Ora l'Honduras vuole vincere

Ora l'Honduras vuole vincere Il bel pari con la Spagna non basta ai centroamericani Ora l'Honduras vuole vincere Il et. Uclés: «Jugoslavia e Irlanda assaggeranno il nostro attacco» DAL N08TR0 INVIATO SPECIALE VALENCIA — Pareggiando con la Spagna nel suo esordio assoluto al Mundial, l'Honduras di José De La Paz Herrera Uclès detto Chelalo ha ottenuto il risultato di maggior prestigio nella storia del calcio del Paese. Basta questo per spiegare tutto, la gioia, le lacrime, i sorrisi e gli abbracci dopo la grande impresa. Ma non basta. All'uscita dallo stadio ci sono stati anche gli applausi dei tifosi spagnoli, un riconoscimento cìie i giocatori centroamericani hanno accolto con occ'r.l umidi e il cuore gonfio di orgoglio: «E' stato un trionfo — ha detto Uclès — una partita meravigliosa. L'avevo preparata per tutta la notte, l'avevo persino sognata. Ora anche noi siamo entrati nel calcio mondiale». Uclès, raccontano, è tecnico scaltro e preparato, gran studioso di tattica e profondo conoscitore degli avversari. La sua casa di Tegucigalpa è piena di appunti, videocassette, registrazioni, libri e lavagne. Studia calcio per ore, scordandosi persino di mangiare, conosce ogni squadra ed ogni giocatore, valuta situazioni e appronta marchingegni tattici. Un mostro, dicono i cronisti dell'Honduras, con immaginazione gonfiala dal pareggio con la Spagna. ■Sapevo come affrontare gli avversari — ha detto Uclès —. Sapevo che avrebbero attaccato esponendosi al contropiede, sapevo che occorreva chiudere intelligentemente gli spazi. Con la Spagna ahbiamo giocato un calcio difensivo, ma non avevamo scelta: nelle prossime partite faremo vedere che ci sappiamo fare anche in attacco. A questo punto credo nella qualificazione». E giù abbracci, sorrisi e risate. Contro la Spagna, in verità, l'Honduras ha messo in mostra un discreto collettivo ed ottime individualità, specie il libero Costly, gigante d'ebano, ed i tre uomini di centrocampo. Zelaya ha segnato un gol splendido, mentre Figueroa e Gilberto (che gioca in Spagna, nel Valladolid) hanno sovente messo in crisi gli spagnoli con i loro tocchi di fino. Poi c 'è Ramon Enrique Madariaga Chaves, detto Primitivo, 27 anni, capitano della formazione. Madariaga è simpaticissimo, piccolo, volto da indio. Sorride sempre, gli piace posare in fotografie con belle fanciulle: «Il pari? Una festa nazionale: però dovevamo vincere: vuol dire che ci rifaremo con Jugoslavia e Irlanda», c. co.

Persone citate: Figueroa, Herrera, Ramon Enrique Madariaga Chaves, Zelaya