Ora il caso Fiorini rischia di diventare motivo di polemica nella maggioranze
Ora il caso Fiorini rischia di diventare motivo di polemica nella maggioranze Ora il caso Fiorini rischia di diventare motivo di polemica nella maggioranze La sospensione del direttore finanziario dell'Eni dovuta ad un suo progetto di salvataggio dell'Ambrosiano di cui il commissario dell'ente, Gandolfi, era all'oscuro - Sconta) fra De Michelis e il pei sulla questione Tradinvest DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Ancora burrasca intorno all'Eni. E, ancora una volta, i rapporti tra l'ente petrolifero di Stato e l'Ambrosiano hanno messo a rumore gli ambienti politici ed economici romani. Da una parte la sospensione del direttore finanziarlo Florio Fiorini (giovedì il commissario Gandolfi ha accolto la sua richiesta), dall'altra la rovente polemica fra il ministro delle Partecipazioni Statali, De Michelis, e i comunisti, sui prestiti che la Tradinvest, la finanziaria estera dell'Eni, ha concesso negli ultimi anni al gruppo Ambrosiano. Il caso Fiorini, insomma, rischia di diventare un nuovo capitolo del «contenzioso» fra i partiti di governo. A spingere quasi alla rottura i rapporti tra Gandolfi. il commissario dell'Eni subentrato al presidente Grandi, e Fiorini non sono stati 1 prestiti (sul quali ieri De Michelis ha preso ufficialmente posi zlone definendoli del tutto le citi), bensì il piano, di cui riferiamo a parte, illustrato autonomamente lunedi da Fiorini al Tesoro e alla Banca d'Italia per l'Intervento di un gruppo di finanzieri privati nel salvataggio dell'Ambrosiano. Gandolfi, che non era al corrente del plano, si preoc cupava di far sapere che l'Eni in questa faccenda non c'entrava nulla e del resto sareb-i be stato clamoroso che l'ente! petrolifero pubblico si adoperasse per intervenire nel maggior gruppo bancario pri vato. E accettava la richiesta di sospensione di Fiorini. Ma la notizia rimbalzava ugual mente in un ambiente politico già in ebollizione per i ricorrenti contrasti tra i ministri tanto che qualcuno sospetta va una nuova manovra intor no all'Ambrosiano. Sulla chiacchierata opera¬ zione fatta a suo tempo dall'Eni con il Banco Ambrosiano Andino è sceso in campo ufficialmente il ministro delle Partecipazioni Statali De Michelis nel tentativo di diradare le nebbie che avvolgevano la questione: nessun prestito «sospetto» o illegale. Il «caso» era stato sollevato da una Interrogazione del pel (rinnova-; ta nel giorni scorsi) e l'atten- zlone era stata posta soprattutto sul prestito di 50 milioni di dollari concesso dalla Tradinvest, la finanziaria dell'Eni. all'Andino a condizioni rl-t tenute di favore particolare. Perché? In sostanza l'operazione aveva destato clamorosi sospetti: che fosse inspiegabile dal punto di vista finanziario e coprisse interessi privati e politici. . Ieri De Michelis ha fornito una lunga spiegazione che si conclude con una valutazione: «Non sono formulabili rilievi circa la legittimità dell'operazione e può affermarsi che l'Eni non ha subito alcun danno, ma ha-tratto un vantaggio quantificabile in oltre 7 miliardi di lire». Il senatore comunista Cola-; Janni ha replicato alla rispo¬ sta del ministro De Michelis: «Bisognerà vedere qual è il grado reale di solvibilità delle' società estere di Calvi. Dopo che questo sarà accertato — aggiunge Colajanni — naturalmente senza formulare alcuna previsione, mi pare evidente che gli organi dell'Eni dovranno riconsiderare la pòslzlone del dottor Florio Fiorini».
Luoghi citati: Roma
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