Nuota più veloce per fare a gara con gli alligatori
Nuota più veloce per fare a gara con gli alligatori Chi è Rowdy Gaines, il primatista mondiale dei 100 stile libero, visjo in gara al «Sette Colli» Nuota più veloce per fare a gara con gli alligatori DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE VERONA — Confessa candidamente che la sua vera passione non è il nuoto, ma lo sci nautico. A sciare sull'acqua, da bambino, imparò da sua madre Jetty, una vera stella di questo sport. Sciavano insieme davanti a casa, a Winer Haven, la 'Città dei cento laghi', nell'interno della Florida., «Facendo sci nautico ogni tanto si cade — spiega lui — e nel nostri laghi ci sono gli alligatori. Vi garantisco che sé state in acqua, a cento metri dalla barca, e vedete un alligatore tuffarsi dalla riva, Imparate in fretta a nuotare 1 cento metri In meno di 50"». Lui, Ambrose Gaines detto Rowdy, imparò tanto bene da arrivare ad essere il più veloce crawlista del mondo di tutti i tempi, il giorno in cui stabili il nuovo primato assoluto dei 100 stile libero: 49"36 ad Austin, poco più di un anno fa (dodici mesi prima, nell'aprile '80, aveva già migliorato il mondiale dei 200,l'49"lè). Subito dopo quell'impresa, a 22 anni, decise di lasciare il nuoto: una scelta imprevi- sta, ma covata a lungo, fin dalla delusione per il boicottaggio americano alle Olimpiadi di Mosca. Ma ora, altrettanto improvvisamente, è rispuntato: In aprile s'è presentato inatteso ai campionati 'indoorm degli Usa e ha spazzato via i titoli della velocità. Poi ha spiegato al mondo di essere tornato in piscina per realizzare almeno tre sogni: diventare campione del mondo, diventare campione olimpico e visitare l'Italia. Il terzo obiettivo l'ha già raggiunto, visto che nei giorni scorsi è stato qui a nuoticchtare lentamente e ad allenarsi duramente nella piscina veronese che ospitava il •Sette CollU e a raccontarci di se stesso, agitanto il caschetto di capellucci biondastri perennemente umidi e sorridendo sempre, con simpatia e disponibilità, senza nessuna avarizia da superdivo, senza capricci da figlio di papà. In realtà, infatti, Rowdy non avrebbe avuto bisogno del nuoto per regalarsi un viaggetto da queste parti: gli sarebbe bastato chiederlo a babbo Rudy, un ricco produttore cinetelevlsivo. I Gaines sono praticamente proprietari della loro città: all'ingresso di Winer Haven un cartellone notifica che quello è il 'Gaines Cove', il rifugio dei Gaines. La via principale è naturalmente Gaines Avenue e ciascun membro della famiglia (un vero 'Clan') abita in un proprio chalet con rispettivo laghetto privato. Ma Ambrose Gaines IV, detto Rowdy, non si dà arie, appunto. E' un giovanotto allegro, spiritoso, alla mano, al quale forse a prima vista non daresti due lire come asso del nuoto di potenza: è alto solo 1,85, meno di quasi tutti gli attuali campionissimi dello 'Sprint' acquatico; ed è longilineo, smilzo, quasi ossuto. Ha però mani e piedi grandi, articolazioni flessibili, braccia e gambe esplosive. E' un nuotatore ruspante, non costruito col manuale in mano: «Il mio stile è buono perché mi consente di sentirmi comodo in acqua, sintetizza. Lo allena Richard Quick, alla Auburn University, Alabama, dove Rowdy si è 'graduato» in comunicazioni di massa. Allenamenti a volte pesanti, ma non ossessivi: «Non sopporto l'idea che 11 nuotatore debba essere per forza un automa da 20 chilometri al giorno. E Quick lo sa. MI alleno 11 giusto, ma con un po' di fantasia, senza esaurire la mia vita in una piscina». Solo cosi, del resto, potrà avere la pazienza di aspettare il 1984 per realizzare II sogno olimpico, quando avrà' già 25 anni, non pochi per un nuotatore: «Per fortuna intanto c'è subito lo stimolo dei mondiali in Ecuador, ai primi d'agosto — dice Rowdy, senza ombra di presunzione —. Punto a cinque medaglie doro, due individuali e tre di staffetta. Sarà la prova generale per le Olimpiadi. In tutta sincerità, è per quelle che sono tornato a nuotare: ho pensato che per lasciare una traccia indelebile di me nella storia del nuoto dovevo vincere qualcosa di veramente importante, come Schollander, 8pltz, Naber. Darei tutti 1 miei primati per un trionfo davanti alla mia gente, a Los Angeles. Non si vive di soli record. In fondo che cos'è un record? Un numero scritto su un cronometro». Gianni Menichellt
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