La Giunta riunita senza Galtieri L'Argentina ha rasentato il golpe

La Giunta riunita senza Galtieri L'Argentina ha rasentato il golpe 'AVVENTURA La Giunta riunita senza Galtieri L'Argentina ha rasentato il golpe L'altra notte 12 generali hanno votato per la resa, solo il Presidente e Lami Dozo si sono detti contrari A mezzogiorno vertice a due - Il capo dello Stato era arroccato nel quartier generale dell'esercito DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE BUENOS AIRES — Stretta dal gelo, la città è inquieta e turbata: l'Argentina è stata a un passo dal golpe. Galtieri, sconfessato e accusato da tutti i generali dell'esercito, deve mollare il potere; ma è stato tentato dal progetto di rovesciare i rapporti di forza e impadronirsi della Casa Rosada alla testa dei suoi carri armati. La Giunta militare cambia, ci sono uomini nuovi, ma il Paese esce dalla crisi della sconfitta a Port Stanley senza avvicinarsi ancora al tempo della democrazia. Il Presidente paga la sua avventura militare mentre nelle strade la gente urla l'indignazione e la rabbia perché vede abbandonati i suoi ragazzi in divisa che ancora stanno laggiù, nel freddo delle isole maledette. Cinque giorni dopo il silenzio delle armi, ancora questo governo non ha detto una sola parola sulla loro sorte ; e Galtieri va uscendo di scena tra le invettive e la disperata protesta dell'Argentina che si era illusa dei troppi proclami di vittoria. U golpe è stato sul filo delle possibilità a mezzogiorno di ieri, quando il brigadiere Lami Dozo e l'ammiraglio Anaya si sono seduti al tavolo ovale della grande sala dell'Edificio Condor e la terza poltrona è rimasta vuota. La Giunta era stata convocata, per rotazione, in quella sede del comando dell'Aeronauti ca, ma Galtieri non si era fat to vedere; e nessuno dei suoi due compagni ha finto di ere dere che fosse un ritardo dovuto al traffico che a quell'ora blocca le strade di Buenos Ai res. Lami Dozo e Anaya hanno saputo subito che il generale se n'era rimasto trincerato a lungo nei muniti quartieri di Campo de Mayo, cuore e piazzaforte dell'esercito argentino. A questo punto, la crisi poteva finire in modo dram malico. I carri armati stavano dove c'era Galtieri, il potere ormai era solo del più forte. Qui. anche se la tradizione golpista poggia soprattutto sullo trame di palazzo, non mancano gli episodi clamorosi di putsch risolti perfino con bombardamenti aerei sulle caserme del generale «nemico*. La sola speranza che dava fiducia ieri era portata dal l'isolamento di Galtieri, abbandonato dai suoi stessi generali dell'esercito. H Presidente restava in carica perché tra i suoi colleglli nessuno ancora si era guadagnato la maggioranza delle designazioni, ma il conclave aveva scartato definitivamente la possibilità di una permanenza del Presidente sconfitto alla Casa Rosada. La decisione era maturata nel corso di due lunghe e drammatiche assemblee dei generali, dove vecchie amicizie e alleanze di caserma si scontravano e si frantumavano con una serie di dichiarazioni che diventavano accuse senza pietà L'esercito andava salvato, doveva pagare uno soltanto. La prima riunione era stata alle 19 di mercoledì ed era finita a mezzanotte; in una discussione molto aspra, tutti i generali in servizio attivo si erano dovuti pronunciare su una delle tre possibilità se continuare la guerra, se aprire un negoziato continuando la guerra, o se chiù dere la guerra e aprire un ne goziato. Quando si,faceva la conta, e a uno a uno tutti alzavano la mano, 12 su quat tordici votavano per la terza ipotesi; Galtieri e il suo vice Saint Jean erano rimasti soli con la mano alzata a scegliere di proseguire nell'avventura della guerra. Era una sconfessione completa. Il conclave dei generali si riuniva nuovamente, a questo punto, per decidere quale uscita politica dare alla crisi. Galtieri appariva bruciato, ma robujto. deciso e di voce grossa come è sempre stato; poteva contenere in qualche modo il fronte degli oppositori. Alle quattro di ieri matti r.a, quando la riunione si scioglieva, il Presidente si guadagnava una minima pausa di respiro, ma restava ben chia ro nelle dichiarazioni di tutti che ormai 11 solo problema da risolvere era con chi sostituirlo. La manovra che aveva tentato lunedi pomeriggio, quando aveva chiamato in F'aza de Mayo il popolo di Buenos Aires per scavalcare l suoi colleghi della Giunta e l'intero vertice militare, gli ha scatenato contro la diffidenza e il slscsd sospetto anche di chi fino all'altro ieri era considerato un suo uomo; oramai si sapeva che Galtieri può tentare qualsiasi avventura, e tutti volevano liberarsene. Ma con chi? L'esercito resta sempre il cardine di qualsiasi soluzione militare, e non sembra finora che gli Stati maggiori vogliano restituire il po-

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