barcellona i nato Castaneda, uno dei portieri di riserva, il cui padre — uomo di sinistra — emigrò in Francia e non vi tornò se non alla morte di Franco. In Spagna vivevano i nonni di Michel Hidalgo, il commissario tecnico. Anche la questione di sangue (Tresor è della Guadalupa, Platini e Bellone sono di origine italiana) entra nel cocktail francese. Come base resta lo champagne, ovviamente, e molti tappi sono saltati l'altra notte a El Montico. Bruno Perucca
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