La mafia ha prestato i suoi killer alla mala catanese per la strage?

La mafia ha prestato i suoi killer alla mala catanese per la strage? Traffici di armi e stupefacenti sono gli elementi base delle indagini La mafia ha prestato i suoi killer alla mala catanese per la strage? Le due auto usate dagli assassini dei tre carabinieri, dell'autista e del boss Alfio Ferlito risultano rubate a Palermo qualche tempo fa - Molte perquisizioni, venticinque persone fermate -1 funerali del bandito ucciso Rabbia e angoscia per le 4 vittime durante i funerali in duomo a Ernia ENNA — Una grande folla ha assistito ai funerali di Stato dei tre carabinieri e dell'autista massacrati l'altro ieri da un commando alla periferia di Palermo insieme al pregiudicato che scortavano. Al rito, celebrato dal vescovo Sebastiano Rosso, erano presenti, fra gli altri, i ministri della Difesa Lagorio e dell'Interno Rognoni, il comandante generale delyvArma dei carabinieri ~ tara, i pr< si denti della Regione, D'Acquisto e dell'Assemblea siciliana, Lauriceila. Ha assistito alla cerimonia funebre anche il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, prefetto di Palermo. Le campane hanno suonato a morto e gli squilli di tromba hanno scandito l'inizio del rito, mentre il falegnami* Roberto Ratti, padre del carabiniere Salvatore^ ventenne, la più giovane del- | le vittime, urlava, cercando di sottrarso all'abbraccio delle autorità: «Non è solo per mio figlio, parlo anche per gli altri ragazzi che fate ammassare». C'è stato trambusto e attimi di smarrimento. Nelle prime file, hanno preso posto i parenti dell'appuntato Silvano Franzolin, tra cui 1) più grande dei due figli, Fabio, dieci anni, mentre alla piccola' Laura, >6, « stata risparmiata questa terribile esperienza. Non ha cessato un attimo di piangere, scossa da tremiti e singhiozzi. Silvana Iritano, la moglie ventitreenne del carabiniere Di Barca, figlio di un militare dell'Arma, in pensione. Erano sposati da appena quattro mesi e la giovane signora è in attesa di un bambino. Il vescovo Rosso, nella sua breve" omelia, ricordando le quattro vittime innocenti (Silvano Franzolin, Salvatore Ratti, Luigi Di Barca e l'autista Giuseppe Di Lavoro ha avuto parole commosse: «Sono stati falciati come l'erba che spunta ai margini della strada, sono stati distrutti come un insetto». Infine, un invito alla pietà: «Jmptoriawio pace e luce eterna per i nostri fratelli uccisi, conforto e fortessa per le spose, per le madri, per i parenti nel dolore, imploriamo anche conversione e perdono per quanti si sono macchiati del sangue innocente-. Lunghissimo, serrato, è stato l'applauso della folla in piazza Duomo, dinanzi alla cattedrale e al picchetto d'onore. Le quattro bare sono state portate a spalla una dopo l'altra sul sagrato, seguite dai congiunti. Subito dopo le autorità. I due ministri presenti non hanno fatto dichiarazioni. Rognoni ha detto ai giornalisti: •Devo partire per Roma, dove è saltata in aria un'auto con un dirigente dell'Olp». E il ministro Lagorio: -Dopo una cerimonia cosi, non è proprio il momento di fare commenti-. Le salme sono state tumulate ad Ernia, tranne quella di Ratti; che è stata traslata a Siracusa:- ••"mai PALERMO' — Sarebbero una ventina a Palermo e cinque a Catania le persone fermate da polizia e carabinièri nell'ambito delle indagini sula strage di mercoledì. La posizione dei palermitani verrebbe'vagliata soprattutto reativamente all'eventualità di una «copertura» al «commando, dei sicari, sia in fase di appoggio che di temporanee asio dopo la strage. Gli investigatori sfanno anche valutando, fra i possibili moventi del'omicidio del boss Ferlito. la sua partecipazione, con ruolo preminente, al traffico d'armi che da qualche tempo si svolgerebbe in Sicilia, ritenuta «piazza» di smistamento. Si è saputo che le due automobili di grossa cilindrata delle quali si sono serviti l'altra mattina gli assassini del bandito catanese Alfio Ferlito, dei tre carabinieri che lo scortavano e del conducente della «Mercedes» a nolo con cui il boss veniva accompagnato da Enna a Trapani, erano state rubate a Palermo. La «Bmw» addirittura sei mesi or sono, nel dicembre 1981, e l'.Àlfetta» in aprile. Questa scoperta ha consent 3 a carabinieri e polizia di stabilire con relativa certezza che esiste un legame tra la malavita catanese e la criminalità organizzata di Palermo. Le ipotesi fatte dagli in¬ vestigatori a questo punto sono due: la mafia ha «semplicemente» concesso lo spazio operativo oppure ha fornito anche i killer? Prende sempre più corpo, intanto, il sospetto che Ferlito, 36 anni, uno dei capi più rispettati delle bande etnee, fosse uno degli elementi-cardine nel traffico degli stupefacenti tra la Sicilia orientale e Milano. Si sospetta inoltre che partite di eroina pura tratta dalla morfina-base raffinata a Palermo nei laboratori clandestini della mafia siano state inviate sul continente da Catania. Polizia e carabinieri hanno compiuto numerose perquisi¬ zioni, pare senza esito. Nemmeno ; la testimonanza di Nunzia Pecorella, 25 anni, rimasta coinvolta nella sparatoria e ferita da un colpo di pistola ad un ginocchio, ha potuto dare risposte utili. La donna, in evidente stato di choc, ha solo ricordi molto confusi. I collegamenti operativi fra la mafia palermitana e la malavita catanese sono venuti alla luce nel corso dell'Istruttoria di un processo per traffico di cocaina fra il Sud America e l'Europa, nel quale sono coinvolti 44 imputati e che si sta celebrando nella città etnea. Secondo i risultati di alcune intercettazioni telefo- niche, le organizzazioni catanesi avrebbero stretto rapporti con la mafia palermitatna per scambiarsi eroina (prodotta nelle raffinerie del capoluogo dell'isola) con cocaina. Le sostanze stupefacenti oggetto dello scambio sarebbero state destinate alla vendita sul mercato siciliano. In pratica — secondo quanto sostengono alcuni investigatori — le «famiglie» parlemitane, un tempo semplici produttrici di eroina destinata totalmente all'esportazione negli Stati Uniti, controllata da >Cosa Nostra» e dai suoi capi, avrebbero cominciato a rifornire il mercato italiano e in particolare quello siciliano, divenuti «interessanti» per l'enorme aumento dei tossicodipendenti. In questa fase, quella della vendita sul mercato nazionale, la mafia palermitana avrebbe chiesto la collaborazione della malavita catanese. Secondo indiscrezioni trapelate dall'ambiente degli investigatori, il «clan» dei tre fratelli Santapaoladi Catania (tutti latitanti), ritenuto rivale del gruppo capeggiato da Alfio Ferlito, si sarebbe lega' to. negli ultimi tempi, ai «corleonesi» ed ai loro alleati, la «famiglia» della «Piana dei colli», alla periferia occidentale di Palermo, dove si trovano le borgate di Cannilo e di San Lorenzo Colli, fra le quali passa quel tratto di circonvallazione in cui è avvenuto l'agguato. Gli inquirenti, infine, si pongono una domanda. Chi ha informato gli assassini del giorno e dell'ora del trasferimento di Ferlito, visto che il detenuto aveva appreso soltanto la sera prima dell'imminente viaggio da Enna a Trapani? Il procuratore della Repubblica di Enna. Pietro Giammanco, ha disposto una serie di accertamenti per con trollare quando e con quali modalità sia stato richiesto il servizio a Calogero Di Lavore, padre deli lati list a ucciso e titolare di.una piccola azienda di auto da nolo che ha una convenzione con i carabinieri di Enna.' A Catania, intanto, si sono svolte le esequie di Ferlito. Un centinaio di corone di fiori caricate su numerose auto, nessuna funzione religiosa. Palermo. II dolore di mogi