Galtieri è travolto dalla piazza L'esercito cerca il successore di Mimmo Candito

Galtieri è travolto dalla piazza L'esercito cerca il successore Drammatici sviluppi in Argentina dopo la sconfitta delle Falkland Galtieri è travolto dalla piazza L'esercito cerca il successore Il presidente ha dovuto rinunciare a! discorso dal balcone della Casa Rosada - Migliaia di manifestanti sulla Plaza de Mayo inveiscono contro la Giunta per l'amara conclusione a Port Stanley - Scontri nella notte: decine di feriti, centinaia di arresti -1 generali chiedono le dimissioni del ministro degli Esteri, Costa Méndez, l'unico che ha parlato di «resa» DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE BUENOS AIRES — Destituito di fatto Oaltieri. ancora i generali non si sono messi d'accordo su chi lo dovrà sostituire. Le liti sono feroci. Sui tavoli della discussione compaiono le pistole, i conclavi militari si riuniscono e si sciolgono con un gran traffico dì auto blu e di soldati che scattano sull'attenti. Il tintinnare delle sciabole non riesce però a vincere i fischi della gente. Un assalto disperato dei manifestanti al palazzo presidenziale, l'altra notte, è stato respinto a colpi di bastone e di granate lacrimogene; la rabbia travolge anche la delusione. E ancora non sono arrivati qui i soldati e gli ufficiali che hanno coni' battuto a Port Stanley. Quando saranno conosciute davvero le morti disperate di centinaia di ragazzi e i tormenti feroci delle mutilazioni, dei congelamenti, gli occhi perduti, la fame, il tifo, i pidocchi, allora qui molti avranno paura. I balletti dei generali stanno tentando di aggiustare le cose prima che l'ondata di protesta travolga lo stesso potere militare, però tra i tanti candidati ad occupare la poltrona di Galtierl nessuno ha ancora la maggioranza con sé. Gli incidenti che si sono ; scatenati attorno a Plaza de Mayo e al palazzo presi de n ziale sono stati i più gravi da quando la dittatura si è impa dronita del potere, sei anni fa: ci sono stati centinaia di arresti, quattro autobus bruciati, decine di feriti, vetrine, auto, lampioni sfasciati, una, nube di gas lacrimogeno che il vento gelato della notte non era riuscito a dissolvere all'alba di ieri, quando ancora la polizia rodeava per il centro della città. Decine di giornalisti sono stati pestati, alcuni feriti seriamente, un paio arrestati. Alla polizia erano scattati i nervi: ha sparato colpi d'arma da fuoco contro un autobus e non voleva testimoni. Sembra che un poliziotto sia stato colpito alla testa da un franco tiratore appostato nel buio. Erano le 2 del mattino In Italia. A quell'ora Oaltieri avrebbe dovuto aver già pronunciato due discorsi, e inve ce dalla Casa Rosada veniva solo il silenzio. Si era capito bene che la storia del presidente era finita, ma non c'erano indicazioni chiare sul futuro. La discussione fra 1 tre membri della Giunta era andata avanti per tutta la giornata, perfino col gesto ormai rituale della pistola messa sul tavolo a minacciare 11 suicidio; Galtierl alla fine era riuscito a imporre la propria volontà di un «appello alla nazione», ma gli altri due — il brigadiere dell'aria Lami Dozo e l'ammiraglio Anaya — gli avevano detto con fermezza che era la sua ultima decisione e che loro non erano daccordo. La tv convocava la gente in Plaza de Mayo, «ad ascoltare il signor presidente», e sul bai- cone centrale della Casa Rosada una bandiera veniva appesa accanto a due microfoni e ai fari delle fotoelettriche. Quando si facevano le 7 di qui e gli impiegati uscivano dall'ufficio, la piazza era diventata un rodeo di urla e di spari, in una corsa disperata verso un rifugio qualsiasi. Nel suo progetto, Galtieri doveva parlare dal balcone e poi scendere, acclamato, tra la folla della piazza. Se l'avesse fatto davvero l'avrebbero linciato. Dice un ufficiale che iefri ci ha dato molte informazioni su quanto stava avvenendo nel segreto degli Stati Maggiori: «Se veniva anche in caserma, lo avremmo fatto a pensi pure noi». Ormai la poltrona del potere era vuota Arrivavano anche le 9 della sera e poi le 9,25. ma dalla tv non c'erano segni di interruzione dei programmi. Il portone della Casa Rosada era sbarrato, contrariamente al solito, e 1 gas lacrimogeni an cora stagnavano nelle vie Alle 21,30 finalmente (cioè alle 2,30 di ieri mattina, in Ita lia) la registrazione di Galtierl riceveva il permesso per essere trasmessa. Il generale era in divisa, con i foglietti in mano e la solita voce alta da caserma. Non è stato un gran discorso, dentro c'erano solo tre cose: la comunicazione della fine di Puerto Argenti no, un'accusa agli Usa •sorprendentemente nemici», un appello alla Vergine di Lujan e ai suoi buoni uffici. Niente sulla resa, niente sulle condizioni per il cessate il fuoco. niente sulla tregua. Quanto al futuro delle Malvinas. le parole tracciavano una minaccia ambigua che puntava su un concetto: «Non ci sarà pace definitiva se si torna allo stato coloniale». Sabato prossimo dovrebbero arrivare qui le prime centinaia di soldati chi sono arresi a Moore, ma appare chiaro che Londra vuol servirsi dei prigionieri che ha in mano per costringere 1 generali argentini all'Impegno di non bombardare più le Falkland, né le navi inglesi. Il Corniti Militar è stato riunito per tutta la giornata, in una dlscus sione sempre aspra. A tarda sera c'è stata una convocazione di tutti i generali In servizio attivo. Ancora Ieri sera, l'Argentina non sapeva ufficialmente nulla di una fine della guerra. E nessun militare pensava di impegnarsi a firmare un atto simile. Da quanto sta avvenendo nelle caserme, pare che si voglia costringere Galtieri a sottoscrivere lui un qualche accordo col nemico. SI continua a giocare sulle parole, rimbalzando tra «ritiro» e «resa». Come avevamo già detto ieri, il solo che avesse (e abbia tuttora) pronunciato quest'ultimo sostantivo è il ministro degli Esteri Costa Mendes: e gli alti comandi militari, in una ondata di sdegno puritano, ieri ne hanno" chiesto le dimissioni, che peraltro l'anziano diplomatico ha ripetutamente offerto. Mimmo Candito

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