Djuna e l'umanità ferita da due guerre di Masolino D'amico

Djuna e l'umanità ferita da due guerre LA BARNES SCOMPARSA A 90 ANNI Djuna e l'umanità ferita da due guerre NEW YORK — La scrittrice e poetessa Dfuna Barnes è morta nei giorni scorsi a New York, nella sua caso al Oreenwich Village. Aveva no~ vant'anni. Questo ottobre uscirà Creature! in an Alphàbet, un libro di poesie col quale Djuna Barnes aveva interrotto quel silenzio che durava dal 1958, gflkXanno dello sconcertante cìramma in versi The Antiphon: tragedia questa di insostenibile intensità, almeno per quanto riguarda il palcoscenico moderno, che l'ha ignorata, con una aristocratica madre che al terz'atto uccide la figlia perché offesa dalle rivelazioni della disinvolta carriera scssua le di costei (quaranta amanti e uno stupro subito dal padre, mormone di Salem). Tutto questo si svolge in una dimora di campagna inglese, nel 1939, e nel ricorrere, per nar tarlo, a ritmi dalla musicalità inconsueta e a un linguaggio fitto di immagini, sprezzante di qualsiasi compromesso con la mediocrità, la Barnes parve voler confermare l'ormai lontano giudizio di Eliot, che nella sua famosa introduzione Bosco di notte (1936) aveva appunto segnalato in lei «una qualità di orrore e di fato assai vitina a quella della tragedia^ elisabettiana». ■ ** Con la sua eccentrica vec chiaia in un modestissimo appartamentino al Grccnwich Village, dove a nessuno era consentito di vederla, e con i rarissimi interventi pubblicati Djuna Barnes, ultima super stitc della favolosa Parigi anglosassone degli Anni Venti e Trenta — quella di Gertrude Stein e di Joyce, di Pound e d Eliot, di Jean Rhys, di Henry Miller e di AnaTs Nin — aveva alimentato la propria leggenda a .modo suo. Di lei ai temp parigini sopravvive una man data di fotografie, fra cui una sempre riprodotta di Man Ray, che la mostrano abba gliantc di eleganza e di bcllez za. Sopravvivono anche, è qv vio, il romanzo Bosco di notti e i racconti, alcuni dei quali stu pendi, riuniti successivamente in varie combinazioni, e in parte proposti due anni or sono ai lettori italiani da Adel phi col titolo La passione (Bosco di notte è nella collana Nuovo Portico Bompiani). Nata a Cornwall-on-Hudson nello Stato di New York novantanni fa, da una fami glia tutt'altro che convenzio naie che l'aveva educata in casa, la Barnes aveva esordito come giornalista e anche come illustratrice e artista grafica, e fra l'altro aveva scritto com medie per una formazione se midilcttantcsca di Princetown. Da Parigi, dove si trasferì ne gli Anni Venti, mandò in pa uria i primi racconti, usciti in A Book (1923), e un primo romanzo, Ryder (1928). In quelle storie e in altre successive compare già mondo caratteristico della sua ispirazione, che- è un mondo di sradicati, di sopravvissuti alla deflagrazione della Grande Guerra: esuli europei che arrabattano sullo sfondo di Berlino, della Francia o anche di Manhattan, sempre con il senso di non appartenere nessuno luogo. Si veda il rac conto che da il titolo alla rac colta Adclphi, non più che la descrizione del meticoloso, ce rimonioso corteggiamento uno di tali relitti, un vecchio ufficiale polacco, a una sua controparte femminile, tale principessa Frederica Rholingshausen, che ogni giorno compare nel Bois alla stessa ora, a bordo di un elegante tiro a due: fantasmi di un universo il cui senso nessuno è più in grado di definire. Meno direttamente ma pur sempre eloquentemente emblematica di questa ispirazione è l'incomunicabilità fra una madre e una figlia, in «Allcr-Retour». i ** Ma, naturalmente, è nel favoloso Bosco di notte che la Barnes diede la sua versione perfetta e definitiva di questo senso di estraneità, di precarietà, di perdita di un centro, cosi caratteristico dell'esperienza umana e artistica fra le due guerre. Col frammentario poemetto Là terra desolata T.S. Ecmcscvdd Eliot aveva comunicato qual cosa di analogo: lo smarrì mento dell'uomo fra le rovine, confrontato da barlumi del suo passato che affiorando caoticamente, casualmente, in vece di corroborarlo col senso della tradizione lo confondono, lo frastornano, lo sbigottiscono. Nella lucida prosa di Basco di notte, quei brandelli di eredità diventano Kitsch; la tra gedia è impossibile per man canza di un ordine contro cui entrare in conflitto, e i personaggi sono soltanto grotte schi. Vogliamo ricordare la storia, che coinvolge cinque psicopatici, in moto fra Vien na, Berlino, Parigi? Protagoni sta è la pigra, sensuale Robin sposata dallo pseudo barone di origine ebrea Felix, snob insabbiato nel demi-monde, frequentatore degli artisti di un circo. Rimasta incinta — Felix vuole un figlio — e quind inorridita dalla sanguinosa esperienza del parto, Robin lascia Felix per Nora, l'amrpini stratricc. del circo; dalle, sue passa quindi nelle mani della rapace Jenny, più volte vedova, che la trascina in America. La scena più memorabile del libro avviene quando Nora, disperata per l'abbandono di Robin, piomba di notte nella stanza di O'Connor, am biguo dottore irlandese-cali forniano, gran coniatore di aforismi, e lo trova a letto truccato e travestito da donna Gli chiede di parlarle della notte... Nel finale c'è una spe eie di ritrovamento di ubi con sistam nella bestialità più eie mentarc: Robin si accuccia ululare accanto a un cane, dal quale viene accettata come una pari. Con questo libro e con la piccola costellazione di racconti che lo avevano precedu to, Djuna Barnes diede espressione a temi e tendenze dell'c poca fra le due guerre con una concentrazione straordinaria. Nella mole ridotta della sua opera sono presenti non sol tanto una emblematicità di situazioni e uno spessore sim bolico passibili di esplorazioni infinite, ma anche un vero e proprio repertorio sintetico di temi e modi dell'arte modcr na: dissonanze, mescolanza di livelli linguistici, uso dell'ironia e nessun timore di cadere nella retorica, per quanto ri guarda lo stile; e per quanto riguarda gli argomenti, quasi tutti gli oggetti del periodo, dalla psicoanalisi al circo, dalle incongrue vestigia di decoro altoborghese — carrozze e cavalli, cocchieri, cilindri, bastoni, guanti bianchi, baciamano mal sottile — alla confusione dei sessi, all'erotismo privo di scopo (l'orrore di Robin donna-oggetto, per il fatto fi sico del parto); e via dicendo. Questa scrittrice esoterica da sempre oggetto di culto, per pochi, appare insomma fra le voci più rappresentative di' un tempo inquieto e confuso che non è ancora tramontato e al quale come pochi altri seppe dare espressione foe giandosi una voce inconfondi bile, che non ha mai cessato di coinvolgerci. Masolino d'Amico Djuna Barnes