Monicelli in «Amici miei, atto 2°» ha rifatto l'alluvione di Firenze

Monicelli in «Amici miei, atto 2°» ha rifatto l'alluvione di Firenze A Roma ieri sul set: 100 mila litri d'acqua per una scena con Tognazzi in fuga Monicelli in «Amici miei, atto 2°» ha rifatto l'alluvione di Firenze ROMA — Per cinque secondi sul set di Amici miei: atto secondo si è vissuta l'atmosfera e l'angoscia dei drammatici momenti dell'alluvione di Firenze del 1966. Poi il regista Monicelli ha ordinato lo stop e si è tornati a sorridere. Nel frattempo, però, centomila litri d'acqua, liberati da una «chiusa» artificiale, avevano invaso un fittizio vicolo di San Frediano e messo in fuga un Tognazzi in pigiama rosa. Il copione prevede infatti che i tre protagonisti (Ugo Tognazzi, Gastone Moschin e Philippe Noiret) rivivano, in situazioni diverse, ovviamente in chiave umoristica, la tragica alba del 4 novembre di sedici anni fa. «Alla fine — dice lo scenografo Baraldi — si ritroveranno tutti a piazzale Midielangelo a guardare Firenze allagata. Durante il montaggio queste sequenze realizzate in studio verranno intercalate con filmati autentici dell'alluvione». E' la prima volta che il cine ma «ricostruisce» il memorabile straripamento dell'Arno per cui l'altra sera negli stabi limenti sulla Tiburtina c'era molta tensione e preoccupazione. Trattandosi di una scelta difficilmente ripetibile 1 «cinque secondi dell'alluvione» sono stati ripresi con quattro macchine. «L'acqua — osserva Monicelli — è sempre un'incognita: noi avevamo calcolato che in cinque secondi l'acqua avrebbe dovuto raggiungere nel vicolo i sessanta centimetri. Mi sembra che tutto sia filato liscio, ma fino a quando non avrò visto il materiale sviluppato non sarò tranquillo». In questo film si ritrovano a o o i gli stessi personaggi di «Amici miei» del 1977, ossia il capocronista Perozzi (Noiret), il conte squattrinato Mascetti' (Tognazzi), il perito tecnico Melandri (Moschin) il professore Sassaroli (Adolfo Celi), manca solo Duilio Del Prete che nella parte del barista Necchi è stato rimpiazzato da Renzo Montagnani il quale dal collega ha «ereditato» il nome e la moglie (Franca Tamantini). Dopo «Il vizietto» è la seconda volta che Ugo Tognazzi affronta il «seguito» di un film di successo da lui già interpretato. «C'è una differenza — sottolinea l'attore —: "Il vizietto" venne rifatto immediatamente sull'onda del successo. In questo caso, essendo passati parecchi anni, c'è invece la volontà di riprendere una storia e dei personaggi che non si ritenevano esauriti». «Si è dovuto anche attendere che i protagonisti vigessero loro nuove avventure —• aggiunge il produttore Luigi De Laurentiis — ed il lavoro degli sceneggiatori ha richiesto mollo tempo. Il film oltre ad essere ricco di beffe, "improvvisate" nello spirito toscano del Boccaccio, è pieno di malinconia. Una malinconia che fa crescere la qualità del prodotto. Altrimenti potrebbe sembrare un film di confezione sorretto da avventure ridanciane e in questo caso Monicelli non avrebbe accettato di farlo». Per una buona meta il film è impostato sul flash-back che consente a Monicelli di fare risuscitare Noiret-Perozzl che era appunto morto nel finale di «Amici miei». Adesso la storia riprende un anno dopo con gli «amici» che si ritrovano nel cimitero di San Miniato per ricordare la scomparsa del capocronista Perozzi. «Ma anche questa "triste" ricorrenza—dice Moschin — offre l'occasione per una beffa ai danni di un povero vedovo. E qui scatta il "flash back" che ci riporta nell'anno dell'alluvione fiorentina». Con questo film Luigi De Laurentiis punta al titolo di «campione d'incasso» della stagione 1982-83 detenuto dal «Marchese del Grillo» incoraggiato dal fatto che «Amici miei» aveva incassato oltre dieci miliardi quando per andare al cinema, in prima visione, si pagava 2000-2500 lire. Dall'umorismo piccolo-borghese di «Amici miei». Luigi De Laurentiis si appresta a passare all'umorismo plebeo di Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno che trasferirà sul grande schermo con la regia di Mario Monicelli e Ugo Tognazzi protagonista. Ernesto Baldo Ugo Tognazzi sul set di «Amici miei atto secondo»

Luoghi citati: Firenze, Roma, San Miniato