Formula 1, tragico giocattolo che uccide di Cristiano Chiavegato

Formula 1, tragico giocattolo che uccide Ju3> inOFllP ripropone jpwpfggit della sicurezza nelle corse Formula 1, tragico giocattolo che uccide 11 giovane italiano ha riportato nell'urto con la Ferrari di Pironi lesioni irreparabili Nessuna ustione per S'incendio - Il pilota della Osella (24 anni) era alla sua se(Conda corsa: anche Pinesperienza gli è stata fatale - La disperazione della madre DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE MONTREAL — Un Orari Premio maledetto. Cosi 1 giornali canadesi hanno definito la tragica corsa di domenica. Una gara su cui già gravava l'ombra della scomparsa di Gilles Villcncuvc è stata funestata dalla morte del giovane pilota italiano Riccardo Paletti. Ancora una volta la Formula 1 ha mandato in diretta alla televisione in tutto 11 mondo le immagini di una tragedia. Il terribile incidente alla partenza, l'Osella che si schianta contro la Ferrari di Pironi ferma in pista, altre macchine che carambolano Paletti, milanese, i figlio di un imprenditore immobiliare, 24 anni, proprio oggi ha riportato schiantandosi contro un ostacolo fermo a una velocita che è stata calcolata attorno al 160-170 chilometri orari ferite irreparabili. Sfon-, damento del torace, schiacciato dal piantone dello sterzo, perforamento dell'aorta, rottura del diaframma, spappolamento degli arti inferiori. L'incidente è avvenuto alle 16,17 locali: malgrado i soccorsi siano stati rapidissimi ci sono voluti 28 minuti per estrarlo dalla vettura. L'elicottero è giunto al Royal Victoria Hospital nel centro della città alle 16,55. Sul velivolo 1 sanitari, che erano accompagnati da Gianfranco Palazzoli, direttore sportivo dell'Osella, hanno praticalo 11 massaggio cardiaco e la respirazione artificiale. Ma l'emorragia interna è stata terribile, letale. Dopo un'autorizzazione dello stesso Palazzoll, il dottor Nicholas Cristou, capo dell'equipe dei chirurghi, ha tentato un'operazione «in extremis» ma la pur forte fibra del giovane non ha resistito. Alle 17,45 Paletti ha cessato di vivere. La meccanica dell'incidente è stata vista più volte al rallentatore. E' stata un'incertezza al via: un commissario a meta schieramento aveva il braccio ancora alzato, come se le macchine non fossero ancora in ordine. Al semaforo rosso che segnala l'approssimarsi del via, in pochi secondi, i motori sono andati a diecimila girl. «Ho innestato la prima marcia — racconta Pironi —, la macchina si è mossa leggermente, ho dovuto frenare. Come è scattato il semaforo verde, dopo istanti che sono sembrati un'eternità, il motore si è spento di colpo. Ho alzato le braccia, ma era troppo tardi. Prima Ito sentito un piccolo urto die mi ha spostato di poco, poi una bolla tremenda che mi ha inferlo un colpo di frusta al collo. Sono scivolato via, in testa-coda. Altri urti. Poi un silenzio terribile. Sono saltalo fuori dall'abitacolo, sono corso verso la vettura di Paletti. Il ragazzo era esanime, con il casco appoggiato in maniera innaturale al piantone del volante. Ci siamo accorti subito che c'era poco da fare. La benzina colava a terra». I primi soccorsi sono giunti doix) nove secondi. Quando il carburante si è incendiato sono entrati in funzione gli estintori. Tra i primi ad arrivare anche l'ing. Carletti della Ferrari che ne ha strappato uno di mano a un commissario e si è buttato avanti per spegnere l'Incendio. Niky Lauda, poco dopo, pur riconoscendo la rapidità degli interventi, ha criticato l'operazione: «Sono sfati utilizzati estintori a polvere chimica, tossica per il pilota mentre avrebbero dovuto usare la schiuma-. E' accertato, comunque, che Paletti non ha riportato ustioni. Il dramma si è consumato davanti agli occhi della madre del pilota, Gina, che per la prima volta l'aveva accompagnato in Formula 1 in questa trasferta americana. La signora Paletti è stata poi accompagnata all'ospedale dove 1 medici hanno cercato di calmarla. Alla notizia della morte, poco dopo, è scoppiata In pianto: « Voglio vederlo — ha mormorato —, fatemelo vedere ancora una volta». H padre, Arletto Paletti, è stato avvertito per telefono a Milano ed è immediatamente partito con un jet privato messo a disposizione dall'Industriale Silvio Berlusconi, giungendo anche lui stravolto ieri mattina a Montreal. Sono state avviate al consolato italiano le pratiche per il rimpatrio della salma. I funerali si svolgeranno a Milano nel prossimi giorni Le autorità locali hanno praticamente chiuso l'episodio considerandolo un Incidente di corsa normale mentre la Fisa aprirà un'Inchiesta tecnica. Sono i soliti discorsi del poi, del dopo. La pericolosità delle gare automobilistiche non è una scoperta di oggi. Come qualcuno ha già scritto, o si smette di correre o si smette di piangere. Non ci sono responsabilità soggettive in questo nuovo tragico capitolo della Formula 1. Ma la colpa è di tutto l'ambiente, del «sistema». Riccardo Paletti era giovane, aveva un'esperienza mollo limitata, forse si doveva agire prima: aveva avuto già tanti, troppi Incidenti. Aveva trovato i soldi di uno sponsor, una scuderia pronta ad acciuffare la sua voglia di emergere, diventare campione del volante, di sfogare forse in uno sport rischioso il desiderio di far vedere che era capace di farsi strada da solo. Come è successo per molti altri giovani. Quello che poteva essere 11 giorno più felice della sua vita, la sua prima vera gara, la sua prima vera partenza in Formula 1, è stato purtroppo l'ultimo. Cristiano Chiavegato Montreal. Alcune immagini delti tragedia di Paletti: a sinistra, i pompieri cercano di spegnere le fiamme, a desini il pilota italiano; il dolore della madre al box

Luoghi citati: Milano, Montreal