La verità per troppo tempo nascosta Dove sono finiti duemila miliardi? di Marco Borsa

La verità per troppo tempo nascosta Dove sono finiti duemila miliardi? ROSONE* «PERCHE' CHIEDETE A ME I CONTI CHE NON AVETE MAI CHIESTO A CALVI? Ili IMI—— I I—Il » . ««^■■■•■■■■■«■^^■■■«««■«WW™^*%*Wtmm™— La verità per troppo tempo nascosta Dove sono finiti duemila miliardi? (Segue dalla l'pagina) vìncente di Rosone è un'altra. -Perché chiedete a me conto di una situazione di cui non avete mai osato parlare apertamente con Calvi?»; questo è il succo della sua replica. Ai consiglieri non resta che votare per il commissaria mento, l'unica soluzione seria a tutela degli azionisti, dei de posltanti, dei clienti, come spiegano in un comunicato. Le ripercussioni negative non mancheranno. La Consob ha già annunciato la sospensione della quotazione del titolo Banco Ambrosiano. L'immagine del gruppo riceve un colpo durissimo da cui difficilmente potrà risollevarsi in tempi brevi, ma il crack viene evitato. Contrariamente a quanto sembra ritenere Orazio Bagnasco, infatti, il Banco Andino e quello in Nicaragua (Managua) sono in grosse difficolta avendo un'esposizione di poco meno di duemila miliardi circa verso una miriade di società che di fatto farebbero capo al Vaticano, ma che lo Ior, la Banca del Vaticano, potrebbe disconoscere tranquillamente. Cosi si apprende anche dalla ricostruzione re sa possibile dall'ultima lettera della Banca d'Italia inviata al consìglio. Ecco il segreto di Calvi, gelosamente custodito per anni. Ai vertici dell'Ambrosiano si sapeva abbastan za, s'intuiva la verità, ma quando qualcuno accennava a Calvi la situazione, lui ri¬ spondeva rassicurante che dietro c'era il Vaticano, un cliente sicuramente solvibile, addirittura uno Stato estero. Anche gl'ispettori della Banca d'Italia sono giunti a questa conclusione su indicazioni più o meno esplicite proprio dei dirìgenti dell'Ambrosiano. Questi duemila miliardi non sono serviti a fare speculazione sui cambi, come nel caso Sindona, e nemmeno provengono dal saccheggio dei depositi. Sono una serie di finanziamenti che si sono accumulati nel tempo, destinati soprattutto all'acquisto dei ti toh del gruppo. A fronte dei duemila miliardi ci sono dunque i titoli, ma che presto dovrebbero essere venduti per, pareggiare il conto? Probabilmente ad un prezzo molte volte inferiore al valore di mercato. Finora Calvi era sempre riuscito a trovare i soldi necessari per tenere In piedi quest'impalcatura, ma dopo il processo dell'anno scorso, aveva avuto difficoltà crescenti. Il 30 giugno prossimo cominciavano a scadere i prestiti che aveva contratto per sostenere la posizione e, quando si rese conto che il Vaticano, la sua ultima speranza, non si sarebbe accollato le perdite, è fuggito, proba bilmente a Lyford Kay (Bahamas) o in Canada dove ha messo su casa. L'ultimo appuntamento prima di scappare lo aveva con Mennini, il direttore generale dello Ior, il braccio destro di Paul Mar cinkus, presidente e socio di Calvi. Il presidente dell'Ambrosiano non aveva mai rivelato a nessuno l'esatta natura dei suoi affari all'Andino, l'importo dei finanziamenti, la possibilità che i soldi potessero non tornare mai indietro. Quando fu rinchiuso nel carcere di Lodi, spedì all'estero a curare i suoi affari non il responsabile del Banco Andino, Filippo Leoni, dimissionario da qualche mese insieme a f tutti i funzionari italiani dell'Andino, ma Francesco Pazienza, personaggio che Calvi definì «un consulente che mi lianno mandato, un amico di famiglia». Pazienza andò a Nassau, fece il giro delle partecipazioni estere, litigò con i dirigenti locali che non volevano ingerenze da parte di un non meglio qualificato consulente, tornò ripetutamente da Calvi a riferire. Durante le udienze si poteva vedere spesso i due che sì appartavano bisbigliandosi i loro segreti. Una riservatezza cui Pazienza rinunciò totalmente nei mesi successivi, quando cominciò a dare interviste a tutti su Calvi all'Ambrosiano, sul Corriere, su Rizzoli, sui politici romani. Quando Calvi è scomparso, anche Pazienza non si è fatto più sentire. Forse perché non c'era più bisogno dì lui. All'estero Calvi ci è andato questa volta da solo. Marco Borsa Milano. D vicepresidente Orazio Bagnasco esce in auto dalla sede del Banco Ambrosiano

Persone citate: Filippo Leoni, Francesco Pazienza, Mennini, Orazio Bagnasco, Paul Mar, Rosone, Sindona

Luoghi citati: Bahamas, Canada, Lodi, Managua, Milano, Nassau, Nicaragua