Usa: senza garanzie per l'Europa non rinunciamo al «primo colpo»

Usa: senza garanzie per l'Europa non rinunciamo al «primo colpo» Conferenza sul disarmo, Reagan risponde alla proposta di Gromyko Usa: senza garanzie per l'Europa non rinunciamo al «primo colpo» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE New York — Gli Stati Uniti non intendono seguire l'esempio dell'Urss e rinunciare unilateralmente al «primo colpo» nucleare, ossia alla possibilità di usare per primi le armi atomiche. Lo ha dichiarato ieri il portavoce del Dipartimento di Stato, Fischer, in risposta all'annuncio di Breznev dell'altro ieri « Un impegno del genere — ha detto Fischer — non si può verificare e non è uno strumento credibile per ridurre il perico 10 dell'olocausto». Il portavo ce ha aggiunto che la rinuncia unilaterale sovietica «non è una garanzia che, nel corso di un'aggressione convenzio naie, l'Urss non ricorra per prima a ordigni nucleari» • Gli Stati Uniti —ha concluso — mirano a prevenire qualsiasi guerra, tradizionale o atomica, attraverso accordi verificabili sulla riduzione de gli armamenti». Fischer ha infine ricordato che oggi il presidente Reagan parlerà all'Onu sul disarmo, e che dopodomani Haig s'incontrerà con Gromyko. Sembra che Reagan abbia deciso di spiegare la posizione statunitense in termini molto chiari, e di invitare Breznev a un summit a Vienna a ottobre per discutere, tra le altre cose, in particolare dell'Europa. Secondo gli Stati Uniti, l'Urss può facilmente rinunciare al «primo colpo» perché possie de una netta superiorità sugli europei nel settore delle armi convenzionali. Proprio questa superiorità imponp però agli alleati di «tenere stretta» la possibilità di usare per primi le armi atomiche in caso dl'un attacco sovietico: altrimenti non potrebbero respingerlo. La rinuncia al «primo col po» da parte degli Stati Uniti diverrebbe raglonavole giorno In cui l'equilibrio mili tare complessivo tra la Nato e 11 Patto di Varsavia fosse co stante e verificabile. Il Dipartimento di Stato ha anticipato questa risposta Breznev con una laconica dichiarazione. «La posizione americana — essa dice — è stata illustrata da Haig il mese scorso. Da allora non cambiata». In un discorso alla Georgetown University. Haig aveva asserito che senza la possibilità di usare per primi le armi atomiche «gli alleati si sarebbero esposti all'aggressione sovietica». Il Dipartimento di Stato ha fatto anche notare che l'Urss ha rinunciato al «primo colpo» in modo condizionale. Breznev ha ammonito infatti che continuerà a tenere conto del comportamento delle altre potenze nu cteari». Al di là delle consuete accu se a Washington, e di quello che viene definito un intelligente gesto propagandistico sul «primo colpo», il messag gio di Breznev e il discorso di Gromyko che lo ha accompagnato hanno messo in mostra una rinnovata disponibilità al dialogo. Il vicedelegato Usa alle Nazioni Unite. Adelman, ha commentato che «/a stra- da è aperta per accordi sia sulle armi di teatro che sulle armi strategiche». Per gli americani il problema è stabilire che la disponibilità sia sorretta dalla condotta concreta nei punti caldi del globo, dall'Afghanistan al Salvador, e dal Libano alla Polonia. Essi continuano a condizionare In qualche modo il disarmo al non intervento sovietico negli altri Paesi. Una valutazione cautamente positiva del messaggio di Breznev l'hanno data anche il presidente del Consiglio italiano Spadolini e il ministro degli Esteri Colombo, che si sono incontrati con Gromyko l'altro ieri sera. Spadolini e Colombo hanno riscontrato nell'interlocutore una chiara volontà negoziale. Essi hanno ribadito la funzione cruciale dell'Italia nella preparazione delle trattative, e il desiderio che l'equilibrio delle forze si realizzi al minor livello possi bile. Spadolini ha fattr presente che con la Germania e l'Inghilterra l'Italia è membro del gruppo di consultazione per i negoziati sugli euromis sili e ne segue con attenzione lo sviluppo. Presso i non allineati e an che presso una larga fetta dell'opinione pubblica americana, la rinuncia unilaterale sovietica al «primo colpo» ha comunque avuto eco profonda. I «quattro saggi» che avevano auspicato analoga deci sione da parte del governo Reagan. l'ex ministro della Difesa McNamara, l'ex nego ziatore per il disarmo Gewrard Smith, l'ex ambasciatore a Mosca George Kenna na, e l'ex consigliere di Ken nedy McGeorge Bundy, han no accolto molto favorevolmente l'annuncio. ■■•Sarebbe nel nostro interesse fare altrettanto», ha dichiarato McNamara. Smith ha espresso il parere che «il Cremlino incominci a sensibi lizzarsi alle proteste mondiali contro il riarmo atomico». Il presidente Reagan, che per il resto ha taciuto, aveva invitato proprio l'altro ieri gli autori delle proteste a indirizzarle all'Urss. e. c