Le scorciatoie della crisi di Mario Pirani

Le scorciatoie della crisi Le scorciatoie della crisi La polemica tra Andreatta e il psi. che si è fatta virulenta nelle ultime ore, merita un tentativo di analisi che travalichi gli abitua!: copioni della politica come spettacolo con il tradizionale scambio di invettive, iranica di terviste e, infine, intervento mediatore quanto precario di Spadolini. In realtà questo ci sembra un modo riduttivo di affrontare un problema — quello della linea economica socialista — che ha radici pr •fonde e rappresenta un dilemma storico dei partiti di sinistra, soprattutto quando si trovano a! governo in periodi di crisi economica. E' di qui che dobbiamo partire e non dalle bizze contabili fra ii ministro del Tesoro e quello delle Finanze, prigionieri ambedue di cifre erratiche e incontrollabili. Ora non vi è dubbio che in generale i partiti socialisti, con l'eccezione di quelli tedesco e austriaco, che non a caso hanno retto cosi a lungo al potere, abbiano sempre privilegiato una politi- ca di espansione, di facilità creditizia, di spinta anche forzata all'occupazione, di spesa sociale allargata, a scapito dell'equilibrio del bilancio, della tenuta della moneta, dell'inflazione. Non c'è bisogno di cercare lontano: basta guardare alla politica di rilancio attuata in un anno di governo da Mitterrand, i cui esiti purtroppo hanno fatto giustizia ancora una volta della illusione che esistano scorciatoie accattivanti (più salari, più spese, più posti di lavoro) per rivoltare la congiuntura economica a proprio piacimento. Se collocato in quest'ottica il dissidio che dilania il governo Spadolini può forse essere affrontato con minore acredine personale ed anche con un ripensamento sulle conseguenze nefaste di una contrapposizione puramente strumentale. Nell'emettere giudizi non si dovrebbero, ad esempio, smarrire i motivi che portano cosi sovente i socialisti ad assumere posizioni che vengono sommariamente definite neokeynesiane, dall'uso della spesa pubblica che il grande economista britannico preconizzava in un'epoca storica molto diversa dall'attuale. Queste posizioni, però, ed è bene non ignorarlo proprio per afferrarne l'incidenza, non hanno alla base principalmente un convinrii mento culturale o ideològico, ma due presupposti che inve-' stono le radici tradizionali del consenso di strati e classi la cui domanda politica si estrinseca nei partiti socialisti o socialdemocratici: il pieno impiego, perno del Welfare State, nei periodi di sviluppo e l'ansia prioritaria di fronteggiare in Mario Pirani (Continua a pagina 2 In seconda colonna)

Persone citate: Andreatta, Mitterrand, Spadolini